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giovedì 26 novembre 2015

Italo Calvino e il piacere di leggere

L’Istituto Comprensivo di Cetraro ha ultimamente realizzato un progetto sulla lettura “Libriamoci …. oltre ogni confine”.
I colleghi mi hanno chiamato a tenere una relazione  ai ragazzi di terza. Ho scelto di parlare della lettura attraverso le tre opere di Italo Calvino che fanno parte della trilogia I nostri antenati: Il visconte dimezzato, Il barone rampante  e Il cavaliere inesistente.  Non rifaccio la sintesi delle tre opere, riporto soltanto le citazioni. Nell’intento di riprodurre il mio intervento, procederò in maniera schematica.

Chiari gli obiettivi educativi e didattici del progetto:
Librarsi attraverso la lettura  al disopra di ogni confine ideologico, politico, religioso perché siamo  tutti appartenenti all’unico genere umano, abitanti del pianeta Terra, perciò uniti nella diversità.
Far nascere nei ragazzi il gusto della lettura.

Perché creare il piacere della lettura

1.     La lettura è indispensabile alla vita come nutrirsi, vestirsi … Tra i tanti bisogni dell’uomo c’è anche quello di godere di racconti.
2.     Nell’educazione giocano un ruolo fondamentale non solo elementi intellettuali, l’impegno ed il sacrificio, ma anche elementi non razionali, come le emozioni, i sentimenti e più di tutti il piacere ( Umberto Eco) .
3.     Chi ha il gusto di leggere entra in colloquio con i personaggi del passato o,  come dice Cartesio, “entra in conversazione con i valentuomini del passato”
4.     La lettura ha una influenza positiva sulla personalità dell’individuo. Ne è convinto Italo Calvino, che parla di lettura e di scrittura  in ogni suo libro.
5.     La lettura ti aiuta a conoscere te stesso e a porti domande su te stesso
6.     “ chi ha il gusto di leggere non è mai solo e, con una spesa assai modesta, può intessere i più affascinanti colloqui, assistere agli spettacoli più fastosi … e, mentre altre esperienze si consumano ( teatro, cinema …) nel leggere invece … dieci e dieci volte possiamo tornare allo stesso testo, ogni volta ricomprendere un nuovo senso, un più sottile piacere” ( Tullio De Mauro).

La lettura ha influenza sulla personalità dell’individuo.

Ne Il barone rampante Gian dei Brughi, un brigante, un tronco d’uomo  che ad alcuni mette paura e che per altri  è uno schiappone,  preso dal piacere della lettura, non solo cambia sentimenti e aspirazioni, impara anche a distinguere secondo i suoi gusti letterari. Diviene un lettore esigente.
Il barone gli passava i libri che andava leggendo.  Quando gli passò un romanzo didascalico Le avventure di Telemaco , scritto da Fenelon nel 1699, lo aveva avvertito che, se un’altra volta gli dava un libro così noioso, lui gli segava l’albero di sotto.
Gian dei Brughi cambia vita e desideri. Alla lettura di Richardson lo prende un desiderio di giornate abitudinarie e casalinghe, di parentele, di sentimenti familiari, di virtù, di avversione per i malvagi e i viziosi. E quando i vecchi compagni gli propongono una rapina, cede soltanto perché gli stavano strappando pagine di Clarissa e solo quando gli promettono che, finito il colpo, gli avrebbero restituito il volume perché finisse di leggerlo, accetta.
Mentre Gian dei Brughi si trova in prigione perché è  stato preso dagli sbirri, il barone  gli legge il finale del romanzo
Per rendere meno noiosa la sua vita in galera, gli legge un romanzo di Fielding, un romanziere inglese del Settecento,  ma non fa in tempo a finirlo che arriva il giorno dell’impiccagione. Quando ebbe il cappio al collo, Gian dei Brughi sentì un fischio di tra i rami. Alzò il viso, c’era Cosimo col libro chiuso.
-Dimmi come finisce,-fece il condannato.
-Mi dispiace dirtelo, Gian, - rispose Cosimo, - Gionata  finisce appeso per la gola.
-Grazie. Così sia di me pure! Addio!- e lui stesso calciò via la scala, restando strozzato.

