Joseph
Conrad, fra i massimi scrittori a cavallo fra Ottocento e Novecento,e’ forse
quello che ha saputo in modo piu’ acuto percepire il senso profondo della crisi
d’identita’ vissuta dalle persone alle soglie dell’epoca moderna. Egli, nei
temi trattati nei suoi libri,cerca sempre di trovare un senso all’esistenza in
un tempo in cui i valori tradizionali stanno perdendo il carattere assoluto,che
avevano avuto fino ad allora. Il progresso sociale, il pensiero politico, così
come il colonialismo o la rivoluzione,sono forse dimensioni ineluttabili, che
possono trovare delle giustificazioni e motivazioni ideali, ma sono destinate a
tradire sempre l’essenza dell’uomo. Conrad, per lunghi anni pieni di avventure,
era stato marinaio, per cui la maggior parte delle storie da lui raccontate
sono situate sul mare, che e’ sempre e comunque presente nei suoi libri, anche
nei cosiddetti “romanzi occidentali”, di vocazione piu’ politica – psicologica
– antisociale, come “ Nostromo”, “ L’agente segreto “ e “ Sotto gli occhi
dell’Occidente “. In “ Cuore di tenebra “ l’elemento acqueo e’ un grande fiume,
che come un serpente mostruoso s’inoltra nel cuore dell’Africa, portando dal
mare gli aspetti tragici dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Apocalipse Now
e’ la trasposizione cinematografica di questo racconto. La vita sul mare e’
quella che pone l’uomo davanti alle sue responsabilita’ e al suo destino,
fisico e morale. E’ il piu’ antiretorico e antiideologico dei luoghi, dove le
parole corrispondono davvero alle cose. Puo’ andarne di mezzo la vita. Gli atti
che vi si compiono sono necessari, essenziali, e l’eseguirli o no sara’ un
fatto di coscienza e competenza, di disciplina ed esattezza di comando, di
coraggio o di codardia. Egli si domanda quale sia la sorte del codice morale di
comportamento, se questo ha perduto significato e valore; quale e’ la sorte
dell’individuo di fronte alle istanze delle ideologie e della storia. Conrad
mostra di credere in un codice dell’uomo soltanto.
Marietta Gallo
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sabato 19 luglio 2014
sabato 12 luglio 2014
Il Centro Sociale Anziani si rinnova
Preceduto da un’assemblea generale di preparazione che ha preso
atto delle candidature e designato i membri costitutivi, si è riunito nella
sede sociale di via San Francesco in Cetraro paese, il nuovo Direttivo che ha
proceduto all’elezione degli organi esecutivi.
E’ stato riconfermato nella carica di Presidente Mario Antonucci e
nella carica di Vice Presidenti Mario Novello e Fausto Gallo. Sono stati
inoltre riconfermati rispettivamente nella carica di segretario Osvaldo
Tarsitano e, come consiglieri, Maria
Castellani, Fernando Portella e Antonietta Zenardi. Sono entrati a farne parte per la
prima volta Rosa Randazzo e Vittoria Colistra.
Sia nel corso dell’Assemblea generale dei soci, sia in seno alla
riunione del Direttivo, è stata sottolineata la crescita notevole del sodalizio
che ha realizzato, nell’ultimo periodo, iniziative culturali e ricreative di
notevole livello. Tra l’altro è stato ricordato il recente Gemellaggio con Rai
Senior e la costituzione di un apposito blog affidato alla direzione di Gaetano
Bencivinni.
Un particolare ringraziamento il nuovo Direttivo ha rivolto ai membri uscenti Santa De Pasquale e Sarina Matta
per l’intensa collaborazione sin qui prestata.
Vittoria Colistra
martedì 8 luglio 2014
Il profumo del frutto giallo
Simbolo di resurrezione, la cotogna, misterioso frutto giallo,
permea con il suo profumo la narrazione del romanzo dello scrittore Paolo Rumiz
La cotogna di Istanbul.
Una storia d’amore tra l’ingegnere viennese Max von Altenberg e la
bosniaca Maša Bisdarevic, che si incontrano a Sarajevo dopo l’assurdo conflitto
balcanico, seguito al crollo della ex Jugoslavia. La vicenda si svolge tra il
1997 e il 2007 tra Vienna, Budapest, Sarajevo e Istanbul.
L’autore con un linguaggio ritmico, ripropone suoni, colori, odori
che fanno rivivere al lettore le tappe, i percorsi, le emozioni di uno
straordinario amore, sbocciato a Sarajevo, crocevia di civiltà, luogo di
incontro e di scontro di etnie, ricco di storie, di leggende, di tradizioni.
