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lunedì 16 marzo 2015

Festa della Donna. L'intervento di Marietta Gallo


Parlare di Shirin Ebadi, in occasione della festa della donna presso il Centro Sociale Anziani di Cetraro, è stato molto importante per me e, penso, anche per coloro che mi hanno ascoltata. Dico questo perché di donne, come la Ebadi ed altre ancora, poco si sa o forse niente.
L’iraniana Shirin  Ebadi e’ l’undicesima donna a vincere il premio Nobel per la pace. La notizia ha suscitato molte sorprese,  perche’ alla vigilia, da piu’parti, veniva dato per certo che il premio sarebbe stato assegnato a Giovanni Paolo II. Era il 10 ottobre 2003. Il presidente del comitato  ha proclamato  la vincitrice ad Oslo lodando il suo “coraggio “ e il suo impegno in favore della “democrazia ,” nonche’ la sua battaglia per i diritti delle donne e dei bambini. Shirin Ebadi, “sbalordita ,” alla notizia del prestigioso riconoscimento, ha dichiarato : “Questo premio va a tutti gli iraniani  che si battono per la democrazia.” Poi da Parigi, in un incontro con la stampa, ha chiesto “ la liberazione al piu’ presto  possibile “dei prigionieri iraniani che lottano per la democrazia  e la libertà. “ La cosa piu’ urgente, “ ha proseguito, “ e’che la liberta’ d’espressione sia rispettata e che le persone in carcere per le loro opinioni siano immediatamente liberate”. Ha poi espresso ammirazione per Giovanni Paolo II dicendo: “ Ho sempre ammirato il Papa  ancor piu’ perche’ ha condannato l’intervento americano  in Iraq.” Il comitato norvegese per il Nobel e’ lieto di premiare “ una donna che e’ parte del mondo musulmano,” si legge nella motivazione del premio, che sottolinea come Ebadi  non veda conflitto fra Islam e i diritti umani fondamentali. Per lei  e’ importante che il dialogo fra culture  e religioni differenti possa partire da valori condivisi. “Come avvocato, giudice, insegnante, scrittrice e attivista politica, la Ebadi  ha sempre alzato la voce nel suo paese e ben oltre i suoi confini” prosegue il testo del comitato norvegese: “ non ha mai ceduto alle minacce , in un’era di violenza ha sostenuto la non violenza.  Shirin  Ebadi , nata  nel 1947 e’ stata la prima donna  nominata giudice prima della rivoluzione. Laureata in legge all’universita’di Teheran, e’ stata nominata  presidente del tribunale dal 1975, ma dopo la rivoluzione del 1979 e’ stata costretta  a dimettersi per le leggi  che limitarono  autonomia  e diritti civili alle donne iraniane. Ha difeso le famiglie di alcuni  scrittori e intellettuali uccisi tra il 1998 e il 1999. Nel 2000 ha partecipato ad una  conferenza  a Berlino  sul processo di democratizzazione in  Iran , organizzata  da una fondazione vicina ai Verdi tedeschi, che provoco’ la reazione dei poteri conservatori a Teheran con  l’arresto dei partecipanti tornati  in Iran. Shirin Ebadi,perseguitata,  fu sottoposta ad un processo segreto per aver prodotto e diffuso una video-cassetta  sulla repressione  studentesca  del luglio 1999. La  Ebadi  e’ stata una dei primi giudici donna in Iran e la prima donna  a diventare Presidente della Corte Suprema. Ha fatto molto  ma ha anche pagato sulla propria pelle tutte le sue scelte. Nel 2009  ha lasciato l’Iran per un breve viaggio, alla vigilia della rielezione  del Presidente Ahmadinejad. Da allora non e’ piu’ riuscita a rientrare.

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