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giovedì 8 maggio 2014

Arturo come la perla nell’ostrica

Arturo, allevato con latte di capra, vive l’infanzia e l’adolescenza chiuso in  se stesso come la perla nell’ostrica .E’ Procida, la sua isola, mitizzata. Pieno di sé non ricerca la compagnia degli altri suoi coetanei e rifugge da quella degli adulti. Arturo non ha tagliato il cordone ombelicale e vive pago del ricordo della mamma morta nel momento  in cui lo mette al mondo.
Solo, con un padre, anch’egli immaturo , vive libero da qualsiasi controllo e autocontrollo. Sogna di avviarsi verso una vita diversa e si sente un eroe come gli eroi di cui legge nei libri che trova  nella sua casa polverosa, che il padre aveva ereditato dall’amalfitano, un uomo che odiava le donne e che sul finire della vita aveva maturato per lui un amore ossessivo.
Ma ecco che l’equilibrio, faticosamente mantenuto,  viene spezzato dall’arrivo di una matrigna, giovane come lui, ingenua, abbarbicata alle sue idee di donna semplice. Arturo rifugge anche da lei, ma piano piano se ne innamora e prova gioia e dolore, voglia di morire e di fuggire con lei e proteggerla, come un eroe senza macchia e senza paura.
E’ una seconda nascita, dolorosa . A poco a poco abbandona il guscio protettivo della sua isola. Il bambino che è in lui viene cancellato. Ha l’impressione di morire. Altalena tra adolescenza  ed età adulta e finge il suicidio per attirare l’attenzione della matrigna che vuole tutta per sé. La provoca per essere preso in considerazione, per essere amato. Comprende che essa ricambia il suo amore, ma non cede perché rinchiusa  nella cella delle convenzioni.
Arturo è pronto per abbandonare il vecchio bozzolo ormai divenuto soffocante e trova l’energia  per  andare via, per tagliare il cordone ombelicale,  abbandonare la sua isola, placenta che gli aveva fornito tutto il necessario per vivere.
Il cerchio si chiude e parte con Silvestro, il servo che lo aveva allevato con latte di capra  e a cui era legato da profonda amicizia.
L’isola di Arturo di Elsa Morante è “Un’iniziazione alla vita attraverso tutti i suoi misteri”.

Rosa Randazzo

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