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domenica 20 novembre 2016

Al via il “Caffè letterario”

C’è grande attesa nell’ambiente culturale cetrarese per l’inizio, domani 21 novembre, della quinta edizione de “Il Caffè Letterario” presso il locale centro sociale anziani, di cui è presidente Fausto Gallo. In vista di questo interessante evento, il professor Gaetano Bencivinni, uno dei principali promotori e protagonisti dello stesso, mette in luce le peculiarità dei testi che saranno, di volta in volta, presentati. L’evento, che sarà articolato in tre appuntamenti, diventati ormai tradizionali per gli appassionati di letteratura di Cetraro e dei paesi vicini, prenderà il via domani a partire dalle 18, con una relazione che Gaetano Bencivinni terrà sul romanzo “La zia marchesa”, della scrittrice siciliana Simonetta Agnello Hornby. In questa quinta edizione del Caffè letterario i temi che saranno oggetto del primo confronto culturale riguardano la diversità, il rapporto tra genitori e figli nelle famiglie aristocratiche siciliane di fine Ottocento, il rapporto tra l’aristocrazia nobiliare e i campieri mafiosi dell’Italia post-unitaria. Il secondo appuntamento previsto per il 28 novembre, sempre alle 18 sarà nuovamente da Gaetano Bencivinni intervenendo sul romanzo “Di tutte le ricchezze”, di Stefano Benni, attraverso il quale sarà focalizzata l’attenzione sui temi della vecchiaia e della solitudine nella società contemporanea. Sarà il critico d’arte Carlo Andreoli a chiudere la quinta edizione del Caffè letterario, il 5 dicembre, parlando degli artisti calabresi a Roma. In particolare, in merito al primo volume oggetto della discussione del Caffè Letterario, “La marchesa con i capelli rossi”, di Simonetta Agnello Hornby, il professor Bencivinni ha messo in evidenza: “L’aristocrazia nobiliare siciliana, aggrappata ai privilegi feudali, legata a filo doppio alla questione vitale delle eredità e dei matrimoni di convenienza, occupa un ruolo centrale nel romanzo “La zia marchesa” della scrittrice Simonetta Agnello Hornby. L’adesione dei picciotti ai garibaldini, il rapporto tra nobili e mafiosi, la rivolta popolare del Sette e mezzo a Palermo, l’accaparramento dei beni confiscati alla Chiesa, lo splendore della nobiltà palermitana sino ai Fasci siciliani fanno da cornice storica alle vicende della nobile famiglia dei Safanita, di cui Costanza, la marchesa con i capelli rossi, è la protagonista principale. Matrimoni tra consanguinei, figli bastardi, diverbi inconciliabili tra fratelli per l’eredità, rotture definitive tra parenti per motivi di interesse. E poi il tormentato rapporto sentimentale tra Costanza e il marchese Pietro Patella Sabbiamena, i perversi intrighi della serva Rura, gli efficaci dialoghi tra il cocchiere don Paolo Mercurio e l’amico Gaspare Quagliata, lo scandaloso amore tra il primogenito Stefano Safanita e la popolana Filomena Carcarazzo, che darà vita a contrasti insanabili con conseguenze anche tragiche per i contrasti mafiosi tra i Carcarazzo e la cosca dei Tignuso, fedele ai Safanita. La narrazione procede con un linguaggio efficace, ricco di espressioni dialettali, che fanno da tessitura al romanzo anche attraverso proverbi e modi di dire siciliani, utilizzati come bussola e chiave di lettura in ogni capitolo”. “L’espediente letterario utilizzato dalla scrittrice - ha, infine, spiegato il professor Bencivinni - è il racconto della balia Amalia Cuffaro alla nipote invalida Pinuccia Berice in una grotta della Montagnaccia, dove si rifugia la balia di Costanza, licenziata dal barone Giacomo dopo la prematura morte della marchesa con i capelli rossi, avvenuta all’età di 36 anni”. Subito dopo, in merito, invece, al romanzo “Di tutte le ricchezze”, di Stefano Benni, che focalizzata l’attenzione sui temi della vecchiaia e della solitudine nella società contemporanea, il professor Gaetano Bencivinni, intitolando il suo commento “Il buio della solitudine” - ha rilevato come in questo libro “La vita scorra in un cerchio dorato, avvolto dal buio, talora squarciato dalla fioca fiammella di una candela. Vecchiaia e solitudine, Arte e follia, sogni e leggende si intrecciano nel delicato romanzo “Di tutte le ricchezze”, di Stefano Benni, che ha come protagonista Martin, un vecchio professore in pensione. A Borgo Cornio, in un clima fiabesco e fortemente simbolico, Martin vive da solo, parla con il suo grosso cane nero e con gli animali del bosco, si occupa di poesia giocosa, scrive saggi sul poeta pazzo Domenico Rispoli detto il Catena, morto in manicomio in circostanze misteriose. La leggenda di Adele, una bionda fanciulla scomparsa, anche lei in modo misterioso, nelle gelide acque del lago. La bizzarra vecchia Berenice, che ascolta le voci del muro e svela i segreti del Borgo al professore. Le poesie del Catena, l’autoritratto del poeta, la mostra d’Arte e le accese polemiche con i critici cialtroni. L’interlocuzione immaginaria di Martin con gli animali del bosco, ricca di riflessioni sul senso della vita e sui problemi del mondo. L’esplicito richiamo letterario al romanzo di Fedor Dostojevskij “Notti bianche” conferisce un fascino speciale alla protagonista femminile, Michelle, attrice e ballerina, che arriva a Borgo Cornio con il compagno Aldo, mediocre pittore e mercante d’Arte. Prendono in fitto un casolare azzurro in prossimità dell’abitazione di Martin. Presto però litigano e si separano. La gradevole gita al lago, il valzer indimenticabile nella festa del Borgo, i colloqui con delicati sentimenti, con nobile amicizia, con scambio di segreti. Un casto incontro di due solitudini. Michelle, come fa Nastenka con l’artista solitario di San Pietroburgo, regala al vecchio professore lampi di bellezza giovanile, che accendono in Martin la voglia di apprezzare le scintille delle cose belle, che illuminano la vita e squarciano il buio della solitudine”.

Clelia Rovale( Da www.cosenzainforma.it)

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