Finisce nelle acque del Mediterraneo il sogno dell’atleta somala
Samia, protagonista del romanzo Non dirmi che hai paura dello scrittore
Giuseppe Catozzella.
Una storia drammatica, che l’autore racconta in modo coinvolgente
e con un linguaggio realistico ed efficace.
L’espediente letterario, adottato dall’autore, è costituito dalla
narrazione in prima persona della protagonista. Tecnica questa che trasmette al
lettore l’idea che tutto possa chiudersi con un lieto fine. Anche quando Samia
si ritrova nelle acque del Mediterraneo, l’autore sfuma la tragedia immaginando
una mano che trasporta Samia verso la nave italiana e quindi verso la salvezza.
Lampedusa, Roma, Londra, la partecipazione immaginaria alle Olimpiadi di
Londra.
Nel romanzo la realtà supera la fantasia. Tutto si svolge a
Mogadiscio nella prima parte del romanzo, che descrive l’entusiasmo di Samia,
animata dai suoi sogni e dalla sua insopprimibile voglia di libertà, di correre
e di vincere. Si allena in condizioni disperate in un contesto di guerra
continua, nelle strade polverose di Mogadiscio, costretta ad allenarsi col
Burqa e con la minaccia incombente e costante degli integralisti islamici.
Il suo amico fraterno d’infanzia Alì la incoraggia, la sostiene e
le fa persino da allenatore. Il talento di Samia, spesso denutrita, cresciuta
in una condizione di miseria assoluta, le consente tuttavia di vincere tutte le
gare in Somalia e di partecipare persino alle Olimpiadi del 2008 in Cina, dove
arriva ultima nella gara dei 200 metri, anche se ha la grande soddisfazione di
essere vista da 1 miliardo di telespettatori.
L’assassinio del padre da parte dei terroristi, l’adesione di Alì
all’integralismo islamico, la fuga della sorella Odan, che riesce a raggiungere
la Finlandia, le tante difficoltà incontrate in Somalia, che le impediscono di
realizzare il suo sogno di correre e di partecipare alle Olimpiadi di Londra,
la inducono a compiere la coraggiosa scelta del viaggio infernale attraverso il
deserto del Sahara, da Addis Abeba a Khartoum sino a Tripoli.
Nelle mani di perfidi trafficanti, spesso costretta a viaggiare in
condizioni disumane in Jeep e container, vive il dramma del doppio tentativo di
raggiungere Lampedusa: la prima volta il gommone va in avaria dopo tre ore, la
seconda volta l’imbarcazione con trecento profughi a bordo si ferma a qualche
ora da Lampedusa.
Alla vista di una nave italiana Samia compie il folle gesto di
tuffarsi per tentare di raggiungere la nave e con essa la realizzazione dei
suoi sogni.
Il romanzo ha il merito di raccontare una storia vera, ricostruita
con grande maestria ed abilità dall’autore che senza retorica e senza
sentimentalismi, offre al lettore i sentimenti, le passioni, i sogni, la voglia
di libertà di una atleta somala, che è riuscita a superare il viaggio
infernale, che l’ha trasformata in una clandestina e, come dicevano i trafficanti,
persino in un animale da bastonare. In quella drammatica situazione, il suo
spirito guerriero e la voglia di vincere la sua battaglia sono riusciti a mantenerla in vita.
Catozzella riesce con la sua parola e con la sua trasfigurazione
artistica a dare vita ai sogni, ai sentimenti e alle passioni di Samia, che
continua a vivere con noi con i suoi sogni, la sua voglia di libertà, la sua
passione di correre e di vincere.
Gaetano Bencivinni
Nessun commento :
Posta un commento