Un peccato non espiato, una colpa che rode come un tarlo, un atto
di vigliaccheria che pesa come un macigno sulla coscienza di Amir, protagonista
del romanzo Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini.
Accovacciato dietro un muro d’argilla mezzo diroccato, Amir
sbircia di nascosto il vicolo deserto lungo il torrente ghiacciato dove il
piccolo amico Hassan viene stuprato dall’arrogante ragazzotto Assef, che lo
punisce così per essersi rifiutato di consegnargli l’aquilone azzurro, vessillo
del vincitore, che Hassan ha ritrovato per consegnarlo all’amico Amir,
vincitore della gara degli aquiloni, tenutasi a Kabul.
Amir non interviene in difesa di Hassan e comportandosi da
vigliacco, scappa via e finge di ignorare di aver assistito a quanto è
avvenuto.
Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente e condiziona
l’esistenza di Amir che, divenuto uno scrittore in California, ritorna dopo 26
anni in Afghanistan per espiare il suo peccato. Lì tra mille vicende ritrova il
piccolo Sorhab, figlio di hassan,
assassinato dai Talebani. Lo adotta e lo porta con sé a San Francisco.
Il romanzo, ambientato in Afghanistan, Pakistan e California tra
il 1975 e il 2002, è pervaso dal senso di colpa del protagonista, che attraversa
tutta la narrazione e ripropone la questione del rapporto tra passato e
presente, tra infanzia e maturità.
Il tema del peccato non espiato, della colpa commessa che
perseguita per l’intera esistenza, è già presente in numerose opere letterarie.
Basti pensare al romanzo Lord Jim di Joseph Conrad. Anche in questo caso la
trama del romanzo è alimentata da quel “salto maledetto”, da quell’atto di
vigliaccheria che Lord Jim compie, saltando in una scialuppa, mentre la sua
nave affonda con tutti i passeggeri.
Il tarlo della colpa attraversa anche Efix, il protagonista del romanzo di Grazia Deledda
Canne al vento.
Insomma, generalizzando, si può dire che la maledizione di Caino
rode la coscienza dell’umanità, che porta dentro di sé la colpa come una “ scheggia
nelle carni”, per usare una espressione cara al filosofo Soren Kierkegaard.
Gaetano Bencivinni
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