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sabato 30 aprile 2016

Caffè letterario. L’arte pittorica di Antonello da Messina


Si è conclusa il 29 aprile, con un interessante intervento dell’architetto Carlo Andreoli sul tema “L’arte pittorica di Antonello da Messina”, la IV edizione del Caffè letterario, promossa e organizzato dal Centro sociale anziani di Cetraro. L’architetto Andreoli è già stato protagonista lo scorso 15 aprile di un altro apprezzato intervento sul tema “L’arte pittorica di Renato Guttuso”, incentrando, appunto, la sua relazione su uno degli artisti simbolo della Sicilia più autentica, le cui originali e affascinanti opere coniugano, come è noto, arte, impegno civile e battaglie politiche.
Da sottolineare, inoltre, che il relatore è un esperto del patrimonio artistico della nostra regione e da anni studia, in particolare, i beni artistici del Tirreno cosentino. Ha pubblicato saggi e monografie sull’argomento e collabora con riviste specializzate e siti web.
Gli altri due appuntamenti che hanno caratterizzato questa nuova edizione del Caffè letterario del Centro sociale anziani hanno, invece, avuto come protagonista il professor Gaetano Bencivinni, che ha, a sua volta, incentrato i suoi interventi sui libri “Bagheria” di Dacia Maraini e “L’olivo e l’olivastro” di Vincenzo Consolo.
Proprio a questo libro, nel quale l'autore rivisita, con linguaggio poetico e vibrante, il passato della sua terra, considerato uno dei punti più alti della narrativa consoliana, Gaetano Bencivinni ha recentemente dedicato una articolata nota, intitolata “Nostalgia di un esule siciliano”.
 “Il metaromanzo  L’olivo e l’olivastro dello scrittore siciliano Vincenzo Consolo - ha, infatti, scritto - ha come protagonista la Sicilia, crocevia di civiltà, terra di grandi scrittori ed artisti, teatro di drammi sociali, di fenomeni malavitosi, di corruzione, di morti ammazzati, di faccendieri, truffaldini e mafiosi. Un’isola, ricca di paesaggi splendidi, di beni artistici di pregio, di storie e di leggende, verso cui lo scrittore, emigrato a Milano, tende nostalgicamente le mani. Una narrazione, sorretta da un linguaggio poetico, vibrante, evocativo, antico e nuovo, che ha il merito di fornire al lettore immagini di una Sicilia avvolta nel mito e tuttavia segnata da oltraggi della natura e della storia. I terremoti di Gibellina, di Messina e di Noto, l’eruzione dell’Etna, il malgoverno e la negligenza delle classi dirigenti, l’emigrazione, l’inquinamento prodotto dalle raffinerie di Milazzo, Augusta e Gela, il dramma degli zolfatari, le manifestazioni e le lotte contadine. Una storia intrecciata di sofferenze, di ribellioni e di voglia di costruire il futuro. Tutto si svolge nella cornice ideale del viaggio mitico di Ulisse, simbolo dell’esule che tra le tempeste della vita non perde mai la voglia di tornare nella sua Itaca tra gli affetti familiari. Anche Consolo, così come aveva già fatto il grande scrittore Giovanni Verga, vive con nostalgia la sua lontananza dalla Sicilia, anche se non perde mai la voglia di rivisitare i luoghi dove ha trascorso la giovinezza. L’amarezza dello scrittore è che purtroppo l’olivastro, simbolo di barbarie e di selvatichezza, prevale sull’olivo, simbolo di civiltà, di cultura e di progresso”.

