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martedì 30 giugno 2015

Un cretino

Non mi piace. Questa lettera non mi piace. Una lettera anonima, che il postino di un piccolo centro siciliano consegna al farmacista Manno, che da lì a poco, insieme al medico Roscio, sarà assassinato, in una battuta di caccia.
Inizia così il breve romanzo A ciascuno il suo di Leonardo Sciascia, che ha come protagonista il professor Laurana, un ingenuo intellettuale di provincia, finito in una zolfara, assassinato da un sicario del notabile Rosello, per essersi impicciato di fatti che non lo riguardavano direttamente.
Con uno stile asciutto, efficace ed essenziale l’autore offre al lettore uno spaccato significativo della Sicilia degli anni Sessanta.
Una nave corsara, la Sicilia dell’epoca, destinata, come afferma il pazzo don Benito, a naufragare con il suo Gattopardo, con i colori di Guttuso, con gli scrittori, con i pezzi da novanta, con le arance e con i cadaveri nella stiva.
Il romanzo ha il merito di mantenere viva l’attenzione del lettore, avvinto dal fascino del giallo, arricchito da profonde riflessioni su tematiche particolarmente coinvolgenti ed interessanti.
Il protagonista è il simbolo del cittadino onesto che in Sicilia ha l’ambizione di occuparsi di quello che avviene intorno a sé, pur sapendo che certe verità scottanti è preferibile evitarle.
A proposito di Laurana, a conclusione del romanzo, don Luigi, personaggio minore, liquida il caso con l’espressione: era un cretino. Una espressione significativa che rivela la mentalità di ambienti, fortemente impregnati di cultura mafiosa, in cui l’imperativo categorico è quello di farsi i fatti propri.
C’è pessimismo. C’è il fallimento della ragione. C’è la sconfitta della Giustizia. C’è il trionfo del notabile Rosello, amico del deputato Avello e del delinquente Rafanà.


Gaetano Bencivinni