Un
film intitolato Hannah Arendt è stato proiettato nelle sale a Roma il 27
e 28 Gennaio 2014 in occasione della giornata della memoria.
Una
donna tra i più grandi pensatori del Novecento, Hannah Arendt (1906-1975) era
una filosofa tedesca, di origine ebraica, allieva di Heidegger e Jaspers,
emigrata nel 1933 dalla Germania in Francia, a causa delle persecuzioni contro
gli ebrei, dal 1941 ha insegnato nelle più prestigiose università degli Stati
Uniti.
Erede
della tradizione ebraica quanto della cultura europea, Hannah Arendt riconosce
ed accetta la propria condizione storica e culturale, ma esprime nello stesso
tempo l'esigenza di trascendere questa condizione in una rete di relazioni
universale, in cui può realizzarsi l'ideale della pluralità umana.
Schierandosi
dalla parte di chi accetta di essere libero piuttosto che un integrato privo di
identità politica e culturale, rivendica per sè e per il suo popolo la
condizione della diversità e dell'esilio, nella quale l'ebreo può scegliere di
essere se stesso come ebreo, realizzando la propria emancipazione.
Partendo
da questa posizione filosofica, affronta il significato storico e politico
dell'assimilazione e del sionismo, tentando di ricostruire le ragioni per cui
la questione ebraica è diventata cruciale all'inizio del XX sec.
Ne
Le origini del totalitarismo mostra come l'antisemitismo moderno sia
stato il prodotto di un processo storico e sociale determinato, cui ha
contribuito il generale declino delle comunità ebraiche dell'Europa
centro-occidentale. Alla fine del XIX sec. con l'attuarsi dell'emancipazione,
nella maggior parte dei paesi europei muta il modo di vita e di pensare degli
ebrei colti e li pone nella condizione di dover scegliere tra la fedeltà al
giudaismo e i vantaggi dell'assimilazione, per cui essi rimangono divisi tra
l'orgoglio e l'imbarazzo della loro ebraicità, incapaci di trovare un
equilibrio e quindi soggetti ad una eterna indecisione.
Nell'analisi
di Hannah Arendt si deve anche a questa indecisione se l'antisemitismo moderno
ha potuto trasformarsi, con l'avvento del nazismo, nell'ideologia
dell'eliminazione delle razze inadatte.
Alcuni
intellettuali, tra i quali Hess e Pinsker, sostenevano che la questione ebraica
si sarebbe risolta con il ritorno degli ebrei in Terra Santa essendosi già
levati contro la tirannia dell'assimilazione. Le loro idee hanno dato la prima
risposta politica dell'ebraismo al movimento antisemita: il sionismo.
Hanna
Arendt critica la politica sionista, in primo luogo confuta la tesi sionista
secondo cui uno Stato ebraico sovrano sarebbe una necessità assoluta e la
garanzia di un rifugio in caso di persecuzione. Ciò non sembra confermato da un
punto di vista storico: un'aggressione nazista alla Palestina non solo
rientrava nei piani del nazionalsocialismo, ma è stata impedita solo grazie
alla vittoria militare degli inglesi, che ad El- Alamein hanno sbarrato la
strada all'esercito di Rommel. i nazisti avevano dichiarato l'intenzione di
sterminare gli ebrei ovunque questi si trovassero.
Marietta Gallo