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lunedì 18 febbraio 2019

"A chi la tocca la tocca". Un racconto umoristico che si legge tutto d'un fiato



"A chi la tocca la tocca" di Gaetano Bencivinni (su Amazon). Imperdibile.
Da leggere d'un fiato, senza respiro ( preparatevi un bicchier d'acqua) non perché sia un incubo ma perché si entra in un dramma che ha il sapore della tragedia antica. E si resta in attesa di un "deus ex machina" che sciolga l'enigma perché i poteri dello stato hanno tralignato, cioè fallito, per complicità e/o dabbenaggine, per cui la delinquenza organizzata continua a scorazzare truculenta e mortifera. 
Il luogo è un paese immaginario ma verosimile come nelle città invisibili di Calvino: può essere ovunque e l'accadere è in ognidove. 
L'autore è Gaetano Bencivinni, raffinato letterato, docente nei licei, da sempre in prima fila nella lotta alla 'ndrangheta. E' presidente del premio internazionale Giannino Losardo, il sindaco onesto e galantuomo trucidamente assassinato anni addietro dalla mafia.Delitto tuttora impunito! 
Il corredo letterario che Gaetano utilizza è quello dei grandi scrittori che da sempre hanno "scavato" nell'animo umano, sondato "il cuore di tenebra" in cui s'annida il male dell'uomo. L' oscuro "kakòn", il male assoluto, insomma che manda in paranoia una comunità nell'asservimento alla prepotenza e alla violenza sperando di ricavarne benefici che non ottiene.
E qui è d'obbligo evocare i demoni di Dostoevskij come puntualmente fa l'autore. 
Il racconto è a volte altisonante, un'iperbole in contrapposizione al male reale che ci affligge. Poi assume i toni teneri, dolenti degli affetti famigliari come quello della madre che serve l'ultima cena al protagonista con la consapevolezza del destino crudele che lo attende. 
Colpisce anche la tecnica narrativa, non usuale, dello sdoppiamento dell'autore che appare ora come cronista, a volte come co-protagonista.
Ultimata la lettura, e bevuto il bicchier d'acqua, mi son chiesto: allora non c'è salvezza? E sono andato al titolo pensando che basterebbe modificarlo in "Tocca a chi tocca", unicuique suum, a ciascuno il suo sciascianamente e le cose potrebbero raddrizzarsi.
Poi, per vezzo professionale da pittore, ho colto la bellezza dei paesaggi mozzafiato, il murmure del mare, e ancora mi sono chiesto come possa tanta bellezza sopportare lo sfregio della violenza.

Enzo Pellegrino

mercoledì 13 febbraio 2019

Recensione di Stefano Avolio al racconto "A chi la tocca, la tocca"


Pubblichiamo la recensione di Stefano Avolio, apparsa su Amazon.it:

Si tratta di un breve e piacevolissimo racconto ambientato in un paese immaginario dove si muovono personaggi fantastici e caricaturali. Ogni tanto il velo immaginifico del racconto mostra delle lacerazioni dalle quali si indovina il mondo reale che anima e dà sostanza alle maschere che si muovono sul palcoscenico di questa rappresentazione. Ed è una realtà dura, spesso ingiusta, dolorosa nella sua essenza. In bocca rimane l'agrodolce che nasce dal contrasto tra le caricature dei personaggi e la triste profonda verità che sottende la narrazione.

"A chi la tocca, la tocca", un racconto di Gaetano Bencivinni

A chi la tocca la tocca è un racconto satirico – allegorico che narra di episodi demoniaci a Pentesilea, città invisibile di Italo Calvino.

Il fatto di cronaca, costituito da un delitto mafioso rimasto impunito e che fa da filo conduttore al percorso narrativo, è trasfigurato da fantasticherie diaboliche, immagini apocalittiche e richiami letterari volutamente altisonanti.


Se qualcuno crede di individuare fatti o personaggi reali, lo avverto che non ho inteso scrivere un saggio, ma ho voluto semplicemente costruire un racconto di fantasia. Pertanto, ogni eventuale riferimento a persone o a fatti va considerato assolutamente casuale, anche se va aggiunto che il dilemma tra finzione e realtà rimane sempre irrisolto e che i fatti, anche quando sembrano veri, in realtà diventano un’altra cosa, perché sono deformati dalla trasfigurazione. I fatti sfumano nell’invisibile e si trasformano in simboli.



lunedì 4 febbraio 2019

Al via la prima edizione del concorso Con CreatiVita –E’ Vita, E’ Futuro!



