Translate

lunedì 2 marzo 2015

La nave del ritorno

Quando il profeta vede dall’alto di una collina la nave all’orizzonte, attesa da dodici anni, le porte del suo cuore si aprono. Il sogno, a lungo coltivato, approda sul lido sicuro della solida realtà. Tuttavia, un filo di nostalgia lo attraversa e lo induce a rispondere alle domande del popolo di Orphalese, che lo implora a prolungare ancora il suo soggiorno.
La nave del ritorno è già pronta sulle acque del porto della città. Lo aspetta paziente, per riportarlo nella sua isola natale. La partenza non si può più rinviare.
Allora il profeta rivela squarci di verità su ciò che esiste tra la nascita e la morte.
Il suo discorso si sofferma sull’amore, sull’amicizia, sulla gioia e la tristezza, sul piacere e sul dolore, sulla ragione e sulle passioni, sul bene e sul male.
Il profeta risponde alla profetessa, al sacerdote, all’eremita, al mercante, all’oratore, al muratore e alla gente comune.
Parla del dare, del comperare, del vendere, del lavoro, della libertà, delle leggi, dell’insegnamento e del conversare.
Le sue riflessioni, ricche di immagini efficaci, si estendono alla coscienza di se, alla religione, alla preghiera, al lento fluire del tempo e alla morte, con l’occhio rivolto all’oggi, che abbraccia nel ricordo il passato e nella speranza il futuro.
La bellezza illumina il sentiero dove passa l’anima, che scala le vette e si aggrappa con ardore alle stelle.
Tutto questo( o quasi) si ritrova nelle splendide pagine del libretto Il profeta dello scrittore libanese Kahlil Gibran.
Una lettura speciale, che trasporta il lettore nel mondo incantato dell’arte, dove brilla l’eternità, che fa vibrare le magiche corde dell’arpa della vita.


Gaetano Bencivinni

Nessun commento :

Posta un commento