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lunedì 12 gennaio 2015

Il buio della solitudine

La vita scorre in un cerchio dorato, avvolto dal buio, talora squarciato dalla fioca fiammella di una candela.
Vecchiaia e solitudine, Arte e follia, sogni e leggende si intrecciano nel delicato romanzo Di tutte le ricchezze di Stefano Benni, che ha come protagonista Martin, un vecchio professore in pensione.
A Borgo Cornio, in un clima fiabesco e fortemente simbolico, Martin vive da solo, parla con il suo grosso cane nero e con gli animali del bosco, si occupa di poesia giocosa, scrive saggi sul poeta pazzo Domenico Rispoli detto il Catena, morto in manicomio in circostanze misteriose.
La leggenda di Adele, una bionda fanciulla scomparsa, anche lei in modo misterioso, nelle gelide acque del lago. La bizzarra vecchia Berenice, che ascolta le voci del muro e svela i segreti del Borgo al professore. Le poesie del Catena, l’autoritratto del poeta, la mostra d’Arte e le accese polemiche con i critici cialtroni. L’interlocuzione immaginaria di Martin con gli animali del bosco, ricca di riflessioni sul senso della vita e sui problemi del mondo.
L’esplicito richiamo letterario al romanzo di Fedor Dostojevskij Notti bianche conferisce un fascino speciale alla protagonista femminile Michelle, attrice e ballerina, che arriva a Borgo Cornio con il compagno Aldo, mediocre pittore e mercante d’Arte. Prendono in fitto un casolare azzurro in prossimità dell’abitazione di Martin. Presto però litigano e si separano.
La gradevole gita al lago, il valzer indimenticabile nella festa del Borgo, i colloqui con delicati sentimenti, con nobile amicizia, con scambio di segreti. Un casto incontro di due solitudini.
Michelle, come fa Nastenka con l’artista solitario di San Pietroburgo, regala al vecchio professore lampi di bellezza giovanile, che accendono in Martin la voglia di apprezzare le scintille delle cose belle, che illuminano la vita e squarciano il buio della solitudine.


Gaetano Bencivinni

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