Cetraro- “Promuovere tra i giovani la cultura della vita in tutte le dimensioni dell’ esistenza, dall’embrione all’esalazione dell’ultimo respiro. Promuovere la cultura dell’accoglienza della vita debole, minacciata e bisognosa dell’essenziale. Solo così  l’umanità si apre ad un futuro di speranza. Solo cos è vita, è futuro nelle famiglie”. Così si è espresso don Loris Sbarra, parroco della parrocchia San Marco Evangelista di Cetraro, nel presentare la prima edizione del premio Con  CreatiVita–E’ Vita, E’ Futuro! Concorso di disegno e creatività  promosso dall’Ufficio diocesano Famiglia e vita della diocesi di San Marco Argentano-Scalea di cui è responsabile don Loris.




Il concorso era diretto agli allievi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. I ragazzi sono stati invitati ad esprimere in maniera creativa il messaggio proposto dalla CEI per la quarantunesima Giornata per la vita E’Vita, E’ Futuro!

Il premio per la categoria racconto/poesia -  Scuola secondaria di secondo grado è stato assegnato a Miriam Di Salvo del liceo “Silvio Lopiano” di Cetraro.
Il premio per la categoria racconto/poesia - Scuola secondaria di primo grado è stato assegnato a Giulia Leporini dell’Istituto Comprensivo “Corrado Alvaro” di Cetraro.





Il premio per la categoria  disegno/pittura -Scuola secondaria di primo grado è stato assegnato a Elisa De Morelli, dell’ Istituto Comprensivo di Guardia Piemontese “Gaetano Cistaro” di Acquappesa.

Il premio per la categoria  disegno/pittura - Secondaria di secondo grado è stato assegnato al lavoro di gruppo degli alcuni Rumbolo Martina, Borrello Francesco, Bellizzi Francesco, Fasano Andrea e Raimondo Angelica dell’Istituto Ipsia Sant'Agata di Esaro.           
Il premio per la categoria Fotografia - Scuola secondaria di primo e secondo grado è stato assegnato ad Adriana Quercia dell’Istituto Comprensivo “Corrado Alvaro” di Cetraro.




 La commissione  era formata dai docenti Vittoria Colistra, Pina Laino, Ferruccio Milone, Rosa  Randazzo.
A ciascun premiato è stata assegnata una borsa di studio di trecento euro.
L’evento, che si è svolto domenica 3 febbraio nella sala convegni della Colonia San Benedetto di Cetraro è stato un vero  e proprio inno alla vita, una festa.
Una  sala, gremita da molti ragazzi  e giovani accompagnati dai genitori e da qualche nonna, si è commossa alla testimonianza di una coppia che, di fronte ad una gravidanza patologica, mentre la medicina consigliava l’aborto terapeutico, ha scelto  di portare a termine la gravidanza, “non per dovere morale, non per fondamentalismo religioso, ma per dare dignità a nostra figlia. Per darle ciò che il mondo le toglieva, la dignità di persona. Le abbiamo regalato l’unica vita che avrebbe avuto, quella nel grembo materno”. Toccante anche la testimonianza di un’altra mamma che ha vissuto la stessa esperienza.
“Quando si sceglie di amare non si rimane mai delusi”. La scelta di vita fatta dalle due famiglie ha dato vita all’associazione “AMORE” che ha come obiettivo quello di sostenere le famiglie che, di fronte ad una gravidanza patologica, scelgono non la morte, ma la vita.






                                                                                                                                   
Nel corso della manifestazione sono intervenuti tra gli altri Concetta Grosso presidente provinciale del CIF e responsabile della fondazione Gabriele Grosso e Cristina Sbano, socia del CAV e MPV Sorgente di Vita.
La festa è stata allietata dal coro delle mamme dei numerosi ragazzi che frequentano l’oratorio San Giovanni Paolo II di Cetraro.
Il coro, che ha mostrato un apprezzabile ed armonico equilibrio vocale e, soprattutto, umano, ha proposto un repertorio vario, frutto di una attenta ricerca per  adattarsi al tema della giornata.


                                                                                                   Rosa Randazzo