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venerdì 9 gennaio 2015

La stanchezza dell’eta’

Sulla  pagina  culturale  del  quotidiano  Repubblica  di qualche  mese  fa  leggo  un  articolo  di  Paolo  Mauri  su  Aldo  Buzzi ,  scrittore lombardo ,  del  quale  era  uscito  il  libro “ Lettere  sul brodo “, scritto  assieme  a  Mario  Nicolao . “ Una  decina d’anni  fa ( dice  Mauri )  Repubblica   chiese   ad Aldo  Buzzi  di  scrivere  qualcosa  sulla  vecchiaia .  La   scelta non  era  casuale :  Buzzi  aveva  allora  95 anni . Non  fu  facile convincerlo ,  ma  poi  mando’  un  racconto  e  una  poesia . Il  racconto  inizia  dal  barbiere ,  che  con  le  forbici  in   mano chiede  al  cliente  che  cosa  si  prova  a  95 anni  e  questi  risponde  che ,  a  parte  i  malanni  tutto  e’ uguale  a  dieci  anni prima : la  vera caratteristica  dell’eta’  e’  la  stanchezza , che  non  passa riposando , perche’ anche  il  riposo  stanca . Il  racconto intitolato “ Parliamo  d’altro “ confluì  in  un  piccolo  libro  con  tale titolo ;  c’e’  dentro  anche  la  poesia  che  comincia  così : “ Vedi , questa e’  la  goccia /  che  fa  traboccare  il  cammello ….”   “ Parliamo  d’altro “  potrebbe  essere    il  titolo  di  tutta  l’opera di   Buzzi ,  ironico  maestro  della  divagazione , che   esordì  con un  “ Taccuino  dell’aiuto  regista “ poco  dopo la seconda  guerra mondiale . Aveva  lavorato  nel  cinema  con  Soldati  e  Lattuada . Quando  compiva  gli  anni  e  gli  telefonavi , rispondeva,  un  po’ imbronciato,  che  era  stanco e sembrava dire: -Parliamo d’altro-“Questo  e’  il  riassunto  dell’articolo  di  Paolo  Mauri . Io  trovo  qualcosa  di  attinente  a  cio’  che  ho  riferito su  Aldo Buzzi  in  alcune  riflessioni  che  Gustave  Flaubert  fa  nel  suo racconto  autobiografico “ Memorie  di  un  Pazzo “ (  1837 -  40 ) . Egli  scrive :   “ Passo  giorni  pieni  di  stanchezza  immensa , quando  un  tedio  profondo m’avvolge  come  un  sudario , e  mi segue dovunque;  le  sue  pieghe  m’impacciano e mi infastidiscono ,  persino  vivere , allora , pesa  come  un  rimorso . Sono  giovane , dunque , e insieme  stanco  di  tutto , mentre  tanti  vecchi sono  ancora  sì  pieni  d’entusiasmo !...  E  io , invece  deluso  e disincantato ! M’attacco  allora  a  piccole  gioie , tutte  mie , fatte di ricordi  infantili che , in  questo  mio  isolamento, tornano  a riscaldarmi ,  ricordi  fatti  di  niente , eventi  minimi , un giorno di pioggia o  di  sole ,  un  fiore , un  vecchio  mobile , che  però richiamano  altri  ricordi , che  affiorano   confusi , sbiaditi  come le  ombre .                                                                                                         
 
Marietta   Gallo    



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