Ne Il visconte dimezzato, la metà buona di Medardo, che in una guerra contro i Turchi era stato segato in due, una parte buona ed una cattiva,  seduto su una pietra legge a Pamela, una contadinella rozza ma furba,   La Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. A Pamela della lettura non importava niente ma …….. il Buono, senza alzar l’occhio dal libro, continuava a declamare un’ottava dopo l’altra, nell’intento di ingentilire i costumi della rustica ragazza.

La lettura  aiuta a conoscere meglio se stessi e a porsi domande su se stessi

Ne Il cavaliere inesistente  Carlo Magno passa in rivista l’esercito di Francia. Fermava il cavallo a ogni ufficiale e si voltava a guardarlo dal su in giù. – E chi siete voi, paladino di Francia?
-Salomon di Bretagna, sire!- rispondeva quello a tutta voce, alzando la celata e scoprendo il viso accalorato e aggiungeva qualche notizia pratica, come sarebbe:- Cinquemila cavalieri, tremilacinquecento fanti, milleottocento i servizi, cinque anni di campagna.   Ecchisiete voi? Continuava a chiedere Carlo Magno.
Giunto di fronte ad un cavaliere dall’armatura tutta bianca…… -E voi lì, messo su così in pulito ?…- Io sono, -… - Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altridi Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez!
Il paladino nel rispondere non alza la celata. L’imperatore insiste: -Dico a voi, ehi, paladino! Com’è che non mostrate la faccia al vostro re?
Perché io non esisto, sire.
E com’è che fate a prestar servizio, se non ci siete?
- Con la forza di volontà, - disse Agilulfo, - e la fede nella nostra santa causa!
Mentre Carlo Magno cavalca lungo un frutteto di peri vede in mezzo ai peri Gurdulù. Stava con le braccia alzate tutte contorte, come rami, e nelle mani e in bocca e sulla testa e negli strappi del vestito aveva pere.
Guardalo  che fa il pero!- diceva Carlo Magno ilare. Orlando  gli dà una bott
in testa e tutte le pere rotolano giù. Anche Gurdulù rotola come una pera.
… -Ma cos’è che gli gira a questo matto che voi chiamate Martinzùl? Chiese bonario l’imperatore. Sì perché Gurdulù veniva chiamato con un nome diverso in ogni paese.
-Matto forse non lo si può dire, dice un contadino: è soltanto uno che c’è ma non sa di esserci.
-O bella ! Questo suddito qui che c’è ma non sa di esserci e quel mio paladino là che sa d’esserci ma non c’è.
Dall’ ecchisiete voi? è facile passare all’ ecchisiamo noi?  Siamo noi uomini robot, fanatici dei regolamenti, aderenti spesso ad astratti principi, dimenticando che le persone sono sempre più importanti dei principi? O siamo privi di volontà e di autocoscienza  e di individualità?

Momento propedeutico alla lettura, momento chiave alla formazione del piacere per la lettura è la lettura sensuale

Quello della lettura sensuale è’ un momento magico in cui il lettore si distacca dal mondo delle cose che lo circondano, dimentica tutte le sue preoccupazioni per evadere in un mondo fantastico, nel quale talvolta resta anche dopo aver terminato la lettura.

Vari sono i livelli della lettura sensuale

1° livello
 L’attenzione è incentrata sulla storia (racconto), sull’informazione ( saggio) , sulle sensazioni (poesia). Ci porta in luoghi inesplorati, colpisce come in un viaggio, per le   meraviglie di cose nuove ….
2° livello
  E’ quello della rilettura. Cerchiamo le sensazioni che abbiamo provato nella prima lettura e approfondiamo e notiamo particolari  nuovi.
3° livello
 E’ quello della lettura critica. Si gode non solo del contenuto, ma anche  
 del linguaggio, della capacità comunicativa  dell’autore, dell’immagine che accompagna la parola.

Sotto l’albero su cui si trova il barone rampante arriva Viola, una bambina che alterna atteggiamenti infantili e atteggiamenti già di donna. La prima descrizione del personaggio, come introduzione al motivo infantile, è contenuta in un lungo periodo costruito in maniera sintatticamente semplice. Le frasi sono legate dalla congiunzione e. L’autore utilizza la costruzione paratattica, tipica dei bambini.
La bambina guardava a occhi socchiusi e naso in su…e mangiava una mela a morsi,….e si reggeva alla fune dell’altalena,… e si dava spinte… e soffiava via dalle labbra i frammenti di buccia di mela morsicata, e cantava – Oh là là là ! La balancoire…

Una solida rete culturale

La lettura sensuale non è alternativa agli esercizi di analisi di un testo, è aggiuntiva e  fondamentale per la formazione dei lettori.
Inoltre la base di fondo per comprendere un testo è il possesso di una cultura generale di base e di una solida rete culturale altrimenti sfuggono contenuti essenziali dei testi.

