“Quando
si è anziani, si ha più tempo da dedicare alla lettura, ad attività
ricreative e soprattutto si ha più tempo
per condividere le nostre esperienze così come il Centro sta facendo con le sue numerose iniziative.
Il
Caffè letterario è diventato ormai un appuntamento importante che ha avuto il
merito di promuovere conversazioni su tanti romanzi della letteratura mondiale
e ci ha fatto conoscere tanti luoghi ed artisti di particolare interesse”
Ha
aperto così la sesta giornata del Caffè Letterario il presidente del Centro
Sociale Anziani di Cetraro Fausto Gallo.
La
serata è stata coordinata da Vittoria Colistra, che ha ripercorso i punti
salienti del romanzo La luna e i falò
di Cesare Pavese, oggetto della conversazione letteraria, animata da Gaetano
Bencivinni.
“Il
romanzo, ha detto Colistra, ha come sfondo le macerie del dopoguerra, del
conflitto tra partigiani e fascisti e, come tema centrale, il tema del ritorno.
Il protagonista, emigrato negli Stati Uniti, anche se ha fatto fortuna, sente
che quelle stelle non sono le sue e torna alla ricerca della propria identità,
di se stesso, dei luoghi mitici dell’infanzia, di ciò che il ricordo ha
cristallizzato, per attingere la forza di vivere il presente e avere
consapevolezza del futuro. Ma il ritorno è amaro, il mondo della sua infanzia
non esiste più. Nelle Langhe, pur essendo tutto uguale, alla fine niente è
uguale ed egli vive un senso di infinito sconforto nel mancato riallineamento
del ricordo con la realtà”.
Bencivinni
ha ripercorso gli aspetti significativi del romanzo, sottolineando l’attualità
dell’opera letteraria di Pavese, puntando i riflettori sul rapporto tra globale
e locale, “che costituisce il tratto distintivo del messaggio artistico dello scrittore
piemontese, che ha avuto il merito di anticipare la contraddizione strutturale
della realtà contemporanea, segnata dalla transizione dalla società
agricola alla società industriale, che si presentava all’orizzonte.
“L’attualità
del romanzo, ha sottolineato Bencivinni, è costituita dal rapporto tra locale e
globale, che attraversa il costante colloquio tra due protagonisti maschili.
Nuto crede alla luna e ai falò e rimane legato alla civiltà contadina dove le
superstizioni buone non arrecano danni a nessuno. Anguilla invece non crede più
alla luna e torna alle radici per capire il presente e per costruire il futuro.
La luna e i
falò, pubblicato
nel 1950, si colloca tra la letteratura partigiana e la letteratura
industriale, che a breve si affermerà con La
speculazione edilizia di Italo Calvino,
Il memoriale di Paolo Volponi, La
chiave a Stella di Primo Levi”.
Nel corso della serata sono stati
significativi i contributi apportati dal primo cittadino Angelo Aita, dal vicesindaco
Fabio Angilica, dall’assessore al bilancio Mariella Aita, dal presidente della
Pro loco Ciro Visca e dalla portavoce del Centro Rosa Randazzo.
“Ero fermo all’interpretazione classica del
romanzo di Pavese, ha detto Angelo Aita, basata sull’intreccio tra mito,
ricordo e realtà. Ho seguito con interesse l’interpretazione innovativa che ha
proposto Bencivinni sulla opportunità di rileggere La luna e i falò con gli occhi del mondo e con la nuova prospettiva
della dialettica tra globale e locale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di
Fabio Angilica, che ha puntato il dito sulla efficacia della visione della
realtà locale con l’ottica globale al fine di superare i localismi e gli
orizzonti culturali angusti. “Le nostre scelte amministrative stanno procedendo
lungo questa direzione, che spinge lo sguardo oltre il perimetro angusto del
paese, per allargarne i confini con contenuti culturali a perimetro globale”.
Mariella Aita ha ribadito l’importanza degli
eventi culturali, che certamente contribuiscono a far cresce la comunità. In
particolare, ha apprezzato il taglio del Caffè Letterario e ha largamente
condiviso il contributo che Angilica ha dato alla conversazione, recuperando la
centralità della dialettica tra locale e globale.
Ciro Visca ha spostato la discussione sulle
vicende biografiche dello scrittore piemontese, sottoponendo all’attenzione il
significato del suicidio, i contraccolpi negativi prodotti nella letteratura
dalla scomparsa prematura di un autore così creativo, ha ribadito la necessità
di una riflessione approfondita sul significato dell’esistenza e sul ruolo
della letteratura nel processo di formazione delle nuove generazioni, che
purtroppo non partecipano alle iniziative organizzate a Cetraro dalle associazioni”.
Rosa Randazzo, partendo dal sottotitolo del
romanzo, costituito dalla celebre espressione shakespeariana “ Ripeness is all”
(La maturità è tutto), ha riportato il confronto sulla interpretazione del
romanzo, volta a privilegiare la rivisitazione della esperienza vissuta nel
paese con la maturità acquisita attraverso le conoscenze derivanti sia dal
percorso di crescita personale sia dalle esperienze acquisite nel confronto con
le altre culture. Con gli occhi della maturità anche gli angoli più sperduti
del paese si rivedono in modo diverso e più approfonditi.
Fausto Gallo ha concluso la serata sottolineando la presenza degli
amministratori comunali e del consigliere Carmine Quercia.
Il prossimo appuntamento è fissato per l’11 dicembre con la
seconda parte di Palazzi e gente di
Cetraro, che sarà curata da Carlo Andreoli.
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