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lunedì 30 novembre 2015
giovedì 26 novembre 2015
Italo Calvino e il piacere di leggere
L’Istituto Comprensivo di Cetraro ha ultimamente realizzato un
progetto sulla lettura “Libriamoci …. oltre ogni confine”.
I colleghi mi hanno chiamato a tenere una relazione ai ragazzi di terza. Ho scelto di parlare
della lettura attraverso le tre opere di Italo Calvino che fanno parte della
trilogia I nostri antenati: Il
visconte dimezzato, Il barone rampante e
Il cavaliere inesistente. Non rifaccio
la sintesi delle tre opere, riporto soltanto le citazioni. Nell’intento di
riprodurre il mio intervento, procederò in maniera schematica.
Chiari gli obiettivi educativi e didattici del progetto:
Librarsi attraverso la lettura
al disopra di ogni confine ideologico, politico, religioso perché
siamo tutti appartenenti all’unico
genere umano, abitanti del pianeta Terra, perciò uniti nella diversità.
Far nascere nei ragazzi il gusto della lettura.
Perché creare il piacere della lettura
1.
La lettura è
indispensabile alla vita come nutrirsi, vestirsi … Tra i tanti bisogni
dell’uomo c’è anche quello di godere di racconti.
2.
Nell’educazione
giocano un ruolo fondamentale non solo elementi intellettuali, l’impegno ed il
sacrificio, ma anche elementi non razionali, come le emozioni, i sentimenti e
più di tutti il piacere ( Umberto Eco) .
3.
Chi ha il
gusto di leggere entra in colloquio con i personaggi del passato o, come dice Cartesio, “entra in conversazione
con i valentuomini del passato”
4.
La lettura
ha una influenza positiva sulla personalità dell’individuo. Ne è convinto Italo
Calvino, che parla di lettura e di scrittura
in ogni suo libro.
5.
La lettura
ti aiuta a conoscere te stesso e a porti domande su te stesso
6.
“ chi ha il
gusto di leggere non è mai solo e, con una spesa assai modesta, può intessere i
più affascinanti colloqui, assistere agli spettacoli più fastosi … e, mentre
altre esperienze si consumano ( teatro, cinema …) nel leggere invece … dieci e
dieci volte possiamo tornare allo stesso testo, ogni volta ricomprendere un
nuovo senso, un più sottile piacere” (
Tullio De Mauro).
La lettura ha influenza sulla
personalità dell’individuo.
Ne Il barone rampante Gian dei Brughi, un brigante, un tronco d’uomo che ad alcuni mette paura e che per altri è uno
schiappone, preso dal piacere della
lettura, non solo cambia sentimenti e aspirazioni, impara anche a distinguere
secondo i suoi gusti letterari. Diviene un lettore esigente.
Il barone gli passava i libri che andava leggendo. Quando gli passò un romanzo didascalico Le avventure di Telemaco , scritto da
Fenelon nel 1699, lo aveva avvertito che, se
un’altra volta gli dava un libro così
noioso, lui gli segava l’albero di sotto.
Gian dei Brughi cambia vita e desideri. Alla lettura di Richardson
lo prende un desiderio di giornate
abitudinarie e casalinghe, di parentele, di sentimenti familiari, di virtù, di
avversione per i malvagi e i viziosi. E quando i vecchi compagni gli
propongono una rapina, cede soltanto perché gli stavano strappando pagine di Clarissa e solo quando gli promettono
che, finito il colpo, gli avrebbero restituito il volume perché finisse di
leggerlo, accetta.
Mentre Gian dei Brughi si trova in prigione perché è stato preso dagli sbirri, il barone gli legge il finale del romanzo
Per rendere meno noiosa la sua vita in galera, gli legge un
romanzo di Fielding, un romanziere inglese del Settecento, ma non fa in tempo a finirlo che arriva il
giorno dell’impiccagione. Quando ebbe il
cappio al collo, Gian dei Brughi sentì un fischio di tra i rami. Alzò il viso,
c’era Cosimo col libro chiuso.
