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martedì 17 dicembre 2019

Occhio ai delitti di mafia


La mattanza, le tenebre e il castello è un romanzo breve, che sarà presentato il 5 giugno alle ore 21.00 al Teatro del Navile di Bologna.
Pubblichiamo integralmente il prologo del romanzo

Prologo


Il naufragio nella follia di un Professore che ha fatto il patto con il diavolo, il ritrovamento di un manoscritto demoniaco, una serie di delitti impuniti avvenuti in un villaggio indeterminato, dominato dalla cappa opprimente di un castello maledetto, la misteriosa scomparsa della tela della Natività del Caravaggio.
Su questi temi si basa il romanzo breve La mattanza, le tenebre e il castello  che procede tra demoni e prodigi, tra richiami letterari e riferimenti biblici.
La trama narrativa è tessuta con il filo doppio del meraviglioso e del mostruoso, che si intrecciano e si contrappongono nel percorso contraddittorio dell’esistenza umana. In un clima surreale si combinano il crudo realismo di fatti di cronaca con audaci costruzioni simboliche, ricucite con l’ago della fantasia.
L’espediente letterario utilizzato è costituito dalla ricostruzione della storia della mattanza attraverso i sussurri di conchiglie, rimaste sulla spiaggia dopo che una tempesta di inaudita intensità ha inghiottito il villaggio e il castello.
In questo scenario metastorico, si muovono personaggi enigmatici ed inquietanti, che agiscono in situazioni paradossali e sorprendenti.
Banban, malvagio e violento, si rifiuta di precipitare nel buio delle caverne degli inferi, perché pretende di andare in Paradiso, almeno per un attimo, solo per avere la possibilità di dare un paio di schiaffi a Dio, che lo ha tormentato e lo ha reso infelice, avendolo creato deforme.  Il Professore rompe il patto col diavolo e vuole tornare a vivere una vita mediocre e normale, perché dal demonio ha avuto solo nevrosi, ossessioni, incubi ed ansie. La zampata del maligno gli sconvolge la mente e lo fa naufragare nella follia. Il Capo del castello è una macchina senza anima, che sa emettere solo verdetti di morte.
La bella Lucrezia, moglie del Capo, subisce il fascino del Professore e paga l’adulterio con una fine tragica. La spregiudicata Olga, donna voluttuosa e ambiziosa, amante del Capo, riesce con le sue arti femminili a scavare il potere del castello. Prospero ed Aronne sono legati da un morboso patto d’amore, che però Aronne spezza, perché viene ammaliato dagli sguardi ammiccanti del Professore.
Draghignazzo, Libicocco, Alichino e Ciriatto sono demoni senza scrupoli dal grilletto facile, che uccidono senza pietà e spargono sangue in ogni dove. Il manoscritto, che essi trovano per caso, offre spunti di riflessione sulla infedeltà di Eva nella Valle dell’Eden, sul fanatismo religioso, sul libero arbitrio e sull’anticristo.
Le scandalose vicende del furto del dipinto di Caravaggio vengono inserite nell’ordito narrativo con l’ipotesi suggestiva e fantasiosa secondo cui i Lemuri avrebbero restaurato il prezioso dipinto, per offrirlo alla contemplazione di Lucifero cui viene concessa la possibilità di godere di un ultimo bagliore di bellezza prima del Giudizio Universale.


sabato 7 dicembre 2019

L’ipocrisia dell’Europa cristiana


Il 6 dicembre si è conclusa l’ottava edizione del Caffè letterario, organizzato dal Centro sociale anziani di Cetraro, presieduto da Vittoria Colistra.
La conversazione letteraria sul romanzo Resurrezione di Lev Tolstoj ha puntato i riflettori su temi di attualità: l’ipocrisia dell’Europa cristiana rispetto al fenomeno dell’immigrazione, il ruolo diseducativo delle carceri e la follia egoistica delle società opulente.
Il percorso letterario riprenderà a gennaio con il progetto “Un libro al mese”.