Il terzo ripudio nel mondo islamico significa divorzio automatico
e definitivo. Una donna ripudiata diventa una macchia per la famiglia e per i
parenti e viene emarginata socialmente. Le donne hanno l’obbligo di portare il
velo e devono sottoporsi alla circoncisione.
Con questi problemi si misura la protagonista femminile del
romanzo Divorzio all’islamica a viale Marconi dello scrittore algerino Amara
Lakhous.
L’egiziana Safia è costretta a portare il velo anche a Roma. Le
viene imposto dal marito Felice, anche lui egiziano, musulmano ortodosso,
architetto che si adatta a fare il pizzaiolo in un ristorante romano a viale
Marconi.
Lo scrittore descrive con umorismo ed ironia le vicende di Safia,
che sarà ripudiata dal marito per gelosia.
Il merito di Lakhous è quello di far conoscere al lettore la
complessità delle abitudini e dei comportamenti degli immigrati arabi
attraverso un linguaggio leggero, efficace e coinvolgente.
La storia di Safia si intreccia con quella del siciliano Christian,
detto Issa, inviato a Roma dai servizi segreti italiani con il compito di
infiltrarsi tra gli immigrati islamici per sventare un agguato terroristico,
che sarebbe dovuto scoppiare a viale Marconi.
Lakhous con il sorriso distaccato dell’artista descrive il palpito
vitale che si ritrova nei personaggi oltre la corteccia delle convenzioni e
delle diversità religiose, culturali e sociali.
La narrazione procede attraverso l’intreccio delle vicende dei due
protagonisti, che per circostanze fortuite hanno modo di incontrarsi con il
risultato che tra di loro scoppia la scintilla dell’amore.
Il romanzo si fa apprezzare anche per un finale sorprendente in
piena sintonia con l’impostazione complessiva della struttura narrativa, che
privilegia l’umorismo, l’ironia e il sorriso.
Gaetano Bencivinni
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