È la storia di un amore che richiama la ballata della cotogna, una
storia che narra di un amante che si
reca ad Istanbul per raccogliere il frutto giallo, che servirà per guarire
l’amata colpita da una grave malattia.
Il tema della ballata diventa la storia di Max e di Maša, colpita
dal male oscuro del secolo, che non sarà salvata dal frutto miracoloso, ma sarà
strappata dalle tenebre della morte dal racconto di Max, che saprà trasmettere
il suo dolore, trasformando il suo amore per Maša in un vero e proprio mito per
il popolo bosniaco, affascinato dal malinconico e disperato racconto
dell’ingegnere Max, divenuto cantore della sua malinconica storia.
Un romanzo affascinante e coinvolgente, che ripropone la questione
dell’amore e della morte, della guerra e della pace, dello storico confronto –
scontro di civiltà tra Cristiani e Musulmani.
Tutto procede con il ritmo della ballata, un cammino ritmato, che
intreccia le vicende della macrostoria con le vicende sentimentali dei due
protagonisti, che vivono intensamente una passione, destinata ad infrangere le
barriere della morte.
Gaetano Bencivinni
venerdì 4 luglio 2014
Un salto nell’ignoto
Il tema del colonialismo attraversa la
narrazione dei romanzi Cuore di tenebra
e Lord Jim dello scrittore anglo
polacco Josef Conrad, aventi entrambi come soggetto narrante il capitano
Marlowe.
L’autore si misura con la complessità del
fenomeno coloniale, che presenta il duplice volto della missione civilizzatrice
dell’Occidente e l’aspetto infame e devastante per le popolazioni indigene,
alimentato dalla feccia dell’avventurismo di tanti spregiudicati e disumani
colonizzatori.
Lord Jim, personaggio enigmatico, un eroe
romantico egocentrico, rappresenta entrambi i volti del colonialismo, essendo
una sorta di sintesi tra nobiltà ed infamia, generosità e cattiveria, luce e
tenebra.
Tutto inizia per lord Jim con quel salto
maledetto nella scialuppa di salvataggio, che compie insieme a tre avventurieri
bianchi, lasciando colare a picco la nave di cui era ufficiale con a bordo
ottocento indigeni neri.
Un atto infamante, che pesa sulla sua
esistenza e lo perseguita in modo ossessivo, costringendolo di fatto a fuggire
dal mondo occidentale per trovare un rifugio nella giungla malese dove avrà
modo di ricostruire una nuova vita, divenendo il capo carismatico di una tribù
indigena.
Neanche questo rifugio riuscirà a cancellare
la macchia di quel salto maledetto, anche perché Jim al primo contatto con una
banda di avventurieri bianchi consentirà a costoro di fuggire dalla giungla,
nonostante il dissenso delle tribù malesi. Una scelta questa che gli costerà la vita.
La narrazione di Marlowe procede lungo un
filo sottile che tende a distinguere la figura di Jim, considerato “uno di
noi”, ovvero un occidentale e “gli altri”, che sono gli indigeni, considerati
poco più di animali.
Lord Jim è proprio l’espressione di questo
enigma coloniale che non trova una sua soluzione e rimane incomprensibile.
Gaetano
Bencivinni
martedì 1 luglio 2014
Una passione inattiva
Una passione inattiva, ambizioni frustrate, salotti frivoli parigini
ed eventi storici rilevanti sono gli ingredienti della struttura narrativa del
romanzo L’educazione sentimentale dello scrittore francese Gustave Flaubert.
Frédéric Moreau,
personaggio debole, trascinato dal caso, dalle circostanze e dalle situazioni,
pronto a galleggiare nel groviglio delle vicende personali e pubbliche,
anticipa la figura dell’eroe decadente, uomo senza qualità, inetto, in fuga da
se stesso, sconfitto dalle sue incertezze soggettive prima ancora che dal
mondo.
Politica ed amore sono i temi intorno a cui ruota la trama del
romanzo, che procede in modo lineare nell’arco di tempo che va dal 1840 al 1850
con i riflettori puntati sulle sommosse e le barricate del 1848 a Parigi. La parte
terminale invece avviene nel 1867, allorché i protagonisti si rivedono nella
maturità e ripercorrono le tappe della vicenda d’amore tra Frédéric e la signora Arnoux che rimane platonica sino
alla fine.
Il romanzo di Flaubert è particolarmente interessante soprattutto
nella parte conclusiva, allorché l’autore compie una sorta di discontinuità
narrativa con uno spazio bianco, che prefigura il modo di narrare che andrà in
vigore nel Novecento.
Gaetano Bencivinni
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