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martedì 5 dicembre 2017

Caffè Letterario. Con gli occhi del mondo


“Quando si è anziani, si ha più tempo da dedicare alla lettura, ad attività ricreative  e soprattutto si ha più tempo per condividere le nostre esperienze così come il Centro  sta facendo con le sue numerose iniziative.

Il Caffè letterario è diventato ormai un appuntamento importante che ha avuto il merito di promuovere conversazioni su tanti romanzi della letteratura mondiale e ci ha fatto conoscere tanti luoghi ed artisti di particolare interesse”


Ha aperto così la sesta giornata del Caffè Letterario il presidente del Centro Sociale Anziani di Cetraro Fausto Gallo. 


La serata è stata coordinata da Vittoria Colistra, che ha ripercorso i punti salienti del romanzo La luna e i falò di Cesare Pavese, oggetto della conversazione letteraria, animata da Gaetano Bencivinni.

“Il romanzo, ha detto Colistra, ha come sfondo le macerie del dopoguerra, del conflitto tra partigiani e fascisti e, come tema centrale, il tema del ritorno. Il protagonista, emigrato negli Stati Uniti, anche se ha fatto fortuna, sente che quelle stelle non sono le sue e torna alla ricerca della propria identità, di se stesso, dei luoghi mitici dell’infanzia, di ciò che il ricordo ha cristallizzato, per attingere la forza di vivere il presente e avere consapevolezza del futuro. Ma il ritorno è amaro, il mondo della sua infanzia non esiste più. Nelle Langhe, pur essendo tutto uguale, alla fine niente è uguale ed egli vive un senso di infinito sconforto nel mancato riallineamento del ricordo con la realtà”.  


Bencivinni ha ripercorso gli aspetti significativi del romanzo, sottolineando l’attualità dell’opera letteraria di Pavese, puntando i riflettori sul rapporto tra globale e locale, “che costituisce il tratto distintivo del messaggio artistico dello scrittore piemontese, che ha avuto il merito di anticipare la contraddizione strutturale della realtà contemporanea, segnata dalla transizione dalla società agricola alla società industriale, che si presentava all’orizzonte.

 “L’attualità del romanzo, ha sottolineato Bencivinni, è costituita dal rapporto tra locale e globale, che attraversa il costante colloquio tra due protagonisti maschili. Nuto crede alla luna e ai falò e rimane legato alla civiltà contadina dove le superstizioni buone non arrecano danni a nessuno. Anguilla invece non crede più alla luna e torna alle radici per capire il presente e per costruire il futuro.

La luna e i falò, pubblicato nel 1950, si colloca tra la letteratura partigiana e la letteratura industriale, che a breve si affermerà con La speculazione edilizia di Italo Calvino, Il memoriale di Paolo Volponi, La chiave a Stella di Primo Levi”.


Nel corso della serata sono stati significativi i contributi apportati dal primo cittadino Angelo Aita, dal vicesindaco Fabio Angilica, dall’assessore al bilancio Mariella Aita, dal presidente della Pro loco Ciro Visca e dalla portavoce del Centro Rosa Randazzo.

“Ero fermo all’interpretazione classica del romanzo di Pavese, ha detto Angelo Aita, basata sull’intreccio tra mito, ricordo e realtà. Ho seguito con interesse l’interpretazione innovativa che ha proposto Bencivinni sulla opportunità di rileggere La luna e i falò con gli occhi del mondo e con la nuova prospettiva della dialettica tra globale e locale”.


Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Fabio Angilica, che ha puntato il dito sulla efficacia della visione della realtà locale con l’ottica globale al fine di superare i localismi e gli orizzonti culturali angusti. “Le nostre scelte amministrative stanno procedendo lungo questa direzione, che spinge lo sguardo oltre il perimetro angusto del paese, per allargarne i confini con contenuti culturali a perimetro globale”.


Mariella Aita ha ribadito l’importanza degli eventi culturali, che certamente contribuiscono a far cresce la comunità. In particolare, ha apprezzato il taglio del Caffè Letterario e ha largamente condiviso il contributo che Angilica ha dato alla conversazione, recuperando la centralità della dialettica tra locale e globale.

Ciro Visca ha spostato la discussione sulle vicende biografiche dello scrittore piemontese, sottoponendo all’attenzione il significato del suicidio, i contraccolpi negativi prodotti nella letteratura dalla scomparsa prematura di un autore così creativo, ha ribadito la necessità di una riflessione approfondita sul significato dell’esistenza e sul ruolo della letteratura nel processo di formazione delle nuove generazioni, che purtroppo non partecipano alle iniziative organizzate a Cetraro dalle associazioni”.


Rosa Randazzo, partendo dal sottotitolo del romanzo, costituito dalla celebre espressione shakespeariana “ Ripeness is all” (La maturità è tutto), ha riportato il confronto sulla interpretazione del romanzo, volta a privilegiare la rivisitazione della esperienza vissuta nel paese con la maturità acquisita attraverso le conoscenze derivanti sia dal percorso di crescita personale sia dalle esperienze acquisite nel confronto con le altre culture. Con gli occhi della maturità anche gli angoli più sperduti del paese si rivedono in modo diverso e più approfonditi.

Fausto Gallo ha concluso la serata sottolineando la presenza degli amministratori comunali e del consigliere Carmine Quercia.

Il prossimo appuntamento è fissato per l’11 dicembre con la seconda parte di Palazzi e gente di Cetraro, che sarà curata da Carlo Andreoli.


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