Clelia Rovale
                                                           

In ricordo di Mario Antonuccio

Caro Mario,caro presidente,
era sera,quel giovedì 16 Febbraio 2016,quando improvvisamente ci è giunta la notizia della tua dipartita.
Siamo rimasti sconvolti per la grave perdita che tutti noi avremmo sentito per la tua mancanza. Eri qui presente,quella sera,come tutte le altre. Ci eravamo appena lasciati e nessuno si sarebbe aspettato una così triste notizia.
Vogliamo esprimere,prima di tutto,il nostro affetto,la nostra vicinanza e il nostro conforto alla tua cara moglie Anna, a tuo figlio Francesco,alla tua nuora,alle tue care nipotine che tanto adoravi e ai parenti tutti.
Hai partecipato sempre attivamente alla vita del Centro,sin dal lontano 2000,anche quando eravamo in altre sedi,alla ricerca di una sede migliore.
Sappiamo tutti l’amore che nutrivi per il Centro. Ma noi lo vogliamo ricordare a noi stessi e anche agli altri,che pur conoscendoti,non possono sapere quanto lavoro tu hai fatto per esso,quanto tempo gli hai dedicato per migliorare e rendere più agibili e fruibili i locali che oggi abbiamo in comodato d’uso,anche per il tuo continuo interessamento.
Non possiamo dimenticare il contributo enorme che tu hai dato. Certamente anche noi ti abbiamo dato una mano,da quando il comune di Cetraro ha messo a nostra disposizione questi locali di via San Francesco.
Abbiamo dovuto provvedere alla rimozione dei materiali in essi contenuti,alla pulizia e alla rifinitura delle pareti,agli addobbi delle diverse sale,al trasporto delle suppellettili dalla precedente sede di via Vito Occhiuzzi,alla manutenzione e alla messa a punto di tutto quanto era necessario per poter accogliere ,nel migliore dei modi,quanti potevano e volevano frequentare la nostra sede e tu hai saputo guidare e contribuire a fare tutte queste cose.
Hai completato la tua opera con la realizzazione della sala convegni e con il miglioramento dei locali adibiti ai servizi. Eri soddisfatto di tutto questo e noi te ne rendiamo merito.
Nominato presidente nell’Aprile 2012 per le dimissioni dell’uscente Cocco, e riconfermato nel 2014 con l’elezione del nuovo direttivo,cercavi sempre le occasioni più opportune per portare nuovi iscritti al Centro. Ti inventavi di tutto,eri l’organizzatore principale delle gite turistiche e religiose,volevi rendere il Centro parte di te stesso e ci sei riuscito. Hai voluto definirti il presidente operaio perché sapevi di poter dare tutto al Centro e spesso lasciavi casa e famiglia per completare la tua opera.
Noi ti siamo e ti saremo sempre grati di questo. Non sappiamo però se riusciremo a portare avanti tutto quello che tu avevi in mente. Oggi, anche per mettere un chiodo o per attaccare una lampadina, abbiamo bisogno di aiuto. Certo, ce la metteremo tutta per condurre,nel migliore dei modi,questa magnifica associazione, dedita alla socializzazione, al tempo libero, alla beneficienza e alla cultura con l’obiettivo di dare un contributo alla formazione e all’educazione dell’uomo e del cittadino.
Grande ed onesto lavoratore, amico di tutti noi, ti ricorderemo sempre. Ti porteremo sempre nei nostri cuori, sicuri che anche tu volgerai il tuo sguardo benevolo verso di noi che ti immaginiamo nelle braccia della Madonna e dei Santi, ai quali tu eri tanto devoto e ai quali ti rivolgevi nelle tue preghiere ed anche nei tuoi sogni,che spesso ci raccontavi.
Grazie Mario.
                                                                                                
