La lettura è un efficace antidoto al terribile veleno della
vecchiaia. È così per Antonio Jose Bolivar Proano protagonista del romanzo Il
vecchio che leggeva romanzi d’amore dello scrittore cileno Luis Sepulveda.
Un romanzo che accende i riflettori sulla questione dell’Amazzonia,
esposta ai dardi velenosi del progresso, che abbatte gli alberi, spinge gli
indigeni nel cuore della foresta, sconvolge gli equilibri ecologici.
Il protagonista vive per 40 anni tra gli indigeni in Amazzonia e
lì apprende l’arte di convivere con la foresta. Impara a cacciare con la
cerbottana, a pescare con la lancia, a scegliere i frutti saporiti, ad
individuare le erbe curative.
Quando ritorna nel mondo civile, riscopre il volto arcigno della
civiltà attraverso la figura del sindaco ciccione, arrogante, avido e
prepotente, attraverso l’indisponenza dei Nordamericani che non rispettano la
casa altrui, attraverso gli spregiudicati cercatori d’oro.
Unico spiraglio luminoso è la scoperta della lettura dei romanzi d’amore,
che lo aiutano a sognare e a ridurre i contraccolpi negativi della barbarie
umana.
La narrazione, particolarmente coinvolgente, ruota intorno alle
vicende del protagonista che, suo malgrado, viene trascinato in una spedizione
per la cattura di un feroce tigrillo, divenuto un grave pericolo per gli
abitanti del villaggio.
La scena finale è particolarmente avvincente, allorché il vecchio
Antonio Jose Bolivar si ritrova faccia a faccia con il tigrillo e lo impallina con
la sua carabina.
Un episodio questo che lo induce a gettare il fucile nel fiume e a
maledire l’arroganza degli uomini, che distruggono gli equilibri della foresta
e sconvolgono il mondo verde, considerato dal protagonista un vero e proprio
Eden.
Gaetano Bencivinni
Nessun commento :
Posta un commento