-Dimmi come finisce,-fece il
condannato.
-Mi dispiace dirtelo, Gian, -
rispose Cosimo, - Gionata finisce appeso
per la gola.
-Grazie. Così sia di me pure!
Addio!- e lui stesso calciò via la scala, restando strozzato.
Ne Il visconte dimezzato, la metà buona di Medardo, che in una
guerra contro i Turchi era stato segato in due, una parte buona ed una cattiva,
seduto su una pietra legge a Pamela, una
contadinella rozza ma furba, La
Gerusalemme Liberata di Torquato
Tasso. A Pamela della lettura non
importava niente ma …….. il Buono, senza alzar l’occhio dal libro, continuava a
declamare un’ottava dopo l’altra, nell’intento di ingentilire i costumi della
rustica ragazza.
La lettura aiuta a conoscere meglio se stessi e a porsi
domande su se stessi
Ne Il cavaliere inesistente Carlo Magno passa in rivista l’esercito di
Francia. Fermava il cavallo a ogni ufficiale
e si voltava a guardarlo dal su in giù. – E chi siete voi, paladino di Francia?
-Salomon di Bretagna, sire!-
rispondeva quello a tutta voce, alzando la celata e scoprendo il viso
accalorato e aggiungeva qualche notizia pratica, come sarebbe:- Cinquemila
cavalieri, tremilacinquecento fanti, milleottocento i servizi, cinque anni di
campagna. Ecchisiete
voi? Continuava a chiedere Carlo Magno.
Giunto di fronte ad un cavaliere
dall’armatura tutta bianca…… -E voi lì, messo su così in pulito ?…- Io sono, -…
- Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altridi Corbentraz e Sura,
cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez!
Il paladino nel rispondere non alza la celata. L’imperatore
insiste: -Dico a voi, ehi, paladino!
Com’è che non mostrate la faccia al vostro re?
Perché io non esisto, sire. …
E com’è che fate a prestar
servizio, se non ci siete?
- Con la forza di volontà, -
disse Agilulfo, - e la fede nella nostra santa causa!
Mentre Carlo Magno cavalca lungo un frutteto di peri vede in mezzo
ai peri Gurdulù. Stava con le braccia
alzate tutte contorte, come rami, e nelle mani e in bocca e sulla testa e negli
strappi del vestito aveva pere.
Guardalo che fa il pero!- diceva Carlo Magno ilare. Orlando gli dà una bott
in testa e tutte le pere rotolano giù. Anche Gurdulù rotola come
una pera.
… -Ma cos’è che gli gira a questo
matto che voi chiamate Martinzùl? Chiese bonario l’imperatore. Sì perché Gurdulù veniva
chiamato con un nome diverso in ogni paese.
-Matto forse non lo si può dire, dice un contadino: è soltanto uno che c’è ma non sa di esserci.
-O bella ! Questo suddito qui che
c’è ma non sa di esserci e quel mio paladino là che sa d’esserci ma non c’è.
Dall’ ecchisiete voi? è facile passare all’ ecchisiamo noi? Siamo noi uomini robot, fanatici dei
regolamenti, aderenti spesso ad astratti principi, dimenticando che le persone
sono sempre più importanti dei principi? O siamo privi di volontà e di
autocoscienza e di individualità?
Momento propedeutico alla
lettura, momento chiave alla formazione del piacere per la lettura è la lettura sensuale
Quello della lettura sensuale è’ un momento magico in cui il
lettore si distacca dal mondo delle cose che lo circondano, dimentica tutte le
sue preoccupazioni per evadere in un mondo fantastico, nel quale talvolta resta
anche dopo aver terminato la lettura.
Vari sono i livelli della lettura
sensuale
1° livello
L’attenzione è incentrata sulla storia (racconto), sull’informazione
( saggio) , sulle sensazioni (poesia). Ci porta in luoghi inesplorati, colpisce
come in un viaggio, per le meraviglie
di cose nuove ….
2° livello
E’ quello
della rilettura. Cerchiamo le sensazioni che abbiamo provato nella prima
lettura e approfondiamo e notiamo particolari
nuovi.