Osvaldo Tarsitano
       

martedì 26 aprile 2016

Nostalgia di un esule siciliano


Il metaromanzo L’olivo e l’olivastro dello scrittore siciliano Vincenzo Consolo ha come protagonista la Sicilia, crocevia di civiltà, terra di grandi scrittori ed artisti, teatro di drammi sociali, di fenomeni malavitosi, di corruzione, di morti ammazzati, di faccendieri, truffaldini e mafiosi.
Un’isola, ricca di paesaggi splendidi, di beni artistici di pregio, di storie e di leggende, verso cui lo scrittore, emigrato a Milano, tende nostalgicamente le mani.
Una narrazione, sorretta da un linguaggio poetico, vibrante, evocativo, antico e nuovo, che ha il merito di fornire al lettore immagini di una Sicilia avvolta nel mito e tuttavia segnata da oltraggi della natura e della storia.
I terremoti di Gibellina, di Messina e di Noto, l’eruzione dell’Etna, il malgoverno e la negligenza delle classi dirigenti, l’emigrazione, l’inquinamento prodotto dalle raffinerie di Milazzo, Augusta e Gela, il dramma degli zolfatari, le manifestazioni e le lotte contadine.
Una storia intrecciata di sofferenze, di ribellioni e di voglia di costruire il futuro.
Tutto si svolge nella cornice ideale del viaggio mitico di Ulisse, simbolo dell’esule che tra le tempeste della vita non perde mai la voglia di tornare nella sua Itaca tra gli affetti familiari.
Anche Consolo, così come aveva già fatto il grande scrittore Giovanni Verga, vive con nostalgia la sua lontananza dalla Sicilia, anche se non perde mai la voglia di rivisitare i luoghi dove ha trascorso la giovinezza.
L’amarezza dello scrittore è che purtroppo l’olivastro, simbolo di barbarie e di selvatichezza, prevale sull’olivo, simbolo di civiltà, di cultura e di progresso.


Gaetano Bencivinni

venerdì 22 aprile 2016

Caffè letterario. Vincenzo Consolo e Renato Guttuso


Si è svolto giovedì sera il terzo appuntamento con la IV edizione del “Caffè letterario” promosso e organizzato dal Centro sociale anziani di Cetraro.
L’evento culturale, caratterizzato dal commento del professor Gaetano Bencivinni, si è incentrato sul libro “L’olivo e l’olivastro” di Vincenzo Consolo, un libro definito “Viaggio immaginario in Sicilia, sulle tracce della memoria letteraria: dalle vicende dei Malavoglia ai personaggi del mito come Ulisse, dai ricordi di viaggio di Goethe e Maupassant, all'incontro fra Verga e Pirandello.”
Un libro originale nel quale l'autore rivisita con linguaggio poetico e vibrante il passato della sua terra, che rappresenta uno dei punti più alti della narrativa consoliana.
Un’opera letteraria nella quale il viaggio, costante topos letterario dell’autore, diviene metafora della solitudine, abbandono della terra natia e ritorno in essa attraverso un percorso tutto intellettuale di luoghi e di memoria.
Lo stesso professor Bencivinni, nella sua relazione, ha sottolineato le peculiarità della narrativa di Vincenzo Consolo e le tematiche che lo accomunano al suo conterraneo Renato Guttuso, il grande artista sul quale è stato incentrato il secondo appuntamento del Caffè letterario, curato dall’architetto Carlo Andreoli, seguito al primo appuntamento dedicato al libro “Bagheria” di Dacia Maraini.
“Lo scrittore e saggista Vincenzo Consolo – ha detto il professor Bencivinni - nel suo volume “Di qua dal faro” dedica pagine significative all’arte pittorica di Renato Guttuso. L’autore sottolinea i tratti distintivi del realismo, che attraversa la produzione artistica del pittore bagherese, formatosi nel decennio tra il 1920 e il 1930 in cui le grandi questioni sociali, che hanno fatto seguito alla Grande Guerra, tenevano banco nel dibattito politico e sociale italiano.
Temi politici, l’impegno sociale, lo sguardo rivolto alle grandi vicende belliche costituiscono la cornice all’interno della quale Guttuso costruisce i suoi dipinti, volti a cogliere nel perimetro simbolico di Bagheria e della Sicilia quelle che Consolo definisce le offese sull’uomo della Natura e della Storia. “Palinuro”, “La fuga dall’Etna”, “La crocifissione”, “Lo zolfatorello ferito”, “La notte di Gibellina” e le tante nature morte esprimono il dramma esistenziale dell’uomo, spesso oltraggiato dalla tragedia, dal dolore, dai conflitti sociali, dalle guerre, dai terremoti. “La fuga dall’Etna”, cui corrisponde specularmente “La notte di Gibellina”, indica la fuga della gente dall’eruzione vulcanica che cerca la libertà, portando dietro gli arnesi di lavoro, recandosi a valle, a sottolineare la persistente fiducia nel futuro. Ne “La notte di Gibellina” il cammino delle fiaccole, rette dalla gente che sale verso l’Acropoli di Gibellina, sta ad indicare invece l’impulso di solidarietà che anima gli uomini quando sono colpiti dalle catastrofi naturali. Ne “La crocifissione”, ancora una volta esprime il dolore esistenziale, rappresentato dal volto di Cristo nascosto.
E’ così che Guttuso ha inteso esprimere la sofferenza di Cristo, che rappresenta il dramma di tutti gli uomini sottoposti costantemente agli oltraggi della Storia.
Il merito del pittore bagherese è di aver saputo cogliere nel particolare il messaggio universale del dolore”.
L’ultimo appuntamento con questa nuova edizione del Caffè letterario è, invece, previsto per il 29 aprile e sarà incentrato sull’interessante intervento dell’architetto Carlo Andreoli  sul tema “L’arte pittorica di Antonello da Messina”.


