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venerdì 28 febbraio 2014

Chi era Hannah Arendt

Un film intitolato Hannah Arendt è stato proiettato nelle sale a Roma il 27 e 28 Gennaio 2014 in occasione della giornata della memoria.
Una donna tra i più grandi pensatori del Novecento, Hannah Arendt (1906-1975) era una filosofa tedesca, di origine ebraica, allieva di Heidegger e Jaspers, emigrata nel 1933 dalla Germania in Francia, a causa delle persecuzioni contro gli ebrei, dal 1941 ha insegnato nelle più prestigiose università degli Stati Uniti.
Erede della tradizione ebraica quanto della cultura europea, Hannah Arendt riconosce ed accetta la propria condizione storica e culturale, ma esprime nello stesso tempo l'esigenza di trascendere questa condizione in una rete di relazioni universale, in cui può realizzarsi l'ideale della pluralità umana.
Schierandosi dalla parte di chi accetta di essere libero piuttosto che un integrato privo di identità politica e culturale, rivendica per sè e per il suo popolo la condizione della diversità e dell'esilio, nella quale l'ebreo può scegliere di essere se stesso come ebreo, realizzando la propria emancipazione.
Partendo da questa posizione filosofica, affronta il significato storico e politico dell'assimilazione e del sionismo, tentando di ricostruire le ragioni per cui la questione ebraica è diventata cruciale all'inizio del XX sec.
Ne Le origini del totalitarismo mostra come l'antisemitismo moderno sia stato il prodotto di un processo storico e sociale determinato, cui ha contribuito il generale declino delle comunità ebraiche dell'Europa centro-occidentale. Alla fine del XIX sec. con l'attuarsi dell'emancipazione, nella maggior parte dei paesi europei muta il modo di vita e di pensare degli ebrei colti e li pone nella condizione di dover scegliere tra la fedeltà al giudaismo e i vantaggi dell'assimilazione, per cui essi rimangono divisi tra l'orgoglio e l'imbarazzo della loro ebraicità, incapaci di trovare un equilibrio e quindi soggetti ad una eterna indecisione.
Nell'analisi di Hannah Arendt si deve anche a questa indecisione se l'antisemitismo moderno ha potuto trasformarsi, con l'avvento del nazismo, nell'ideologia dell'eliminazione delle razze inadatte.
Alcuni intellettuali, tra i quali Hess e Pinsker, sostenevano che la questione ebraica si sarebbe risolta con il ritorno degli ebrei in Terra Santa essendosi già levati contro la tirannia dell'assimilazione. Le loro idee hanno dato la prima risposta politica dell'ebraismo al movimento antisemita: il sionismo.
Hanna Arendt critica la politica sionista, in primo luogo confuta la tesi sionista secondo cui uno Stato ebraico sovrano sarebbe una necessità assoluta e la garanzia di un rifugio in caso di persecuzione. Ciò non sembra confermato da un punto di vista storico: un'aggressione nazista alla Palestina non solo rientrava nei piani del nazionalsocialismo, ma è stata impedita solo grazie alla vittoria militare degli inglesi, che ad El- Alamein hanno sbarrato la strada all'esercito di Rommel. i nazisti avevano dichiarato l'intenzione di sterminare gli ebrei ovunque questi si trovassero.

Marietta Gallo

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