3° livello
E’ quello della lettura critica. Si gode non solo del contenuto,
ma anche
del linguaggio, della
capacità comunicativa dell’autore,
dell’immagine che accompagna la parola.
Sotto l’albero su cui si trova il barone rampante arriva Viola,
una bambina che alterna atteggiamenti infantili e atteggiamenti già di donna. La
prima descrizione del personaggio, come introduzione al motivo infantile, è
contenuta in un lungo periodo costruito in maniera sintatticamente semplice. Le
frasi sono legate dalla congiunzione e.
L’autore utilizza la costruzione paratattica, tipica dei bambini.
… La bambina guardava a occhi
socchiusi e naso in su…e mangiava una mela a morsi,….e si reggeva alla fune dell’altalena,… e si dava spinte…
e soffiava via dalle labbra i frammenti di buccia di mela morsicata, e cantava
– Oh là là là ! La balancoire…
Una solida rete culturale
La lettura sensuale non è alternativa agli esercizi di analisi di
un testo, è aggiuntiva e fondamentale
per la formazione dei lettori.
Inoltre la base di fondo per comprendere un testo è il possesso di
una cultura generale di base e di una solida rete culturale altrimenti sfuggono
contenuti essenziali dei testi.
Il barone rampante è ambientato nel Settecento. Erano tempi in cui idee nuove cominciavano a
circolare per l’Europa, i vecchi Stati scricchiolavano da tutte le parti ed i
potenti avevano paura delle persone che leggevano troppi libri ….
Sul più massiccio di questi scaffali
aerei( il barone
rampante) allineava i tomi
dell’Enciclopedia di Diderot …. ora la lettura dell’Enciclopedia gli faceva
scoprire tutte le cose intorno come nuove.
Tutte queste espressioni non hanno senso per chi non sa che
l’Enciclopedia costituì la “summa” del pensiero e della visione del mondo del
secolo dei lumi e che quel secolo aprì
alla cultura confini più ampi, nei quali entravano anche tutti gli aspetti del
lavoro, le tecniche artigiane, le operazioni dell’agricoltura.
L’intervento più adeguato per far crescere nei ragazzi la capacità
di comprensione di un testo è la dimestichezza con i testi. Tale dimestichezza
si acquisisce con la lettura stessa.
I luoghi della lettura
Abbiamo letto che il Buono legge seduto su una pietra, il barone rampante legge a cavalcioni su di
una ramo e cambia continuamente di posto ai libri, secondo gli studi e i gusti del momento, perché egli considerava i
libri un po’ come gli uccelli e non voleva vederli fermi o ingabbiati, se no,
diceva che intristivano.
Queste annotazioni di Calvino sui luoghi della lettura non sono
casuali. IL piacere della lettura
non è legato solo ad ambienti raffinati ma a luoghi meno sontuosi. Lo stesso
autore in Se una notte d’inverno un viaggiatore indica diversi luoghi allo scopo di trovare
il modo per una lettura piacevole, per godere delle pagine stampate. Per
Calvino il libro è un oggetto di piacere.
Il piacere della
lettura è un piacere indotto
Il piacere della lettura è un piacere indotto, nato non con
l’uomo né con la scrittura. E’ nato quando
l’uomo ha acquisito una tale dimestichezza da leggere in fretta.
Se lettori non si nasce, come lo
si diventa? (Risultati di una indagine)
Il libro è
una fonte di piacere, ma tale scoperta non si fa da adulti
La scuola svolge un grande ruolo nell’avvicinamento al libro sia
in positivo che in negativo, come rivolta ad essa.
Fondamentale è l’influenza dell’ambiente sociale e familiare, per
sollecitazione e per imitazione.
Per i ceti sociali più bassi il gusto della lettura è avvenuto
attraverso il contatto con qualche insegnante particolarmente amante della
lettura o con qualche amico.
Corollario della lettura
Se una lettura è stata davvero coinvolgente, il lettore è portato
a riflettere e ad esprimersi su quanto ha letto, sia raccontando a voce, sia
scrivendo.