Clelia Rovale                     

giovedì 14 aprile 2016

Renato Guttuso, un pittore realista


Lo scrittore e saggista Vincenzo Consolo nel suo volume Di qua dal faro dedica pagine significative all’arte pittorica di Renato Guttuso.
L’autore sottolinea i tratti distintivi del realismo, che attraversa la produzione artistica del pittore bagherese, formatosi nel decennio tra il 1920 e il 1930 in cui le grandi questioni sociali, che hanno fatto seguito alla Grande Guerra, tenevano banco nel dibattito politico e sociale italiano.
Temi politici, l’impegno sociale, lo sguardo rivolto alle grandi vicende belliche costituiscono la cornice all’interno della quale Guttuso costruisce i suoi dipinti, volti a cogliere nel perimetro simbolico di Bagheria e della Sicilia quelle che Consolo definisce le offese sull’uomo della Natura e della Storia.
Palinuro, La fuga dall’Etna, La crocifissione, Lo zolfatorello ferito, La notte di Gibellina e le tante nature morte esprimono il dramma esistenziale dell’uomo, spesso oltraggiato dalla tragedia, dal dolore, dai conflitti sociali, dalle guerre, dai terremoti.
La fuga dall’Etna, cui corrisponde specularmente La notte di Gibellina, indica la fuga della gente dall’eruzione vulcanica che cerca la libertà, portando dietro gli arnesi di lavoro, recandosi a valle, a sottolineare la persistente fiducia nel futuro.
Ne La notte di Gibellina il cammino delle fiaccole, rette dalla gente che sale verso l’Acropoli di Gibellina, sta ad indicare invece l’impulso di solidarietà che anima gli uomini quando sono colpiti dalle catastrofi naturali.
Ne La crocifissione, ancora una volta esprime il dolore esistenziale, rappresentato dal volto di Cristo nascosto.
E’ così che Guttuso ha inteso esprimere la sofferenza di Cristo, che rappresenta il dramma di tutti gli uomini sottoposti costantemente agli oltraggi della Storia.
Il merito del pittore bagherese è di aver saputo cogliere nel particolare il messaggio universale del dolore.

