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giovedì 9 aprile 2015

Nel cuore dell’Amazzonia

La lettura è un efficace antidoto al terribile veleno della vecchiaia. È così per Antonio Jose Bolivar Proano protagonista del romanzo Il vecchio che leggeva romanzi d’amore dello scrittore cileno Luis Sepulveda.
Un romanzo che accende i riflettori sulla questione dell’Amazzonia, esposta ai dardi velenosi del progresso, che abbatte gli alberi, spinge gli indigeni nel cuore della foresta, sconvolge gli equilibri ecologici.
Il protagonista vive per 40 anni tra gli indigeni in Amazzonia e lì apprende l’arte di convivere con la foresta. Impara a cacciare con la cerbottana, a pescare con la lancia, a scegliere i frutti saporiti, ad individuare le erbe curative.
Quando ritorna nel mondo civile, riscopre il volto arcigno della civiltà attraverso la figura del sindaco ciccione, arrogante, avido e prepotente, attraverso l’indisponenza dei Nordamericani che non rispettano la casa altrui, attraverso gli spregiudicati cercatori d’oro.
Unico spiraglio luminoso è la scoperta della lettura dei romanzi d’amore, che lo aiutano a sognare e a ridurre i contraccolpi negativi della barbarie umana.
La narrazione, particolarmente coinvolgente, ruota intorno alle vicende del protagonista che, suo malgrado, viene trascinato in una spedizione per la cattura di un feroce tigrillo, divenuto un grave pericolo per gli abitanti del villaggio.
La scena finale è particolarmente avvincente, allorché il vecchio Antonio Jose Bolivar si ritrova faccia a faccia con il tigrillo e lo impallina con la sua carabina.
Un episodio questo che lo induce a gettare il fucile nel fiume e a maledire l’arroganza degli uomini, che distruggono gli equilibri della foresta e sconvolgono il mondo verde, considerato dal protagonista un vero e proprio Eden.


Gaetano Bencivinni

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