Un romanzo è un bel romanzo quando ti tiene legato e il supporto libro diviene una tua
appendice. Lo tieni sul comodino, lo porti in cucina ,quando ti svegli, lo
tieni in soggiorno. Pronto a sbirciare, a seguire il filo del raccontare perché
la realtà della storia che stai leggendo ti cattura, ti appassiona come e a
volte più della vita reale.
Un romanzo è un bel romanzo quando ti porta
ad esplorare la realtà della tua esistenza e ti fa capire un po’ di più di come
sei e di come stai vivendo e ti conduce alla ricerca della Verità.
Sostiene
Pereira
di Antonio Tabucchi ha entrambe queste caratteristiche. Come un ruscello in
piena, le frasi, i periodi scorrono senza tante interruzioni, come scorrono i
tuoi pensieri. Scorrono ma descrivono, raccontano,delineano con le parole personaggi, ambienti,
situazioni, gesti, posizioni, inquadrature come fa il regista di un film.
Siamo a Lisbona, in pieno regime salazariano
fatto di insulsaggine, ottusità, violenza. Un piccolo giornalista di un
giornale locale con un linguaggio “politicamente corretto” pubblica solo
notizie culturali. Non si occupa di politica. Conduce una vita routinaria,
fatta di cibi sempre uguali: omelette e limonate. Non ha significative
relazioni sociali, interloquisce sono col ritratto della moglie morta. Non ha
figli. Ha rimosso sogni , speranze, gioie della giovinezza, quando era
universitario a Coimbra.
Ma
ecco che la vita, fatta di passione, bisogni, sogni , irrompe nella sua bigia
esistenza nelle vesti di due ragazzi che clandestinamente lottano contro il regime.
Allora comincia lentamente ad esistere. Esce
fuori da se stesso. Un tarlo comincia a roderlo e buca la botte in cui si era rinchiuso.
Ricomincia a vivere. Comincia un percorso di iniziazione alla vita vera. Riprende
in mano le fila della sua esistenza. Comincia un percorso di iniziazione che lo
farà uomo.
Come Pinocchio da burattino diventa bambino.
Allora
rompe con la routine, trova la forza di opporsi e va, parte.
Rosa
Randazzo
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