Come la lettura è comunicazione fra l’autore ed il lettore, così
il racconto è comunicazione fra il lettore e gli altri.
I piaceri in questi casi si sommano: a quello della lettura si
aggiunge quello della rievocazione, della narrazione, quasi per rivivere lo
stesso piacere insieme ad altri.
Cosa perde chi non legge
Non leggere si traduce nella perdita , o forse meglio, nella
mancanza di un immaginario personale o
collettivo.
L’immaginario è
v il luogo
·
della
fantasia
·
della
capacità di vedere o sognare altro da quello che si vede e si vive nella realtà
di tutti i giorni
·
dove si può
pensare al diverso e al possibile
·
dove si
traggono la forza e la capacità per vivere come si vorrebbe o si penserebbe
possibile e non come altri suggeriscono
v la riserva della fantasia
creatrice dove si elaborano progetti, si costruiscono sogni e speranze
v un mondo popolato di personaggi,
luoghi e situazioni che rassicurano che il diverso può esistere o è già
esistito, magari in altre forme e sembianze.
Rosa
Randazzo
lunedì 2 novembre 2015
“In cammino” di Luigi Leporini. Presentazione di Rosa Randazzo
Questa sera l’emozione ha preso un po’
tutti. Sono emozionata ma anche lieta di essere qui. Sento molto la
responsabilità del compito che Gino Leporini prima di morire mi ha affidato:
presentare il libro che stava scrivendo. Nessuno ancora sapeva che era l’ultimo.
Me lo ha chiesto con la sua consueta gentilezza e delicatezza. La presentazione
che leggerete nel volume è quella che lui ha letto poco prima del suo
decesso.
Ho scritto la recensione di molti dei
suoi libri, senza che lui me lo avesse chiesto. I suoi libri sono stati il
terreno d’incontro tra noi, perché rispondevano ad una mia esigenza personale:
conoscere la vita dei cetraresi prima del mio arrivo, le tradizioni, il senso
delle feste, dei modi di dire, di tutte quelle tradizioni che lasciano trasparire
il cuore delle persone che in un luogo vivono.
Con In cammino, ha allargato i suoi
orizzonti. Parla dell’Uomo in cammino o meglio del cristiano in cammino.
Snoda in quattro tappe un unico
racconto. Il racconto, nello stile proprio della narrazione diacronaca, di un cammino, che è cammino particolare. E’ cammino di fede e meditazione
orante che impegna il cuore spirituale.
Come dice l’autore “il cammino
intrapreso … non è soltanto, quello materiale, cadenzato dai passi sulla nuda
terra, bensì quello interiore, che implica, generalmente, una catarsi
permanente di cui si beneficia per tutta la vita”.
E’ una particolare e vera esperienza
di fede che, vissuta, può e deve essere comunicata .
E’ questa urgenza che lo ha
spinto a scrivere questo volume. “Non ho
scritto per avere, ma nel tentativo ambizioso di dare,raccontando e
riflettendo, anche una sola briciola di utilità”.
Raccontare “ una esperienza
toccante”, cito testualmente, da condividere pur attraverso “la pochezza della
parola”.
Nella sua prefazione invita il lettore a camminare con lui. “Fai qualche
passo con me. Accompagnami per un tratto di strada”.
Noi qui questa sera
camminiamo con lui per le vie d’Europa. Con lui
partiamo dal profondo sud dell’Italia, vi ritorniamo, passando attraverso
le sponde del Tago, da Lisbona a Fatima e Coimbra, a Santiago de Compostela, a
Lourdes e giù in Bosnia Erzegovina, sulla collina di Medjugorje.
Sono luoghi in cui Dio, mediante la Madre sua o i santi, continua ad
intervenire operando miracoli. Luoghi
in cui “schiere interminabili di pellegrini vanno a deporre le loro sofferenze
e speranze dinanzi all’immagine della Regina della Pace” . Luoghi sacri, anche
se su Medjugorie”, afferma, “questo
luogo mistico di pace, pende il giudizio
del Magistero ecclesiale”.
