Le lotte sindacali a Firenze tra la fine dell’Ottocento e l’inizio
del Novecento fanno da supporto narrativo al romanzo Metello di Vasco
Pratolini.
Anarchici e socialisti, sindacalisti, imprenditori ed operai
alimentano il conflitto sociale, culminato con le 46 giornate di sciopero
dell’estate 1902 che si sono concluse con la vittoria del gruppo dei 21 edili,
che hanno ottenuto un significativo aumento salariale.
Pratolini racconta con uno stile sobrio, rapido e semplice le
vicende del protagonista Metello, puntando i riflettori sul suo impegno sociale
e sulle sue relazioni sentimentali con la vedova Viola, che lo ha avviato
all’amore, con la moglie Ersilia, figlia dell’anarchico Quinto Pallesi, con
l’amante Idina con cui Metello si trova, allorché esplode nel cantiere edile
dell’ingegner Badolati lo scontro tra crumiri e scioperanti, da cui scaturisce
l’intervento delle forze dell’ordine.
Solidarietà tra lavoratori, sottoscrizioni delle camere del lavoro,
delle leghe e del mutuo soccorso fanno da cornice al narrato dell’autore, che
evidenzia così lo spirito combattivo e solidale del movimento operaio di quegli
anni, destinato a crescere nei decenni successivi.
Il messaggio che l’autore trasmette è che bisogna avere il
coraggio delle scelte da compiere con i vivi e per i vivi. Il passato va
conservato, ma non deve condizionare il presente.
Riflessione questa che è presente in tanti autori della
letteratura mondiale.
Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald si conclude con
l’appello a remare contro la corrente che sospinge verso il passato.
In Sostiene Pereira Antonio Tabucchi indica nella frequentazione
del futuro la via da seguire, compiendo scelte coraggiose nel presente.
Nel romanzo L’eleganza del riccio Muriel Barbery sottolinea che il
futuro serve alla costruzione del presente con veri progetti di vita.
Gaetano Bencivinni
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