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sabato 28 ottobre 2017
venerdì 27 ottobre 2017
E’ l’ora della responsabilità
Intervento
di Rosa Randazzo, portavoce del Centro sociale anziani di Cetraro Centro
Prima
di proporre il mio intervento, a nome del Centro Sociale Anziani , ringrazio il
Consiglio Comunale che ci ha stimolati a riflettere su tematiche così
importanti ed esprimo la solidarietà mia personale e del Centro nella sua
interezza al vicesindaco Fabio Angilica e alla sua famiglia.
Non
abbiamo avuto il tempo di convocare l’assemblea dei soci in quanto l’invito è
arrivato troppo tardi, per cui l documento che io mi appresto a leggere è
frutto del confronto tra i membri del direttivo, presieduto dal presidente
Fausto Gallo. Ci siamo soffermati sul
tema della responsabilità individuale e collettiva per la crescita di una
società coesa.
Spesso
siamo distratti e chiusi nel cerchio delle nostre individualità e dimentichiamo
che una società civile si fonda, trasforma e cresce sul senso di responsabilità
di tutti e di ciascuno.
Il
senso di responsabilità, che è consapevolezza di dover rispondere degli effetti
di azioni proprie e altrui, si forma attraverso l’educazione, ma soprattutto
attraverso la testimonianza.
Compete
alla Scuola, alle varie associazioni, alla politica aiutare a crescere nella
responsabilità e nella cura, ma, presupposto
indispensabile per riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare è
“osare trasformare in sofferenza personale quello che accade”, come afferma
papa Francesco nell’enciclica Laudato
sì.
La
nostra città, che noi tutti amiamo, come tutte le città grandi o piccole che
siano, ha un valore ed un destino storico. E’ patrimonio comune religioso,
culturale, creativo, sociale, economico, che noi abbiamo ricevuto e che non va
dilapidato ma va accresciuto e lasciato in eredità alle generazioni future.
Questa
nostra città presenta periodicamente sintomi di sofferenza, ma ha in sé gli
anticorpi per difendesi da attacchi malavitosi.
E’ necessario, però, fare una lettura della realtà in profondità.
E’
come il movimento delle acque del mare. In superficie esse appaiono agitate, in
balia di forze incontrollabili, ma in profondità ci sono delle correnti che ne
governano il movimento.
Anche
nel profondo della nostra comunità ci
sono correnti che trascinano verso un senso ben preciso: la convivenza pacifica.
Bisogna
saperle individuare queste correnti e lasciarsi trascinare da esse.
E’ la
corrente della legalità, che non è soltanto rispetto della legge. E’ qualcosa
di più. Non tutto ciò che è legale, infatti,
è lecito.
E’ la
corrente della giustizia, che è non solo equa distribuzione delle risorse di un
territorio, ma anche pieno impiego di tutte le risorse umane.
E’
l’ascolto dell’altro, presupposto indispensabile di un dialogare serio ed
efficace.
E’ la
ricerca del Vero che è fratello della
Bellezza. Come recita una profonda poesia di Emily Dickinson.
· * Dal senso di responsabilità
derivano azioni concrete ed impegni precisi.
La
nostra associazione, che ha fini sociali,
qualche giorno fa ha deciso di aprire la propria sede, adesso soltanto
per tre giorni la settimana, non solo ai
soci, ma anche a tutti coloro che vogliono partecipare alle attività ricreative
e culturali che in essa si organizzano.
Assumiamo
oggi l’impegno di stabilire un contatto
con i ragazzi ed i nostri giovani per trovare un terreno su cui costruire
percorsi comuni.
Avanziamo
al Consiglio comunale la proposta di creare una Consulta delle associazioni e
delle organizzazioni impegnate in
attività di solidarietà sociale, ambientale, culturale e ricreative.
Nel
nostro operare abbiamo infatti constatato che le associazioni spesso lavorano
in maniera individualistica senza alcun raccordo tra di loro.
Le
Consulte sono importanti strumenti di partecipazione consapevole alla vita
cittadina. Esse favoriscono la collaborazione tra le associazioni e tra le
associazioni e le istituzioni . Sono luogo di definizione e realizzazione di
iniziative ed attività volte al
raggiungimento di obiettivi comuni : il rispetto delle regole, l’educazione
ad un uso corretto dei canali di comunicazione permessi da Internet, divenuti
canali di diffusione di calunnie e ingiurie, la partecipazione attiva a tutte
le iniziative organizzate da figure istituzionali e sociali.
Insomma
la ricostruzione della comunità sociale passa attraverso interventi a rete, attraverso il ripristino di costruttivi
rapporti interpersonali , attraverso
la sperimentazione di quella che La Pira, cristiano e sindaco della
città di Firenze, chiamava la socialità
operosa del gruppo.
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