L’autore non nasconde l’umano desiderio di assistere in questi luoghi ad
eventi miracolosi. In realtà assiste a fenomeni
che lo hanno lasciato stupito e che racconta con molta delicatezza. Lungi da
lui l’idea di azzardare ipotesi o influenzare i lettori.
Quello di cui è certo, dice, che da
questi luoghi non si torna come si è partiti, ma con l’animo rigenerato.
C’è un miracolo di cui è stato parte, è,
quando a sera, sulla spianata della Basilica di Lourdes in un tripudio
di canti e preghiere, partecipa alla fiaccolata sul piazzale dell’Incoronata, “una
processione di mille luci che si snoda lentamente, al seguito della statua
della Vergine. Sentirsi, in quei momenti, infinitamente piccoli, quasi nullità
disperse nell’infinito, che vivono un attimo di eternità e avvertire la
presenza di un’Entità che sovrasta il tempo e lo spazio”.
E poi a Medjugorje, in
attesa dell’apparizione a Miriana, “gruppi di fedeli innalzano qua e là preghiere
e inni ciascuno in una lingua e con accenti diversi, tutti rivolti verso la
Madre comune”.
L'uomo in cammino si accosta con stupore
al Mistero, all’Eterno ed ecco che il linguaggio diviene lirismo. Si intride di
immagini e liriche descrizioni.
“Il Tago bacia le sponde della città di
Lisbona prima di sfociare nell’oceano.
E la luce diffusa di una splendida luna piena … che
accarezza dolcemente il paesaggio” saluta i pellegrini che da Lisbona si
avviano verso Fatima.
L’ardita architettura della Basilica di Fatima si regge senza colonne “come appesa allo spazio celeste”. Ai lettori
il compito di trovare altre liriche descrizioni.
Chiaramente quelli fatti dall’autore sono viaggi particolari, viaggi in senso biblico, viaggi
intesi come metafora dell’esistenza umana, o meglio, pellegrinaggi. Hanno infatti tutte le
peculiarità che connotano il pellegrinaggio.
Innanzitutto la meta: incontrare il volto del Signore. I
pellegrini, tesi alla ricerca del volto di Dio, “ vanno pensosi … di cosa
che non è presente”, per dirla con un
verso di un sonetto dantesco. Questo il senso e la meta del
pellegrinare.
I testi sacri sono percorsi dall’anelito dell’uomo che cerca Dio. Tutta la vita del cristiano è tesa alla ricerca del volto di Dio.
I testi sacri sono percorsi dall’anelito dell’uomo che cerca Dio. Tutta la vita del cristiano è tesa alla ricerca del volto di Dio.
Oggi avrei
voluto leggervi un salmo, invece leggo uno scritto che suor Cecilia Impera della Piccola Famiglia dell’Annunziata
ha trovato in una grotta nei pressi della porta di Damasco a Gerusalemme,
scritto forse da un eremita che lì era vissuto all’inizio del Novecento e che
era attirato dal volto di Dio.
O Eterno, o
Unico
mi affascina
il tuo mistero nascosto,
mi attira il
tuo volto di luce.
Qual è il
sentiero della tua dimora splendente?
Dove sbocca
il tuo torrente di luce?
Dove abiti,
Tu, sole del mondo?
Dov’è la
luce che hai diffuso sui nostri sentieri di morte?
Perché la
tua dimora è avvolta di nubi
e il tuo
volto è coperto di veli?
Inaccessibile
Tu sei, invisibile.
L’amore
solleverà il tuo velo, svelerà il tuo segreto?
La morte
troverà il tuo sentiero, aprirà le tue porte?
Il pellegrino Luigi Leporini va in pellegrinaggio per disvelare
il volto del Signore e contestualmente
riscopre il senso profondo dei rapporti umani. Scopre
che il varco per scorgere il volto di Dio è il fratello che ha bisogno, di cui
io ho bisogno, lì dove io mi trovo, lì dove conduco giornalmente la mia vita. E’ la fraternità
mistica, “che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa
scoprire Dio in ogni essere umano”, come afferma papa Francesco.
