In strani luoghi di Pietroburgo si muove solitaria una strana
persona stravagante. E’ il sognatore, che legge il libro della propria vita ed
ignora il mondo reale che lo circonda. E’ acquattato in un angolo oscuro e,
come una tartaruga, si rifugia nel guscio protettivo della solitudine. Con la
mano capricciosa della sua fantasia tesse la trama di sogni dorati nel suo
mondo fiabesco, fatto di emozioni e sentimenti, di illusioni e di chimere, di
miraggi e di visioni.
Lì incontra la dolce Nasten’ka, che piange per una delusione
d’amore. La consola, seduto in una panchina accanto a lei, e racconta con un
linguaggio altisonante la storia del sognatore che si dibatte nella ragnatela
della solitudine.
Due cuori solitari si aprono alla vita. Amicizia ed amore corrono
lungo un filo sottile, che si spezza con l’arrivo dell’amante della dolce
fanciulla.
Al sognatore rimane un intero istante di beata felicità che dovrà
illuminare il resto della sua esistenza. Si ritrova nella sua dimora, avvolto
nella ragnatela della solitudine e si sente più vecchio.
Il romanzo Notti bianche
di Fedor Dostoevskij è un efficace nutrimento dell’animo, che si solleva dal
duro marciapiede della terra e vola leggero nel settimo cielo di cristallo dove
impera altera la bellezza.
In modo esplicito lo scrittore italiano Stefano Benni con il
romanzo Di tutte le ricchezze si
richiama all’opera dello scrittore russo e ripropone il miracolo della
giovinezza, che offre al vecchio intellettuale settantenne, lupo solitario, un
istante di beata felicità, che illumina l’esistenza di un vecchio studioso,
immerso nei ricordi e nei fantasmi di fiabe ormai trascorse.
Il pensiero si spinge in quel salone siciliano dove anche il
principe di Salina sconfigge per un attimo l’ombra nera della morte, volando
leggero con Angelica nel valzer della vita, che regala soltanto qualche istante
di felicità.
Gaetano Bencivinni
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