 Il barone rampante  è ambientato nel Settecento. Erano tempi in cui idee nuove cominciavano a circolare per l’Europa, i vecchi Stati scricchiolavano da tutte le parti ed i potenti avevano paura delle persone che leggevano troppi libri ….
Sul più massiccio di questi scaffali aerei( il barone rampante) allineava i tomi dell’Enciclopedia di Diderot …. ora la lettura dell’Enciclopedia gli faceva scoprire tutte le cose intorno come nuove.
Tutte queste espressioni non hanno senso per chi non sa che l’Enciclopedia costituì la “summa” del pensiero e della visione del mondo del secolo dei lumi e che quel secolo  aprì alla cultura confini più ampi, nei quali entravano anche tutti gli aspetti del lavoro, le tecniche artigiane, le operazioni dell’agricoltura.
L’intervento più adeguato per far crescere nei ragazzi la capacità di comprensione di un testo è la dimestichezza con i testi. Tale dimestichezza si acquisisce con la lettura stessa.

I luoghi della lettura

Abbiamo letto che il Buono legge seduto su una pietra,  il barone rampante legge a cavalcioni su di una ramo e cambia continuamente di posto ai libri, secondo gli studi e i gusti del momento, perché egli considerava i libri un po’ come gli uccelli e non voleva vederli fermi o ingabbiati, se no, diceva  che intristivano.
Queste annotazioni di Calvino sui luoghi della lettura non sono casuali. IL piacere della lettura non è legato solo ad ambienti raffinati ma a luoghi meno sontuosi. Lo stesso autore in Se una notte d’inverno un viaggiatore  indica diversi luoghi allo scopo di trovare il modo per una lettura piacevole, per godere delle pagine stampate. Per Calvino il libro è un oggetto di piacere.

Il piacere  della  lettura è un piacere indotto

Il piacere  della  lettura è un piacere indotto, nato non con l’uomo né con la scrittura. E’ nato quando  l’uomo ha acquisito una tale dimestichezza da leggere in fretta.

Se lettori non si nasce, come lo si diventa? (Risultati di una indagine)

Il libro è una fonte di piacere, ma tale scoperta non si fa da adulti
La scuola svolge un grande ruolo nell’avvicinamento al libro sia in positivo che in negativo, come rivolta ad essa.
Fondamentale è l’influenza dell’ambiente sociale e familiare, per sollecitazione e per imitazione.
Per i ceti sociali più bassi il gusto della lettura è avvenuto attraverso il contatto con qualche insegnante particolarmente amante della lettura o con qualche amico.

Corollario della lettura

Se una lettura è stata davvero coinvolgente, il lettore è portato a riflettere e ad esprimersi su quanto ha letto, sia raccontando a voce, sia scrivendo.
Come la lettura è comunicazione fra l’autore ed il lettore, così il racconto è comunicazione fra il lettore e gli altri.
I piaceri in questi casi si sommano: a quello della lettura si aggiunge quello della rievocazione, della narrazione, quasi per rivivere lo stesso piacere insieme ad altri.

Cosa perde chi non legge

Non leggere si traduce nella perdita , o forse meglio, nella mancanza  di un immaginario personale o collettivo.

L’immaginario è
v il luogo
·        della fantasia
·        della capacità di vedere o sognare altro da quello che si vede e si vive nella realtà di tutti i giorni
·        dove si può pensare al diverso e al possibile
·        dove si traggono la forza e la capacità per vivere come si vorrebbe o si penserebbe possibile e non come altri suggeriscono
v la riserva della fantasia creatrice dove si elaborano progetti, si costruiscono sogni e speranze
v un mondo popolato di personaggi, luoghi e situazioni che rassicurano che il diverso può esistere o è già esistito, magari in altre forme e sembianze.



Rosa Randazzo

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