Alla
fine del pellegrinaggio a Medjugorje, Leporini e i suoi fratelli nella fede si
rimettono in cammino, o meglio, riprendono il cammino verso i più poveri, gli
ultimi, i più bisognosi, “impegnati a seminare il bene nelle più diverse
forme, nei loro rispettivi paesi d’origine”.
Con una attenzione particolare verso quelle che papa Francesco chiame le
“periferie esistenziali”.
Compagno di viaggio a Medjugorje è
Gianluca Zenga, presidente dell’associazione Porta del cielo che opera
in Italia e nel mondo, attraverso una rete di volontari, a favore di piccoli
pazienti di varia nazionalità, affetti da gravi patologie.
Il pellegrino Gino nel suo andare non è accompagnato dal
frastuono, come spesso accade nelle gite turistiche, ma “sofferma i suoi battiti, ferma incantato
il respiro”, si lascia avvolgere dalla solitudine e dal silenzio, “un silenzio
assoluto in cui sembra fermarsi perfino il respiro."
Un silenzio che si fa preghiera. Un silenzio ricolmo di
tanti momenti di colloquio con il Signore e la madre sua. A Medjugorje ai piedi della statua in marmo
della Regina della Pace, nel posto in cui è apparsa ai veggenti, raggiunta con
tanta fatica, data la sua avanzata giovinezza, come soleva dire, “persino
il mormorio lieve della preghiera scompare e il pregare diventa assolutamente
intimo, personale, in un silenzio assoluto, irreale che invade l’animo e leviga
le pietre aguzze della collina”.
Anche la fatica fisica è un aspetto peculiare del
pellegrinaggio.
Il pellegrino coniuga preghiera e
curiosità intellettuale e coglie la bellezza del creato, specchio della
bellezza dell’Ente supremo e della Madre sua e quella costruita dalle mani
degli uomini.
Alla partenza per Fatima, come abbiamo già citato, “accarezza
dolcemente il paesaggio la luce diffusa di una splendida luna piena, sorta da
poco sulle colline. La stessa luna di casa nostra, che ammiriamo sempre dai
nostri rispettivi paesi di origine ma che stasera ci fa sentire fruitori uniti
e privilegiati di uno spettacolo
che il Creatore elargisce per tutti gli uomini, in ogni parte del mondo a
ricordare la comune origine e il comune destino”.
La vista dell’ampia
spianata prospiciente la basilica di Lourdes “che spazia da una capo all’altro del nostro
campo visivo, afferma, suscita un senso di
nullità nell’animo mio e credo in quello di chiunque si accosti ad una realtà
che ha del mistico e del surreale”.
Come recita il sottotitolo Viaggio attraverso realtà, tradizioni della
cristianità e misteri, il pellegrino è attento alla realtà attuale, riporta tradizioni
e riti della cristianità , il rito del Botafumeiro di cui
spiega il senso, il racconto del ritrovamento del corpo di San Giacomo
Maggiore e tanti altri, che scoprirete
scorrendo il testo, e, da amante del
buon cibo qual era, ci descrive anche le prelibatezze della cucina portoghese.
Adesso il credente Gino Leporini ha percorso il sentiero che porta a Dio ,
è a mensa con Lui, ha aperto le sue
porte e si trova sepolto nel suo cuore , “come conchiglia affondata
nell’immensità dell’oceano”, come recita un altro frammento, trovato da suor
Cecilia e scritto da un eremita in una grotta al di là del mare, nei pressi
della porta di Damasco.
lunedì 19 ottobre 2015
venerdì 16 ottobre 2015
Torneo di briscola. In occasione della Festa dei nonni
Lunedi 12 ottobre, il Centro Sociale Anziani
di Cetraro - Centro, ha premiato i vincitori del torneo di briscola.
Si é conclusa così la campagna” Mille piazze”
indetta da FederAnziani, “Fondazione SeniorItalia”.
