Infamia
e nobiltà, tenebra e luce, male e bene. La vita è l’enigmatica mescolanza di
questi opposti.
Su
questo filo conduttore si snoda la trama del fantasioso romanzo allegorico di
Italo Calvino Il visconte dimezzato.
Medardo,
visconte di Terralba, spinto dalla curiosità di conoscere i Turchi, partecipa
in Boemia ad una battaglia tra i Cristiani e i Mori. Lì riceve una cannonata in
pieno petto che lo divide in due tronconi.
Un
troncone viene raccolto e curato dai Cristiani, l’altro troncone viene salvato
da due eremiti.
La
parte destra di Medardo ritorna in lettiga a Terralba e lì esercita il potere
di visconte con inaudita malvagità. Successivamente arriva anche l’altro
troncone, che invece compie opere buone ed è totalmente dedito ad aiutare gli
altri.
L’incontro
dei due Medardo avviene, perché entrambi si innamorano di Pamela. L’inevitabile
duello si conclude con reciproche ferite, che il medico Triloni cura, unendo i
due corpi e restituendo Medardo alla normalità.
Il
tema della doppia vita ricorda Lo strano caso del dottor Jekill e di
Mister Hyde dello scrittore inglese Robert Louis Stevenson.
Anche
lì il protagonista è buono, quando assume le sembianze del dottor Jekill, è
cattivo, quando assume le sembianze di mister Hyde.
Per
i due scrittori la vita è l’intreccio contraddittorio di due tendenze
contrapposte: il cattivo porta in sé la scintilla della bontà, il buono porta
in sè il virus della malvagità.
Gaetano
Bencivinni
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