Quando gli intellettuali hanno la pretesa di spiegare in modo
univoco la realtà, si scontrano con la complessità del reale, refrattaria alla
teoria dei modelli e vorace di modelli sempre nuovi e sofisticati. Il reale non
è razionale, ma è in continua trasformazione e richiede sempre nuovi modelli
interpretativi.
Il romanzo di esordio dello scrittore inglese Charles Dickens, Il circolo Pickwick si muove lungo
questo filo conduttore, che illumina la non corrispondenza tra la teoria e la pratica,
tra le certezze scientifiche e le tante sorprese insite nella realtà.
Il buon Pickwick, fondatore del circolo che porta il suo nome, si
pone l’obiettivo di conoscere i caratteri e i costumi della provincia inglese
del 1827 ed insieme a tre soci, uno sportivo, un poeta ed un servitore,
promuove un viaggio conoscitivo della realtà sociale con la pretesa di
applicare ad essa il metodo della sua teoria sui girini.
La narrazione procede in modo umoristico e satirico e talora
diventa patetica, quando Pickwick finisce in carcere per debiti.
Il messaggio che viene fuori dal romanzo è che la complessità
della vita consente a Pickwick di
rendersi conto della ristretta angolazione del suo punto di vista scientifico,
essendo la vita un mare aperto ricco di insidie, di sorprese e di novità
nascoste dietro ogni onda.
Lo scrittore inglese, come il vecchio filosofo Eraclito, ripropone
l’esigenza di considerare il reale come dinamico ed in continua trasformazione:
tutto cambia e nessuno può bagnarsi due
volte nella stessa acqua.
Gaetano
Bencivinni
Nessun commento :
Posta un commento