La transizione dalla società agricola alla
società industriale, che si comincia a delineare all’orizzonte, le macerie del
dopoguerra, la memoria ancora viva del conflitto tra partigiani e fascisti, la
fuga di Anguilla in America per evitare il carcere fascista, il suo ritorno
dopo venti anni in Piemonte alla ricerca delle radici e per rivedere i luoghi
della sua adolescenza con gli occhi del mondo.
Sono questi i temi salienti del romanzo La
luna e i falò di Cesare Pavese, autore inquieto, aggrappato alla
letteratura per difendersi dalle offese della vita.
L’attualità del romanzo è costituita dal
rapporto tra locale e globale, che attraversa il costante colloquio tra due
protagonisti maschili. Nuto crede alla luna e ai falò e rimane legato alla
civiltà contadina dove le superstizioni buone non arrecano danni a nessuno.
Anguilla invece non crede più alla luna e torna alle radici per capire il
presente e per costruire il futuro.
La luna e i
falò, pubblicato
nel 1950, si colloca tra la letteratura partigiana e la letteratura
industriale, che a breve si affermerà con La
speculazione edilizia di Italo Calvino,
Il memoriale di Paolo Volponi, La
chiave a Stella di Primo Levi.
GaetanoBencivinni
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