Un evento culturale, particolarmente significativo ed emozionante,
si è tenuto nel campo di concentramento di Ferramonti nell’ambito de I giorni della memoria, dedicati alle
tragiche vicende che hanno visto il
genocidio di milioni di Ebrei, omosessuali, slavi, disabili.
In un contesto caratterizzato dalla partecipazione di associazioni
socio-culturali, amministratori comunali e di rappresentanti di tutte le
associazioni calabresi di anziani, si sono alternati testimonianze, interventi
e riflessioni sul senso della memoria e sulla necessità di non far cadere
l’oblio su questa pagina nera della storia.
Numerosi i soggetti istituzionali che hanno espresso compiacimento
e pieno sostegno alla manifestazione.
Tema dell’evento e titolo del progetto messo in atto da
Federanziani Calabria
Sul filo della cultura per non
perdere la memoria.
La presidente regionale Brunella Stancato ha consegnato
nell’occasione a Roberto Ameruso, sindaco di Tarsia, la sciarpa della pace
confezionata dai nonni della Calabria, simbolo
di comunione fraterna e messaggio di pace per le giovani generazioni, ha
detto la presidente.
La sciarpa della pace, composta da centinaia
mattonelle create da tante mani operose, ha detto il sindaco, può ben
essere il simbolo di Ferramonti, luogo d’incontro di tanti volti , di uomini e di
donne di diverse religioni, di varia cultura uniti da un tragico destino ma che hanno
trovato a Ferramonti l’opportunità di
una convivenza pacifica, grazie al grande senso di umanità di chi ha gestito il
campo. Umanità che è di tutte le popolazioni del Sud, ha continuato il sindaco,
e che si manifesta anche oggi nell’accoglienza di tanti fratelli che in barconi
di fortuna arrivano sulle nostre coste alla ricerca di una vita migliore,
lontani dalla guerra, dalla povertà che genera fame e da una vita vissuta
nell’insicurezza.
Significative le testimonianze rese da Fausto Gallo, presidente
del Centro Sociale Anziani di Cetraro e di Francesca Rennis legata al centro
sociale di Guardia e Acquappesa.
Gallo ha condiviso con il numeroso pubblico presente momenti
intimi della vita della sua famiglia che ha visto tre fratelli diversamente
impegnati nell’esercito e nella marina nel corso della seconda guerra mondiale.
Uno, Italino, deportato in Germania. Ha raccontato la paure per i
bombardamenti, il timore della perdita, le sofferenze patite, la gioia del
ritorno a casa dei fratelli.
Rennis ha ricordato la figura del padre che ha preferito rimanere
in Germania ai lavori forzati per ben due anni, pur di non cedere al nazifascismo
e divenire soldato della Repubblica di Salò. Prima forma di resistenza.
Queste manifestazioni sono importanti, ha detto la Rennis,
soprattutto nel mondo di oggi, in cui le giovani generazioni soffrono di
analfabetismo emotivo ed hanno perduto la percezione della realtà, immerse come
sono in un modo virtuale e in una comunicazione con l’altro mediata dalle nuove
tecnologie.
Pergamene sono state consegnate ai presidenti delle associazioni
di anziani presenti alla manifestazione. A tutti una cartolina con un messaggio
dei nonni alle giovani generazioni.
Tanti gli ospiti della manifestazione a cui la presidente Stancato ha consegnato le
mattonelle della pace. Una mattonella è stata inviata al Santo Padre, papa
Francesco, cui la presidente ha chiesto una udienza per i nonni d’Italia.
Un’altra al sindaco e ai cittadini di Tarsia che hanno ospitato la
manifestazione .
di Rosa Randazzo
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