Nel corso della serata
Carmen Antonuccio ha reso omaggio alle “donne
resistenti”.
Ha letto la lettera
che Reyhaneh Jabbari ha scritto alla madre, prima di essere impiccata.
Reyhaneh è una donna iraniana di 27 anni, impiccata nel suo paese all’alba di sabato 23
ottobre 2014 per aver ucciso l’uomo che aveva tentato di stuprarla. A nulla sono valsi gli appelli internazionali di Papa
Francesco, di Amnesty International, del ministro degli Esteri Federica
Mogherini e di tanti intellettuali iraniani per salvare la giovane donna dal
suo destino. Cinque anni nel braccio della morte sono finiti con la
forca.
E’ una lettera struggente e coinvolgente.
Scritta in punto di morte, è un inno alla bellezza e alla vita.
Il primo giorno in cui alla stazione di polizia una
vecchia agente zitella mi ha schiaffeggiato per le mie unghie, ho capito che la
bellezza non viene ricercata in questa epoca. La bellezza dell'aspetto, dei
pensieri e dei desideri, una bella scrittura, la bellezza degli occhi e della
visione e persino la bellezza di una voce dolce.
Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore
divengano polvere.
Prega perché venga disposto che, non appena sarò stata
impiccata, il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le mie ossa e qualunque
altra cosa che possa essere trapiantata venga presa dal mio corpo e data a
qualcuno che ne ha bisogno, come un dono.
Compratemi un mazzo di fiori oppure pregate per
me."
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