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giovedì 27 novembre 2014

Il coraggio della scelta

Le lotte sindacali a Firenze tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento fanno da supporto narrativo al romanzo Metello di Vasco Pratolini.
Anarchici e socialisti, sindacalisti, imprenditori ed operai alimentano il conflitto sociale, culminato con le 46 giornate di sciopero dell’estate 1902 che si sono concluse con la vittoria del gruppo dei 21 edili, che hanno ottenuto un significativo aumento salariale.
Pratolini racconta con uno stile sobrio, rapido e semplice le vicende del protagonista Metello, puntando i riflettori sul suo impegno sociale e sulle sue relazioni sentimentali con la vedova Viola, che lo ha avviato all’amore, con la moglie Ersilia, figlia dell’anarchico Quinto Pallesi, con l’amante Idina con cui Metello si trova, allorché esplode nel cantiere edile dell’ingegner Badolati lo scontro tra crumiri e scioperanti, da cui scaturisce l’intervento delle forze dell’ordine.
Solidarietà tra lavoratori, sottoscrizioni delle camere del lavoro, delle leghe e del mutuo soccorso fanno da cornice al narrato dell’autore, che evidenzia così lo spirito combattivo e solidale del movimento operaio di quegli anni, destinato a crescere nei decenni successivi.
Il messaggio che l’autore trasmette è che bisogna avere il coraggio delle scelte da compiere con i vivi e per i vivi. Il passato va conservato, ma non deve condizionare il presente.
Riflessione questa che è presente in tanti autori della letteratura mondiale.
Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald si conclude con l’appello a remare contro la corrente che sospinge verso il passato.
In Sostiene Pereira Antonio Tabucchi indica nella frequentazione del futuro la via da seguire, compiendo scelte coraggiose nel presente.
Nel romanzo L’eleganza del riccio Muriel Barbery sottolinea che il futuro serve alla costruzione del presente con veri progetti di vita.


Gaetano Bencivinni

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