Una società profondamente divisa tra privilegiati e derelitti, un
ordine giudiziario corrotto ed ingiusto, un sistema carcerario disumano ed
oppressivo.
In questo contesto della Russia di fine Ottocento si svolge la
vicenda di Katjusa Maslova, affascinante donna di umile origine, sedotta ed
abbandonata dal principe Dmitri Nechljudov.
Katjusa finisce in un una casa d’appuntamento, viene coinvolta
ingiustamente in un omicidio, è condannata ai lavori forzati in Siberia.
Il principe, personaggio complesso, stretto tra le convenzioni
aristocratiche e la drammatica situazione dei contadini, rivede, nella veste di
giurato, dieci anni dopo, Katjusa e suo malgrado la condanna. Preso dal
rimorso, cede le proprietà ai contadini e segue Katjusa in Siberia. Un viaggio
nel dolore e nella miseria, che gli spalanca le porte della fede e lo avvia
verso una nuova rinascita spirituale.
Il romanzo di Lev Tolstoj Resurrezione è pervaso da una profonda
concezione cristiana, che attraversa il narrato e conferisce un fascino
particolare all’intreccio delle vicende, che contengono messaggi positivi e
spingono a riflettere sui temi cruciali della ricchezza e della povertà, dei
privilegi e delle ingiustizie sociali, della fede come via maestra per recuperare
lo spirito evangelico di solidarietà umana.
Sugli effetti devastanti prodotti dal sistema carcerario disumano
il pensiero si rivolge al protagonista del romanzo di Victor Hugo I miserabili.
Anche lì Jean Valjean vittima di un sistema carcerario ingiusto, porta su di se
la macchia del forzato, nonostante abbia praticato tanta solidarietà,
illuminato dalla fede trasmessagli dal Vescovo Myriel.
Gaetano Bencivinni
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