Si è svolto giovedì sera il terzo appuntamento con la IV edizione del “Caffè letterario” promosso e organizzato dal Centro sociale anziani di Cetraro.
L’evento
culturale, caratterizzato dal commento del professor Gaetano Bencivinni, si è
incentrato sul libro “L’olivo e l’olivastro” di Vincenzo Consolo, un libro
definito “Viaggio immaginario in Sicilia, sulle tracce della memoria letteraria:
dalle vicende dei Malavoglia ai personaggi del mito come Ulisse, dai ricordi di
viaggio di Goethe e Maupassant, all'incontro fra Verga e Pirandello.”
Un
libro originale nel quale l'autore rivisita con linguaggio poetico e vibrante
il passato della sua terra, che rappresenta uno dei punti più alti della
narrativa consoliana.
Un’opera
letteraria nella quale il viaggio, costante topos letterario dell’autore,
diviene metafora della solitudine, abbandono della terra natia e ritorno in
essa attraverso un percorso tutto intellettuale di luoghi e di memoria.
Lo
stesso professor Bencivinni, nella sua relazione, ha sottolineato le
peculiarità della narrativa di Vincenzo Consolo e le tematiche che lo
accomunano al suo conterraneo Renato Guttuso, il grande artista sul quale è
stato incentrato il secondo appuntamento del Caffè letterario, curato
dall’architetto Carlo Andreoli, seguito al primo appuntamento dedicato al libro
“Bagheria” di Dacia Maraini.
“Lo
scrittore e saggista Vincenzo Consolo – ha detto il professor Bencivinni - nel
suo volume “Di qua dal faro” dedica pagine significative all’arte pittorica di
Renato Guttuso. L’autore sottolinea i tratti distintivi del realismo, che
attraversa la produzione artistica del pittore bagherese, formatosi nel
decennio tra il 1920 e il 1930 in cui le grandi questioni sociali, che hanno
fatto seguito alla Grande Guerra, tenevano banco nel dibattito politico e
sociale italiano.
Temi
politici, l’impegno sociale, lo sguardo rivolto alle grandi vicende belliche
costituiscono la cornice all’interno della quale Guttuso costruisce i suoi
dipinti, volti a cogliere nel perimetro simbolico di Bagheria e della Sicilia
quelle che Consolo definisce le offese sull’uomo della Natura e della Storia. “Palinuro”,
“La fuga dall’Etna”, “La crocifissione”, “Lo zolfatorello ferito”, “La notte di
Gibellina” e le tante nature morte esprimono il dramma esistenziale dell’uomo,
spesso oltraggiato dalla tragedia, dal dolore, dai conflitti sociali, dalle
guerre, dai terremoti. “La fuga dall’Etna”, cui corrisponde specularmente “La
notte di Gibellina”, indica la fuga della gente dall’eruzione vulcanica che
cerca la libertà, portando dietro gli arnesi di lavoro, recandosi a valle, a
sottolineare la persistente fiducia nel futuro. Ne “La notte di Gibellina” il
cammino delle fiaccole, rette dalla gente che sale verso l’Acropoli di
Gibellina, sta ad indicare invece l’impulso di solidarietà che anima gli uomini
quando sono colpiti dalle catastrofi naturali. Ne “La crocifissione”, ancora
una volta esprime il dolore esistenziale, rappresentato dal volto di Cristo
nascosto.
E’
così che Guttuso ha inteso esprimere la sofferenza di Cristo, che rappresenta
il dramma di tutti gli uomini sottoposti costantemente agli oltraggi della
Storia.
Il
merito del pittore bagherese è di aver saputo cogliere nel particolare il
messaggio universale del dolore”.
L’ultimo
appuntamento con questa nuova edizione del Caffè letterario è, invece, previsto
per il 29 aprile e sarà incentrato sull’interessante intervento dell’architetto
Carlo Andreoli sul tema “L’arte
pittorica di Antonello da Messina”.
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