Simbolo di resurrezione, la cotogna, misterioso frutto giallo,
permea con il suo profumo la narrazione del romanzo dello scrittore Paolo Rumiz
La cotogna di Istanbul.
Una storia d’amore tra l’ingegnere viennese Max von Altenberg e la
bosniaca Maša Bisdarevic, che si incontrano a Sarajevo dopo l’assurdo conflitto
balcanico, seguito al crollo della ex Jugoslavia. La vicenda si svolge tra il
1997 e il 2007 tra Vienna, Budapest, Sarajevo e Istanbul.
L’autore con un linguaggio ritmico, ripropone suoni, colori, odori
che fanno rivivere al lettore le tappe, i percorsi, le emozioni di uno
straordinario amore, sbocciato a Sarajevo, crocevia di civiltà, luogo di
incontro e di scontro di etnie, ricco di storie, di leggende, di tradizioni.
È la storia di un amore che richiama la ballata della cotogna, una
storia che narra di un amante che si
reca ad Istanbul per raccogliere il frutto giallo, che servirà per guarire
l’amata colpita da una grave malattia.
Il tema della ballata diventa la storia di Max e di Maša, colpita
dal male oscuro del secolo, che non sarà salvata dal frutto miracoloso, ma sarà
strappata dalle tenebre della morte dal racconto di Max, che saprà trasmettere
il suo dolore, trasformando il suo amore per Maša in un vero e proprio mito per
il popolo bosniaco, affascinato dal malinconico e disperato racconto
dell’ingegnere Max, divenuto cantore della sua malinconica storia.
Un romanzo affascinante e coinvolgente, che ripropone la questione
dell’amore e della morte, della guerra e della pace, dello storico confronto –
scontro di civiltà tra Cristiani e Musulmani.
Tutto procede con il ritmo della ballata, un cammino ritmato, che
intreccia le vicende della macrostoria con le vicende sentimentali dei due
protagonisti, che vivono intensamente una passione, destinata ad infrangere le
barriere della morte.
Gaetano Bencivinni
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