Il
27 gennaio al Centro sociale anziani di Cetraro si sono ricordati i sei
milioni di vittime della Shoah. Il 10 febbraio le vittime delle foibe.
Milioni, migliaia. Non importa quanti . Non importa quanti furono annientati,
trasfigurati, barbaramente trucidati, poi bruciati, perché non
restasse traccia dello sterminio. Gli uccisori sapevano quel che facevano
e volevano cancellarne le tracce.
Non
importa quanti. La vita di ogni uomo, di ciascun uomo è sacra.
E’
sacra la vita di ogni donna, uomo, bambino, disabile, zingaro, slavo,
omosessuale trucidato dai nazisti.
E’
sacra la vita di ogni donna, uomo, bambino trucidato dal nazionalcomunismo,
come lo definisce uno storico in una vecchia trasmissione di Mixer riproposta
al Centro.
Nazismo,
nazionalcomunismo. No. Padri di famiglia, madri di famiglia che a casa loro
baciavano i loro figli, li curavano, li accarezzavano con amore e di giorno
uccidevano. La responsabilità è sempre personale. Sempre si può dire di no. Non
è facile,ma si può.
E’
giusto ricordare chi è stato ucciso e chi ha speso la propria vita per salvare
dallo sterminio un uomo, pochi uomini, tanti uomini. Anche questo l’obiettivo
dell’istituzione del Giorno della memoria.
Certo
inorridiamo di fronte a tante scene drammatiche, di fronte a uomini che
morivano “per un sì o per un no, come recita Primo Levi in Se questo è un
uomo. Inorridiamo e nel contempo sentiamo un disagio profondo.
Il
cannone tuona ancora. La sete di potere, di dominio e di ricchezza o
semplicemente l’intolleranza nei riguardi del diverso, la paura del futuro,
l’insicurezza uccidono ancora.
Basta
ascoltare un telegiornale qualsiasi ed ecco un bombardamento di notizie
truculente. Barboni presi a bastonate da individui col volto coperto, perché
sanno quello che fanno. Femminicidi, navi della speranza che naufragano nei
nostri mari con donne, uomini, bambini. Referendum contro gli immigrati….
Uomini, donne, bambini che muoiono per l’inquinamento dell’ambiente, per i
veleni che altri uomini seppelliscono sotto i nostri piedi e nei nostri mari.
Ogni tanto uno spot ci invita a donare del denaro per i bambini dei paesi
poveri che non possono nutrirsi abbastanza, non possono curarsi, non
possono studiare.
Più
difficile ascoltare notizie sulle tante guerre in atto oggi nel mondo. Per
questo bisogna andare su Internet. C’è un sito, WarNews, che dà notizie in
tempo reale delle guerre e dei motivi delle guerre. Spulciando le notizie si
apprende che le guerre in atto sono circa sessanta, sparse in tutti i
continenti. I motivi sempre gli stessi, forti interessi economici ,
mascherati da motivi di facciata: guerre tribali, motivi religiosi e
altro.
A
conclusione della serata Francesca Rennis ha proiettato un video dei ragazzi
del liceo di San Marco Argentano che hanno interpretato in maniera
originale la disumanizzazione dell’uomo e delle donne nei campi di sterminio.
Ragazzi in cerchio con il volto coperto da maschere tutte uguali, sdraiati per
terra . Alzatisi hanno gettato via la maschera e in cerchio con le mani nelle
mani del vicino hanno sollevato in alto le braccia.
Messaggio
di speranza proiettato verso il futuro .
Rosa Randazzo
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