Translate

giovedì 18 giugno 2020

Il Caravaggio rubato e il Professore


IL PROFESSORE, UN PERSONAGGIO AMBIGUO

Contribuisce a dare un'atmosfera magica alla narrazione del mio romanzo breve “La mattanza, le tenebre e il castello”, il professor Adriano Corso. È un personaggio ambiguo, che ha fatto un patto con il diavolo per ottenere in cambio della sua anima quei poteri magici che può mettere a disposizione dei clan malavitosi.
Inviato a Pentesilea, una città invisibile, da un clan siciliano, Adriano Corso ha il compito di vigilare sul quadro della “Natività” del Caravaggio, appeso alla parete centrale della Sala di rappresentanza del capoclan locale.
Un personaggio ambivalente, il Professore, che affascina uomini, donne e omosessuali. Nelle sue braccia cadono le due protagoniste femminili, Olga e Lucrezia, che sono anche le amanti del Capo. Uno sgarro, questo, che pagherà caro.

IL FURTO DELLA NATIVITÀ DEL CARAVAGGIO

“La mattanza, le tenebre e il castello” fornisce una spiegazione surreale del furto della “Natività” del Caravaggio, avvenuto a Palermo nel 1969. La ricostruzione fantasiosa che attraversa la narrazione del romanzo prevede che la tela abbia acquisito un valore simbolico, trasformandosi in un vessillo del potere mafioso.
Passando da cosca a cosca, la tela finisce in una stalla abbandonata e viene distrutta da topi e maiali.
Il Capo degli inferi affida ad angeli decaduti e folletti il compito di restaurare la tela e di consegnarla alla sua Corte.
Il filo conduttore è costituito dal regalo che viene fatto al Re delle tenebre, che ha la possibilità di godere di un bagliore di luce sino alla fine dei tempi.
Al Capo degli inferi, punito per la superbia di aver contemplato la bellezza divina, rimane così la splendida tela del Caravaggio come fiammella di luce nelle tenebre assolute.

                                                                                             Gaetano Bencivinni


domenica 14 giugno 2020

Il Premio Città di Cetraro a Yvette Samnick. Seconda edizione


Sarà consegnato alla scrittrice camerunense Yvette Samnick per il romanzo “Perché ti amo” il “Premio di Letteratura Città di Cetraro”. L'evento si svolgerà l'11 dicembre prossimo nell'ambito della seconda edizione della manifestazione organizzata dal Centro Sociale Anziani di Cetraro, presieduto da Vittoria Colistra.
La giuria del Premio è presieduta da Margherita Ganeri, Presidente dell'associazione Italian Diaspora Studies e docente di letteratura contemporanea all'Università degli studi della Calabria.
La seconda edizione del Premio sarà preceduta da un Salotto letterario che si terrà nel mese di ottobre e dal Caffè letterario che avrà inizio il 27 novembre.
Nell'edizione precedente è stata premiata la scrittrice siciliana Maria Attanasio per il romanzo “La ragazza di Marsiglia”.
Il romanzo premiato “Perché ti amo” racconta un'esperienza di violenza domestica e mostra le profonde ferite che ne conseguono. L'autrice di recente ha promosso la fondazione dell'Associazione Camerunense di Lotta contro le Violenze sulle Donne.
-------------
Titolo: Perché ti amo
Autore: Yvette Samnick
Editore: Pellegrini
Collana: Fuori collana
Anno edizione: 2019









mercoledì 10 giugno 2020

Barbariccia e Banban: due personaggi demoniaci


Chi è  Barbariccia?

Barbariccia è il nomignolo che ho dato a don Vito Mulè, mandante dell'assassinio di Andrea Lorusso, protagonista del mio racconto satirico-allegorico “A chi la tocca, la tocca”.
Barbariccia è il capo di una cosca di demoni, formata da Malacoda, Graffiacane, Cagnazzo, e da Rubicante e Farfarello che in groppa ad un ippogrifo massacrano con una raffica di pallottole Lorusso, mentre rientra a casa a bordo della sua utilitaria. L'omicidio avviene a Pentesilea, città invisibile e quindi inesistente.
Il ricorso a queste figure demoniache mi è servito per costruire un clima surreale e simbolico, adatto a trasfigurare i fatti narrati.
I nomi dei demoni non sono di fantasia. Li ho presi in prestito dai canti XXI e XXII dell'Inferno di Dante Alighieri, poco noti perché generalmente non si studiano a scuola.

>>> Ringrazio il fumettista Danilo Romano che mi ha fornito lo schizzo di Barbariccia, disegnato dopo aver letto il mio racconto.


Banban, deforme e cattivo

Per la narrazione del romanzo breve “La mattanza, le tenebre e il castello” mi serviva un personaggio deforme e cattivo.
Per dargli una pennellata di surrealismo, ho pensato allo spiritello maligno Calibano de “La tempesta” di William Shakespeare, frutto dell'incrocio di una strega con un demone.
Per acuire la deformità, mi sono avvalso del gobbo Quasimodo di “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo. Entrambi i personaggi erano funzionali al gioco letterario che intendevo percorrere. Calibano era abbagliato dalla bella Miranda e Quasimodo stravedeva per Esmeralda, così come Banban subisce il fascino femminile di Lucrezia. Il classico rapporto tra la bestia e la bella.
Avevo bisogno, poi, di un tocco di misterioso ribellismo luciferino. L'ho recuperato dal romanzo di Fritz Zorn “Il cavaliere, la morte e il diavolo”, che sprizza una blasfema contestazione dell'ingiustizia divina.
Mi mancava solo di rafforzare la simmetria tra la deformità e la cattiveria. Mi è venuta incontro la novella di Giovanni Verga “Rosso Malpelo”. Il ragazzo verghiano aveva i capelli rossi e proprio per questo era considerato cattivo. Banban è deforme e proprio per questo è considerato cattivo.
Così il personaggio era pronto. Aveva già tutti i requisiti che mi servivano per farlo entrare a pieno titolo nella trama narrativa.

Gaetano Bencivinni


lunedì 1 giugno 2020

[[Liber, libro, libertà. Un libro al mese]] LA CORSARA


Il saggio di Sandra Petrignani è una profonda e documentata ricostruzione delle vicende biografiche e culturali di Natalia Ginzburg, una scrittrice al servizio della verità, nota al grande pubblico per il romanzo “Lessico familiare”.
A lungo pilastro della casa editrice Einaudi di Torino, per le scelte editoriali la Ginzburg ha collaborato attivamente con il marito Leone, con Cesare Pavese, Italo Calvino e Norberto Bobbio.
Petrignani offre una indagine raffinata e puntuale del contesto letterario della seconda metà del Novecento, in cui la Ginzburg ha svolto un ruolo di primo piano nel dibattito culturale, misurandosi con un dinamico mondo intellettuale, formato da autorevoli scrittori come Elsa Morante, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini.
Significativa è la convinzione della Ginzburg che la letteratura non si possa alimentare con romanzi commerciali ma con romanzi di qualità in grado di formare la coscienza critica della comunità.
Petrignani punta anche il dito sugli abbagli che la Ginzburg ha preso in alcune sue scelte editoriali: ha detto no alla pubblicazione del romanzo “Se questo è un uomo” di Primo Levi e ha trascurato la possibile pubblicazione del romanzo di Goliarda Sapienza “L’arte della gioia” che invece è stato un successo editoriale in Francia.
Insomma, “La corsara” è un lavoro brillante che fa conoscere tutti gli aspetti culturali di una scrittrice di prestigio nel mondo letterario contemporaneo.
                                                                                          Gaetano Bencivinni