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lunedì 22 settembre 2014

Il velo di Safia

Il terzo ripudio nel mondo islamico significa divorzio automatico e definitivo. Una donna ripudiata diventa una macchia per la famiglia e per i parenti e viene emarginata socialmente. Le donne hanno l’obbligo di portare il velo e devono sottoporsi alla circoncisione.
Con questi problemi si misura la protagonista femminile del romanzo Divorzio all’islamica a viale Marconi dello scrittore algerino Amara Lakhous.
L’egiziana Safia è costretta a portare il velo anche a Roma. Le viene imposto dal marito Felice, anche lui egiziano, musulmano ortodosso, architetto che si adatta a fare il pizzaiolo in un ristorante romano a viale Marconi.
Lo scrittore descrive con umorismo ed ironia le vicende di Safia, che sarà ripudiata dal marito per gelosia.
Il merito di Lakhous è quello di far conoscere al lettore la complessità delle abitudini e dei comportamenti degli immigrati arabi attraverso un linguaggio leggero, efficace e coinvolgente.
La storia di Safia si intreccia con quella del siciliano Christian, detto Issa, inviato a Roma dai servizi segreti italiani con il compito di infiltrarsi tra gli immigrati islamici per sventare un agguato terroristico, che sarebbe dovuto scoppiare a viale Marconi.
Lakhous con il sorriso distaccato dell’artista descrive il palpito vitale che si ritrova nei personaggi oltre la corteccia delle convenzioni e delle diversità religiose, culturali e sociali.
La narrazione procede attraverso l’intreccio delle vicende dei due protagonisti, che per circostanze fortuite hanno modo di incontrarsi con il risultato che tra di loro scoppia la scintilla dell’amore.
Il romanzo si fa apprezzare anche per un finale sorprendente in piena sintonia con l’impostazione complessiva della struttura narrativa, che privilegia l’umorismo, l’ironia e il sorriso.


Gaetano Bencivinni 

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