Ci sono pagine significative del romanzo di
Carlo Levi Le parole sono pietre,
che è opportuno richiamare al fine di
agevolare la narrazione di tre eventi culturali rilevanti, che si
sono tenuti a Cetraro nell’ambito della
programmazione culturale che l’amministrazione comunale dell’epoca portava
avanti con la finalità di contrastare la controffensiva malavitosa, che aveva
trasformato la tranquilla cittadina tirrenica in un vero e proprio teatro di
sanguinosa conflittualità omicida.
Lo scrittore piemontese , raccontando i suoi
viaggi in Sicilia, è colpito dalle ville settecentesche di Bagheria, dal lungo
corso che attraversa la città e che la collega alla sua marina, Aspra e si
sofferma sui carretti dipinti dai fratelli Ducato raffiguranti le vicende dei
paladini di Francia.
Nello stesso romanzo Levi narra anche del tragico assassinio mafioso di
Salvatore Carnevale, avvenuto a Sciara negli anni Cinquanta.
L’Opera dei pupi costituisce un pezzo
rilevante della tradizione popolare siciliana, che in quegli anni era
rappresentata nei centri del palermitano dai fratelli Cuticchio, un gruppo
teatrale di rilevante prestigio.
In quegli anni a Cetraro i Cuticchio in
Piazza del popolo hanno rappresentato le vicende di Orlando e Rinaldo,
accogliendo l’invito dell’amministrazione comunale.
Di quella rappresentazione si può trovare
traccia nella preziosa biblioteca del medico cetrarese Ippolito Ciardullo, che ha avuto la brillante
idea di riprendere l’evento con la sua cinepresa.
Il cantastorie Nonò Salomone, qualche mese dopo, si è esibito in
piazza del popolo e ha narrato la tragica fine di Salvatore Carnevale. Un richiamo
significativo importante, che avveniva in quel
contesto sociale cetrarese in cui qualche anno prima era stato assassinato
dalla mafia Giovanni Losardo.
L’evento culturale, che può considerarsi di
portata storica, è costituito dalla recita del poeta dialettale Ignazio
Buttitta, che nella sala consiliare della cittadina tirrenica ha entusiasmato
il pubblico con il suo straordinario ed eccezionale modo di porgere il suo
messaggio poetico.
Un contributo di grande spessore, che
certamente ha avuto il merito di alimentare la convinzione che la cultura può
uccidere la mafia.
di Gaetano Bencivinni
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