Si è conclusa, nei giorni scorsi, presso il Centro
Sociale Anziani di Cetraro, con una partecipata dissertazione condotta dal
professore Gaetano Bencivinni sul romanzo “A ciascuno il suo”, di Leonardo
Sciascia, la settima edizione del “Caffè Letterario” organizzato dal Centro
sociale anziani di Cetraro, di cui è presidente Fausto Gallo. L’iniziativa,
caratterizzata anche dalla partecipazione di esponenti istituzionali e
politici, è stata, come sempre, incentrata su interessanti conversazioni
letterarie, che quest’anno hanno avuto come tema principale “il delitto”, con
riflessioni sull’attualità. Bencivinni si è, infatti, soffermato, con
argomentazioni dettagliate, sulle tematiche di fondo sollevate dagli autori
scelti, con particolare riguardo agli aspetti riconducibili alla nostra
attualità. L’iniziativa è stata articolata in tre appuntamenti: il primo ha
avuto come protagonista lo stesso Gaetano Bencivinni, che si è soffermato su
“Delitto e Castigo”, di Fëdor Dostoevskij, mentre il secondo è stato incentrato
sulla tematica “Palazzi e gente di Cetraro”, a cura dell’architetto Carlo
Andreoli, esperto del patrimonio artistico della cittadina tirrenica e del
territorio. La serata conclusiva del “Caffè letterario”, coordinata da Vittoria
Colistra, è stata dedicata, in particolare, a tre punti, purtroppo sempre di
attualità, ovvero i delitti mafiosi rimasti impuniti, l’intreccio perverso tra
mafia e politica e il rapporto tra borghesia parassitaria e lo Stato. Punti sui
quali è, come è noto, incentrata proprio la produzione letteraria di Sciascia.
Gaetano Bencivinni ha,quindi, proposto una lettura di “A ciascuno il suo”
focalizzando l’attenzione sulla presenza inquietante della mafia nello Stato e
sul rapporto che la mafia ha avuto con la Chiesa prima della caduta del
Comunismo. Tutte le serate sono state caratterizzate dalla presenza di un
pubblico numeroso e attento, da cui sono anche scaturiti alcuni interventi, che
hanno permesso una interessante analisi sul fenomeno mafioso, particolarmente
sentito anche a Cetraro, che, come è noto, ha dovuto fare i conti per decenni
con la presenza pervasiva della criminalità organizzata e che, negli anni ’80,
è stata teatro di ben undici omicidi, tuttora impuniti. In particolare, nel
dibattito si sono inseriti Rudy Angilica, che si è soffermato sulla persistente
vitalità di fenomeni di corruzione che ancora affliggono la realtà
contemporanea, non lasciando immune neppure il mondo della Chiesa, e il giudice
di pace Elisabetta Pelaia, che, a sua volta, si è soffermata sull’ipocrisia e
l’omertà, prendendo, appunto, spunto da Sciascia, fenomeni, ha sottolineato,
caratteristici delle comunità ad alta densità mafiosa. Infine, Pino Losardo ha
introdotto nella discussione i temi del garantismo e del pensiero libero, con
un pensiero rivolto proprio a Cetraro, dove, ha messo in evidenza, è necessario
costruire percorsi che favoriscano la crescita culturale e i valori, mentre
Aldo Gravino ha sottolineato la necessità di andare oltre il pessimismo e la
rassegnazione.
Il fatto di
Calabria(10.12.2018)
Clelia Rovale
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