Colori di luoghi selvaggi, dolori di contadini, anneriti dal sole.
Ignoranza e malaria, superstizione e malocchio. Storie di streghe, di folletti,
di briganti.
Il romanzo Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi trasforma la
Lucania in simbolo del sottosuolo sociale dell’Italia fascista, stretta tra i
conflitti mondiali, svilita dall’emigrazione, alle prese con la questione
meridionale e la riforma agraria.
Lo scrittore piemontese descrive con crudezza e realismo il mondo
contadino, immobile, fuori dalla storia della civiltà, totalmente immerso nel
fatalismo e nella rassegnazione.
Umili, miserabili, vinti ed emarginati finiscono spesso nelle
pagine di grandi scrittori come Manzoni, Hugo, Verga, Levi.
Il sottosuolo sociale è la faccia oscura del progresso, l’inferno
dei viventi, che marciscono nelle stive di barconi, che soffrono nei ghetti
urbani, che subiscono i fulmini della maledizione di Caino.
Sull’ignoranza e sulla miseria, sulle tenebrose caverne del male e
sul sottosuolo sociale lo scrittore francese Victor Hugo scrive pagine
memorabili nel suo monumentale romanzo I miserabili.
Gaetano Bencivinni
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