Contemplare dall’alto della spiritualità
il forsennato tumulto del mondo o scendere negli insidiosi meandri delle cose
terrene, per misurarsi con il rapido fluire del tempo sotto l’egida
dell’azione.
Lungo questo dilemma si svolge il
narrato del romanzo La montagna incantata dello scrittore tedesco Thomas Mann.
Hans Castorp si reca per tre settimane
in alta montagna, in visita in un sanatorio svizzero, dove è ricoverato il
cugino per una malattia polmonare.
La breve visita si trasforma però in un
lungo ricovero di sette anni e mezzo, avendo Castorp scoperto di essere a sua
volta ammalato.
Nell’arco di questo tempo, che trascorre
immobile nell’ermetica magia di lassù, il protagonista del romanzo si innamora
di Claudia, elegante e raffinata russa, anche lei in cura nel sanatorio.
Lo scoppio della Grande guerra squarcia
l’incanto della montagna e fa precipitare Castorp nella bolgia infernale della
pianura, dove probabilmente muore, aggrappato al sogno d’amore, che ha dato un
senso alla sua breve vita.
Un romanzo ricco di spunti di
riflessione su libertà e amore, vessilli dell’umanista Ludovico Settembrini,
mentore di Castorp nel sanatorio svizzero.
Gaetano Bencivinni
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