Gaetano Bencivinni


domenica 10 aprile 2016

In giro per Cosenza vecchia

Si è concluso giorno 16 marzo 2016 il ciclo “Aspettando il Natale nell’arte”, iniziato il 5 dicembre 2015 con la proiezione nella sede del Centro di notevoli capolavori artistico - storici della città di Cosenza.
La comitiva,composta da circa cinquanta soci, è partita da Cetraro alle ore 8.00, per arrivare a Cosenza verso le ore 9.30 in piazza XV Marzo, dedicata ai Martiri del Risorgimento, dove sorgono il Palazzo del Governo, il Teatro Rendano, l’Accademia Cosentina e la Biblioteca Civica. Opere tutte magnificamente commentate dall’esperto architetto Carlo Andreoli.
Pausa al Caffè Renzelli, visita al Duomo, al Liceo “Bernardino Telesio” e passeggiata verso il Centro Storico di Cosenza vecchia, per la Chiesa di San Francesco d’Assisi, dove abbiamo ammirato capolavori d’arte in essa contenuti, con particolare attenzione alla “Cappella Gentilizia di Santa Caterina di Aessandria d’Egitto” risalente all’anno 1500. A seguire,visita alla chiesa di San Domenico e passeggiata verso “il salotto cosentino” -Corso Mazzini- magistralmente ristrutturato e adibito a zona pedonale.
Pranzo e visita, accompagnati dal direttore ing. Crucitti e dai suoi collaboratori e dalla presidente di Federanziani, dott.ssa Maria Brunella Stancato, alla sede RAI di Cosenza,per visionare le moderne attrezzature tecnologiche usate nella ricezione e trasmissione delle informazioni che  vengono rese al pubblico.
La giornata si è conclusa con il rientro a Cetraro verso le 19.30,soddisfatti di aver passato insieme una bella ed educativa giornata.

Osvaldo Tarsitano


sabato 9 aprile 2016

Al via la IV Edizione del Caffè Letterario 2016




Prima di dare inizio alla IV edizione del Caffè letterario ha preso la parola l'Assessore alla Cultura e Vice Sindaco di Cetraro l'Ing. Fabio Angilica che ha ricordato la figura del compianto Presidente Mario Antonuccio, successivamente anche la Prof. Vittoria Colistra membro del Direttivo e moderatrice della serata  a nome del Centro Anziani ha rivolto un pensiero al Presidente Antonuccio esprimendo parole di conforto e di vicinanza alla moglie Anna, al figlio Francesco, alla nuora ed ai nipoti.
Il Prof. Gaetano Bencivinni ha aperto la IV edizione del Caffè Letterario con il Romanzo Bagheria di Dacia Maraini, la serata che  si è svolta nella sede del Centro ha registrato una rilevante partecipazione di pubblico.

