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venerdì 4 luglio 2014

Un salto nell’ignoto

Il tema del colonialismo attraversa la narrazione dei romanzi Cuore di tenebra e Lord Jim dello scrittore anglo polacco Josef Conrad, aventi entrambi come soggetto narrante il capitano Marlowe.
L’autore si misura con la complessità del fenomeno coloniale, che presenta il duplice volto della missione civilizzatrice dell’Occidente e l’aspetto infame e devastante per le popolazioni indigene, alimentato dalla feccia dell’avventurismo di tanti spregiudicati e disumani colonizzatori.
Lord Jim, personaggio enigmatico, un eroe romantico egocentrico, rappresenta entrambi i volti del colonialismo, essendo una sorta di sintesi tra nobiltà ed infamia, generosità e cattiveria, luce e tenebra.
Tutto inizia per lord Jim con quel salto maledetto nella scialuppa di salvataggio, che compie insieme a tre avventurieri bianchi, lasciando colare a picco la nave di cui era ufficiale con a bordo ottocento indigeni neri.
Un atto infamante, che pesa sulla sua esistenza e lo perseguita in modo ossessivo, costringendolo di fatto a fuggire dal mondo occidentale per trovare un rifugio nella giungla malese dove avrà modo di ricostruire una nuova vita, divenendo il capo carismatico di una tribù indigena.
Neanche questo rifugio riuscirà a cancellare la macchia di quel salto maledetto, anche perché Jim al primo contatto con una banda di avventurieri bianchi consentirà a costoro di fuggire dalla giungla, nonostante il dissenso delle tribù malesi.  Una scelta questa che gli costerà la vita.
La narrazione di Marlowe procede lungo un filo sottile che tende a distinguere la figura di Jim, considerato “uno di noi”, ovvero un occidentale e “gli altri”, che sono gli indigeni, considerati poco più di animali.
Lord Jim è proprio l’espressione di questo enigma coloniale che non trova una sua soluzione e rimane incomprensibile.


Gaetano Bencivinni

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