Girgenti, Acitrezza, Catania, Sciara, Bagheria, Palermo. Perimetri simbolici che consentono agli scrittori siciliani di raccontare il messaggio universale dell’arte, costituito dalla palpitante presenza del misterioso senso della vita nelle singolarità, nei particolari, nei sentimenti, nei colori, negli odori, nei suoni che accompagnano l’esistenza.
Zolfatari, vinti, vittime della mafia.
Questioni sociali che animano la narrazione di autori impegnati nella ricerca
del senso della vita e della morte nelle complesse contraddizioni sociali e tra
le offese della natura e della storia sull’uomo, che percorre il sentiero
dell’esistenza.
Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Giovanni
Verga, Federico de Roberto, Vitaliano Brancati, Elio Vittorini, il piemontese
Carlo Levi, Vincenzo Consolo, Dacia Maraini, Tomasi di Lampedusa.
La Sicilia diventa un perimetro più largo del
singolo centro cittadino, ma conserva il ruolo di custode del messaggio
universale del viaggio dell’uomo alla ricerca della verità.
Il significato dei luoghi, la singolarità che
contiene in sé l’universale, la tipicità che esprime il dolore, la passione, i
palpiti del cuore, il fluire del tempo.
Le guerre, gli scontri di civiltà, i
terremoti e l’azione devastante del vulcano, che minaccia con il suo vomito di
lava la fragilità che lo circonda.
Gli artisti si misurano con queste complesse
tematiche e cercano di trovare il bandolo di una matassa intrecciata in cui
albergano amore e odio, guerra e pace, dolore e piacere, farse e tragedie.
I vecchi e i giovani di
Pirandello, Gi zii di Sicilia di Sciascia narrano le tragiche vicende degli
zolfatari, costretti a scoprire il dramma dell’esistenza nel buio delle
miniere, che li consumano sino alla morte. Il pensiero va al dramma di Rosso
Malpelo di Giovanni Verga, vittima del pregiudizio, costretto a
crescere e a vivere ai margini di una società che lo respinge.
Le grandi offese della natura, che con i
terremoti di Noto, di Messina e della Valle del Belice distruggono il faticoso
lavoro di costruzione, consolidato nei secoli, che si trasforma in briciole e
morte nello spazio di pochi minuti.
Drammi esistenziali che inducono a riflettere
sulla transitorietà dell’esistenza umana e sulla necessità di scavare sempre più
a fondo per catturare il filo misterioso di un tragico destino, che sfugge, si
nasconde e si aggroviglia.
Lo spazio letterario dei perimetri simbolici
è l’occasione per raccontare l’affannosa ed angosciosa ricerca del senso
dell’esistenza in cui, come dice Tomasi di Lampedusa, la morte è l’ultima
speranza, che diventa con il professor Franzò di Una storia semplice di
Sciascia: non è la speranza l’ultima a morire, ma è il morire l’ultima
speranza.
Le offese della natura e della storia palpitano
nel linguaggio pittorico di Renato Guttuso che, nel perimetro simbolico di
Bagheria, esprime il dramma storico delle tragiche vicende mondiali che hanno
colpito l’umanità nel Novecento.
Gaetano Bencivinni
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