venerdì 8 aprile 2016

Letteratura e Arte in Sicilia

La Bagheria di Renato Guttuso e di Dacia Maraini, intenso laboratorio culturale del secolo scorso, fatto di libertà creativa e realismo, di tensione etica e impegno civile, ma anche la Sicilia nostalgica dello scrittore Vincenzo Consolo e la Sicilia di Antonello da Messina, il più grande pittore siciliano del ‘400.
Questi gli interessanti temi su cui verterà la IV edizione de “Il Caffè letterario” organizzato dal “Centro sociale anziani” di Cetraro, che prenderà il via l’8 aprile e sarà articolato in quattro appuntamenti.
Nella sede dell’associazione, si svolgerà un’ampia discussione sul libro “Bagheria” di Dacia Maraini, curata dal professor Gaetano Bencivinni, che, essendo siciliano d’origine, conosce in modo profondo le tematiche in oggetto. Come è noto, il libro della Maraini è un lungo racconto autobiografico, che parla della Sicilia, ma, in particolare, della città di Bagheria, nella quale la scrittrice arrivò da bambina, dopo due durissimi anni di prigionia trascorsi in un campo di concentramento giapponese che lei descrive facendo emergere ricordi, sapori, odori, affetti profondi, scoperte, natura, ma anche mafia, scempi edilizi, arroganza.
La stessa Dacia Maraini tenne proprio a Cetraro, nel 1993, una conferenza, organizzata dal Liceo scientifico nell’ambito della Settimana della cultura scientifica, soffermandosi, in modo brillante ed efficace, su tanti aspetti dei suoi romanzi e sui nuovi orizzonti della letteratura.
La relazione introduttiva, tenuta in quella occasione dallo stesso Gaetano Bencivinni, è stata poi inclusa nel volume “Intervento a rete”, edito dalla casa editrice Periferia di Cosenza.
 Quasi vent’anni dopo, la scrittrice è ritornata a Cetraro su invito dell’associazione culturale “Cantiere Sociale Santa Lucia”. In quella occasione si è, invece, soffermata sulla questione femminile, ricevendo dal Laboratorio sperimentale “Giovanni Losardo” lo Scrigno della legalità.
Il secondo appuntamento del Caffè letterario si svolgerà il 15 aprile e verterà su una interessante relazione dell’architetto Carlo Andreoli sul tema “L’arte pittorica di Renato Guttuso”, uno dei simboli della Sicilia più autentica, le cui originali e affascinanti opere coniugano arte, impegno civile e battaglie politiche. Da sottolineare che il relatore è un esperto del patrimonio artistico della nostra regione e da anni studia i beni artistici del Tirreno cosentino, con la pubblicazione di saggi e monografie sull’argomento e collaborazioni con riviste specializzate e siti web.
Il terzo appuntamento, previsto il 21 aprile, nuovamente caratterizzato dal commento del professor Bencivinni, sarà incentrato sul libro “L’olivo e l’olivastro” di Vincenzo Consolo, un libro definito dagli esperti “un viaggio immaginario in Sicilia, sulle tracce della memoria letteraria: dalle vicende dei Malavoglia ai personaggi del mito come Ulisse, dai ricordi di viaggio di Goethe e Maupassant all'incontro fra Verga e Pirandello.
Un libro originale nel quale l'autore rivisita con linguaggio poetico e vibrante il passato della sua terra e che rappresenta uno dei punti più alti della narrativa consoliana, in cui  il viaggio, costante topos letterario dell’autore, diviene metafora della solitudine, abbandono della terra natia e ritorno in essa attraverso un percorso tutto intellettuale di luoghi e di memoria.
L’ultimo appuntamento con questa nuova edizione del Caffè letterario è previsto per il 29 aprile e sarà incentrato sull’interessante intervento dell’architetto Carlo Andreoli  sul tema “L’arte pittorica di Antonello da Messina”.

Clelia Rovale
                                                                                  

venerdì 1 aprile 2016

Una Vendemmia letteraria


Rapporto fra le generazioni, questione ebraica, colonialismo, Resistenza partigiana e guerra, ruolo degli intellettuali nelle diverse epoche storiche e giustizia. Su questi temi ruota il libretto Vendemmia di Gaetano Bencivinni,  con la realizzazione grafica della Dgm informatica, che  costruisce un mosaico letterario formato dai migliori romanzi della letteratura mondiale: Da Padri e figli dello scrittore russo Ivan Turgenev a  Papà Goriot di Honorè de Balzac, da Resurrezione di Lev Tolstoj  a Il maestro e Margherita di Michail  Bulgakov, da Joseph Conrad a Isaac Bashevis Singer.
 Il libretto, dedicato al “Centro sociale anziani” di Cetraro e a Rai senior di Cosenza, ha il merito di mettere insieme i risultati delle diverse edizioni del Caffè letterario  e dei contributi  online, che Bencivinni  ha elaborato con la finalità di allargare al web il confronto sulle tematiche letterarie proposte.
I singoli  romanzi scelti, circa quaranta, sono legati da un filo conduttore, che spinge il lettore a riflettere sull’importanza dei classici anche e soprattutto nel contesto contemporaneo in cui la letteratura può e deve continuare a svolgere un ruolo rilevante nella formazione culturale delle nuove generazioni.
Vautrin e gli onorati cialtroni borghesi, il nichilismo di Bazarov, il mistero delle grotte Marabar, Primo Levi e il canto di Ulissela maledizione di Caino ed altri temi significativi segnano il percorso seguito da  Bencivinni, che ha inteso trattare con un linguaggio semplice e chiaro problemi complessi, filosofici, politici e letterari, con l’obiettivo di consentire al vasto pubblico del web di avvicinarsi al fascino della letteratura, segnalando aspetti moderni ed attuali  e messaggi  sempre validi dei grandi autori  della letteratura mondiale.


Tiziana Ruffo