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lunedì 20 luglio 2015

La parola salva la vita

Finisce nelle acque del Mediterraneo il sogno dell’atleta somala Samia, protagonista del romanzo Non dirmi che hai paura dello scrittore Giuseppe Catozzella.
Una storia drammatica, che l’autore racconta in modo coinvolgente e con un linguaggio realistico ed efficace.
L’espediente letterario, adottato dall’autore, è costituito dalla narrazione in prima persona della protagonista. Tecnica questa che trasmette al lettore l’idea che tutto possa chiudersi con un lieto fine. Anche quando Samia si ritrova nelle acque del Mediterraneo, l’autore sfuma la tragedia immaginando una mano che trasporta Samia verso la nave italiana e quindi verso la salvezza. Lampedusa, Roma, Londra, la partecipazione immaginaria alle Olimpiadi di Londra.
Nel romanzo la realtà supera la fantasia. Tutto si svolge a Mogadiscio nella prima parte del romanzo, che descrive l’entusiasmo di Samia, animata dai suoi sogni e dalla sua insopprimibile voglia di libertà, di correre e di vincere. Si allena in condizioni disperate in un contesto di guerra continua, nelle strade polverose di Mogadiscio, costretta ad allenarsi col Burqa e con la minaccia incombente e costante degli integralisti islamici.
Il suo amico fraterno d’infanzia Alì la incoraggia, la sostiene e le fa persino da allenatore. Il talento di Samia, spesso denutrita, cresciuta in una condizione di miseria assoluta, le consente tuttavia di vincere tutte le gare in Somalia e di partecipare persino alle Olimpiadi del 2008 in Cina, dove arriva ultima nella gara dei 200 metri, anche se ha la grande soddisfazione di essere vista da 1 miliardo di telespettatori.
L’assassinio del padre da parte dei terroristi, l’adesione di Alì all’integralismo islamico, la fuga della sorella Odan, che riesce a raggiungere la Finlandia, le tante difficoltà incontrate in Somalia, che le impediscono di realizzare il suo sogno di correre e di partecipare alle Olimpiadi di Londra, la inducono a compiere la coraggiosa scelta del viaggio infernale attraverso il deserto del Sahara, da Addis Abeba a Khartoum sino a Tripoli.
Nelle mani di perfidi trafficanti, spesso costretta a viaggiare in condizioni disumane in Jeep e container, vive il dramma del doppio tentativo di raggiungere Lampedusa: la prima volta il gommone va in avaria dopo tre ore, la seconda volta l’imbarcazione con trecento profughi a bordo si ferma a qualche ora da Lampedusa.
Alla vista di una nave italiana Samia compie il folle gesto di tuffarsi per tentare di raggiungere la nave e con essa la realizzazione dei suoi sogni.
Il romanzo ha il merito di raccontare una storia vera, ricostruita con grande maestria ed abilità dall’autore che senza retorica e senza sentimentalismi, offre al lettore i sentimenti, le passioni, i sogni, la voglia di libertà di una atleta somala, che è riuscita a superare il viaggio infernale, che l’ha trasformata in una clandestina e, come dicevano i trafficanti, persino in un animale da bastonare. In quella drammatica situazione, il suo spirito guerriero e la voglia di vincere la sua battaglia sono riusciti  a mantenerla in vita.
Catozzella riesce con la sua parola e con la sua trasfigurazione artistica a dare vita ai sogni, ai sentimenti e alle passioni di Samia, che continua a vivere con noi con i suoi sogni, la sua voglia di libertà, la sua passione di correre e di vincere.


Gaetano Bencivinni  

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