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mercoledì 26 febbraio 2014

Medardo come dottor Jekill e mister Hyde

Infamia e nobiltà, tenebra e luce, male e bene. La vita è l’enigmatica mescolanza di questi opposti.
Su questo filo conduttore si snoda la trama del fantasioso romanzo allegorico di Italo Calvino Il visconte dimezzato.
Medardo, visconte di Terralba, spinto dalla curiosità di conoscere i Turchi, partecipa in Boemia ad una battaglia tra i Cristiani e i Mori. Lì riceve una cannonata in pieno petto che lo divide in due tronconi.
Un troncone viene raccolto e curato dai Cristiani, l’altro troncone viene salvato da due eremiti.
La parte destra di Medardo ritorna in lettiga a Terralba e lì esercita il potere di visconte con inaudita malvagità. Successivamente arriva anche l’altro troncone, che invece compie opere buone ed è totalmente dedito ad aiutare gli altri.
L’incontro dei due Medardo avviene, perché entrambi si innamorano di Pamela. L’inevitabile duello si conclude con reciproche ferite, che il medico Triloni cura, unendo i due corpi e restituendo Medardo alla normalità.
Il tema della doppia vita ricorda Lo strano caso del dottor  Jekill e di Mister Hyde dello scrittore inglese Robert Louis Stevenson.
Anche lì il protagonista è buono, quando assume le sembianze del dottor Jekill, è cattivo, quando assume le sembianze di mister Hyde.
Per i due scrittori la vita è l’intreccio contraddittorio di due tendenze contrapposte: il cattivo porta in sé la scintilla della bontà, il buono porta in sè il virus della malvagità.


Gaetano Bencivinni

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