Il tema del colonialismo attraversa la
narrazione dei romanzi Cuore di tenebra
e Lord Jim dello scrittore anglo
polacco Josef Conrad, aventi entrambi come soggetto narrante il capitano
Marlowe.
L’autore si misura con la complessità del
fenomeno coloniale, che presenta il duplice volto della missione civilizzatrice
dell’Occidente e l’aspetto infame e devastante per le popolazioni indigene,
alimentato dalla feccia dell’avventurismo di tanti spregiudicati e disumani
colonizzatori.
Lord Jim, personaggio enigmatico, un eroe
romantico egocentrico, rappresenta entrambi i volti del colonialismo, essendo
una sorta di sintesi tra nobiltà ed infamia, generosità e cattiveria, luce e
tenebra.
Tutto inizia per lord Jim con quel salto
maledetto nella scialuppa di salvataggio, che compie insieme a tre avventurieri
bianchi, lasciando colare a picco la nave di cui era ufficiale con a bordo
ottocento indigeni neri.
Un atto infamante, che pesa sulla sua
esistenza e lo perseguita in modo ossessivo, costringendolo di fatto a fuggire
dal mondo occidentale per trovare un rifugio nella giungla malese dove avrà
modo di ricostruire una nuova vita, divenendo il capo carismatico di una tribù
indigena.
Neanche questo rifugio riuscirà a cancellare
la macchia di quel salto maledetto, anche perché Jim al primo contatto con una
banda di avventurieri bianchi consentirà a costoro di fuggire dalla giungla,
nonostante il dissenso delle tribù malesi. Una scelta questa che gli costerà la vita.
La narrazione di Marlowe procede lungo un
filo sottile che tende a distinguere la figura di Jim, considerato “uno di
noi”, ovvero un occidentale e “gli altri”, che sono gli indigeni, considerati
poco più di animali.
Lord Jim è proprio l’espressione di questo
enigma coloniale che non trova una sua soluzione e rimane incomprensibile.
Gaetano
Bencivinni
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