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domenica 24 agosto 2014

Vautrin e gli onorati cialtroni borghesi

Non c’è ricchezza accumulata che non abbia alla sua origine un crimine dimenticato, perché eseguito a regola d’arte. Denaro e potere si sposano con corruzione, intrighi, sotterfugi ed operazioni squallide. Se si vogliono occupare i vertici della scala sociale ad ogni costo, bisogna essere spregiudicati, occorre procedere senza scrupoli ed essere in grado di ingannare per non essere ingannati e, se è il caso, bisogna saper uccidere per non essere uccisi.
E’ questo il vademecum che il perfido Vautrin, personaggio chiave del romanzo Papà Goriot di Honerè de Balzac, consegna al giovane ingenuo aristocratico di provincia Rassignac, attratto dal lusso e dal fascino del mondo aristocratico parigino del 1819 in cui è ambientata l’opera dello scrittore francese.
Papà Goriot, ricchissimo pastaio, morbosamente legato alle due figlie Anastasie e Delphine , consegna tutto il suo patrimonio ad entrambe, per consentire loro di occupare un posto privilegiato nell’aristocrazia nobiliare, illudendosi così di  conquistare per le figlie la felicità.
L’ambizione sfrenata dei due generi, un conte ed un banchiere, spingerà Goriot a svenarsi  per pagare debiti e cambiali delle figlie, viziate e immerse nel lusso e nelle frivolezze salottiere della Parigi dell’epoca.
Goriot morirà dunque in miseria e senza il conforto delle figlie, che trascorrono il loro tempo tra salotti, balli e ricevimenti di gran gala.
Non c’è spazio per sentimenti nella società parigina in cui l’aristocrazia va in declino, travolta dalla corruzione e dallo sfarzo esasperato, mentre la nuova borghesia, animata dalla ricerca del successo, dall’accumulazione del denaro e dalla immagine pubblica, si afferma progressivamente in modo spregiudicato e senza scrupoli.
Il giovane Rassignac, dopo aver vissuto la tragica vicenda di papà Goriot, dopo aver conosciuto le varie sfaccettature della vita mondana parigina, si getta a capo fitto nella sfida con questo mondo con la consapevolezza che, per emergere,  bisogna procedere così come aveva indicato il galeotto Vautrin.
Un romanzo particolarmente attuale, che descrive i tratti salienti dell’ideologia borghese, che si basa sulla ricerca spregiudicata del successo e sulla accumulazione della ricchezza, considerata l’unica virtù da seguire e valorizzare.
Honorè de Balzac, rivoluzionario in letteratura e reazionario in politica, ha il merito di descrivere in modo brillante e lungimirante i limiti dell’aristocrazia e i tratti distintivi della borghesia emergente, che imporrà le sue regole nel mondo contemporaneo.


Gaetano Bencivinni

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