Senza il miele della follia la vita è insipida, noiosa, uggiosa. Con
un pizzico di follia la commedia umana si rianima e mette in scena personaggi
affascinanti ed interessanti: l’illusione, la finzione, le passioni, i
sentimenti, il piacere.
Il gioco della follia trasmette entusiasmo e fascino all’esistenza
umana.
Il libretto satirico Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam,
pubblicato in epoca rinascimentale, ha il merito di puntare l’attenzione sull’importanza
del “naturale” , che deve rappresentare
la bussola per chi non intende naufragare nella fredda ragnatela dell’artificio
e della razionalità.
Erasmo punta il dito contro l’ipocrisia, il conformismo, le
pretese intellettualistiche di sapienti, filosofi, teologi, che rimangono
prigionieri del perbenismo, del conformismo, delle convenzioni senza mai
riuscire a cogliere gli aspetti belli e piacevoli dell’esistenza umana.
Un messaggio attuale se si tiene conto che nel mondo contemporaneo
l’artificiale ha esautorato il naturale, che i rapporti interpersonali tendono
a divenire virtuali e che le tecnologie sofisticate hanno invaso gli angoli
nascosti della vita di ciascuno.
Recuperare il rispetto della Natura, principale fonte del piacere,
significa contrapporsi alla logica del dominio sulla Natura, che la Scienza
porta avanti con inesorabile rigore, guidata dalla bussola della razionalità.
Un libretto affascinante, divertente, che va riletto con
particolare attenzione, sapendo che il superfluo, la creatività, la capacità di
stupirsi sono il sale della vita.
Il tema della follia è particolarmente presente nella produzione
letteraria mondiale. Qualche esempio importante: Orlando furioso di Ludovico
Ariosto, Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, Amleto di William Shakespeare,
Reparto n. 6 di Anton Checov, Uno nessuno e centomila di Luigi Pirandello.
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