IL PROFESSORE, UN PERSONAGGIO AMBIGUO
Contribuisce a dare un'atmosfera
magica alla narrazione del mio romanzo breve “La mattanza, le tenebre e il
castello”, il professor Adriano Corso. È un personaggio ambiguo, che ha fatto
un patto con il diavolo per ottenere in cambio della sua anima quei poteri
magici che può mettere a disposizione dei clan malavitosi.
Inviato a Pentesilea, una città invisibile, da un clan siciliano,
Adriano Corso ha il compito di vigilare sul quadro della “Natività” del
Caravaggio, appeso alla parete centrale della Sala di rappresentanza del
capoclan locale.
Un personaggio ambivalente, il Professore, che affascina uomini,
donne e omosessuali. Nelle sue braccia cadono le due protagoniste femminili,
Olga e Lucrezia, che sono anche le amanti del Capo. Uno sgarro, questo, che
pagherà caro.
IL FURTO DELLA NATIVITÀ DEL CARAVAGGIO
“La mattanza, le tenebre e il
castello” fornisce una spiegazione surreale del furto della “Natività” del
Caravaggio, avvenuto a Palermo nel 1969. La ricostruzione fantasiosa che
attraversa la narrazione del romanzo prevede che la tela abbia acquisito un
valore simbolico, trasformandosi in un vessillo del potere mafioso.
Passando da cosca a cosca, la
tela finisce in una stalla abbandonata e viene distrutta da topi e maiali.
Il Capo degli inferi affida ad angeli decaduti e folletti il
compito di restaurare la tela e di consegnarla alla sua Corte.
Il filo conduttore è costituito dal regalo che viene fatto al Re
delle tenebre, che ha la possibilità di godere di un bagliore di luce sino alla
fine dei tempi.
Al Capo degli inferi, punito per la superbia di aver contemplato
la bellezza divina, rimane così la splendida tela del Caravaggio come fiammella
di luce nelle tenebre assolute.
Gaetano Bencivinni
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