E’ stata invitata la Presidente di questa
associazione dr.ssa Brunella Stancati , che si è congratulata con tutti i
partecipanti al torneo.
Ha sottolineato che la festa dei nonni,
indetta il 2 ottobre, serve soprattutto per evidenziare l’importanza che essi
hanno in campo sociale.
Gli anziani sono uno scrigno prezioso di
valori, indispensabili per la realizzazione di un sana società.
La serata è stata allietata da una simpatica
spaghettata, risultata gradita a tutti i presenti.
Maria
Castellani
lunedì 12 ottobre 2015
Terra, mare, cielo
Il libro Terra, mare, cielo di Gaetano Bencivinni si può scaricare gratuitamente da scarica qui .
e da www.laboratoriolosardo.it
La grafica è a cura della DGM Informatica di Daniele Maltese.
e da www.laboratoriolosardo.it
La grafica è a cura della DGM Informatica di Daniele Maltese.
venerdì 9 ottobre 2015
Torneo di briscola
Si è concluso,nella sede del Centro,in via
San Francesco,il torneo di briscola, organizzato nell’ambito della campagna
nazionale “Millepiazze”2015 che Federanziani - Fondazione Senior Italia, cui il
Centro è aderente, ha programmato,in occasione della festa dei nonni, prevista
nei giorni 2-3-4 ottobre 2015, volta a celebrare i Senior del nostro paese, i
nonni e le nonne d’Italia e a rappresentare il valore insostituibile e
l’importanza che i nonni svolgono all’interno delle famiglie e nella società in
generale.
L’attività,pensata come un momento di
intrattenimento e per stare insieme,ha avuto un notevole consenso di pubblico e
di adesione e si è svolta con otto coppie di giocatori che si sono incontrati
con serietà,stima e rispetto reciproco.
Prima classificata è risultata la coppia composta
da Fausto Gallo e Osvaldo Tarsitano.
La premiazione avverrà lunedì 12 ottobre
2015,alle ore 18.00,nella Sala-incontri del Centro,in via San Francesco.
Si ringrazia per la partecipazione .
Osvaldo Tarsitano
lunedì 5 ottobre 2015
Il Ventennale del Centro
Sono
stati momenti emozionanti quelli che abbiamo vissuto in occasione del
Ventennale del nostro Centro.
Partecipata
la celebrazione della Santa Messa, officiata da don Luigi Gazzaneo, che
nell’omelia ha pronunciato parole ricche di significati spirituali volti ad
illuminare la centralità di San Francesco di Paola nel sentiero glorioso delle
fede, della su predilezione per gli anziani, per i bambini,per i deboli.
Ha
tratteggiato con efficaci riferimenti culturali il tema della vecchiaia, tanto
caro anche a papa Francesco, sottolineando il grande valore della memoria che
deve fare da bussola nel complesso cammino della modernità, spesso offuscato da una eccessiva attenzione per i
presente ed il contingente. Don Luigi ha citato i miracoli di San Francesco a
cui dobbiamo guardare come invito a riflettere sui valori della spiritualità e
sull’Eterno, unici punti di riferimento in grado di dare significato e valore
alla nostra esistenza.
Il presidente
ha ringraziato i soci e i cittadini che hanno partecipato massicciamente
all’iniziativa ed ha ripercorso la storia ventennale del Centro, che tra mille
difficoltà è proceduta nel tempo, offrendo alla comunità cetrarese momenti di
partecipazione sociale, sentiti ed emozionanti.
La presidente della Federanziani regionale
Brunella Stancato, ha ribadire l’attenzione che c’è nell’associazione sulle tante
iniziative che il Centro di Cetraro sta portando avanti con successo.
La
presentazione del libretto I tabernacoli
di via San Francesco è stata curata dallo stesso autore Carlo Andreoli,
che,con l’ausilio di immagini digitali, ha esposto il frutto dei suoi studi
sulla figura di San Francesco e sulla storia della chiesetta che si erge sulla
collina, detta appunto, di San Francesco.
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