L’aristocrazia nobiliare siciliana, aggrappata ai privilegi
feudali, legata a filo doppio alla questione vitale delle eredità e dei
matrimoni di convenienza, occupa un ruolo centrale nel romanzo La zia marchesa
della scrittrice Simonetta Agnello Hornby.
L’adesione dei picciotti ai garibaldini, il rapporto tra nobili e
mafiosi, la rivolta popolare del Sette e mezzo a Palermo, l’accaparramento dei
beni confiscati alla Chiesa, lo splendore della nobiltà palermitana sino ai
Fasci siciliani fanno da cornice storica alle vicende della nobile famiglia dei
Safanita, di cui Costanza, la marchesa con i capelli rossi, è la protagonista
principale.
Matrimoni tra consanguinei, figli bastardi, diverbi inconciliabili
tra fratelli per l’eredità, rotture definitive tra parenti per motivi di
interesse. E poi. Il tormentato rapporto sentimentale tra Costanza e il
marchese Pietro Patella Sabbiamena, i perversi intrighi della serva Rura, gli
efficaci dialoghi tra il cocchiere don Paolo Mercurio e l’amico Gaspare
Quagliata, lo scandaloso amore tra il primogenito Stefano Safanita e la
popolana Filomena Carcarazzo, che darà vita a contrasti insanabili con
conseguenze anche tragiche per i contrasti mafiosi tra i Carcarazzo e la cosca
dei Tignuso, fedele ai Safanita.
La narrazione procede con un linguaggio efficace, ricco di
espressioni dialettali, che fanno da tessitura al romanzo anche attraverso
proverbi e modi di dire siciliani, utilizzati come bussola e chiave di lettura
in ogni capitolo.
L’espediente letterario utilizzato dalla scrittrice è il racconto
della balia Amalia Cuffaro alla nipote invalida Pinuccia Berice in una grotta della
Montagnaccia dove si rifugia la balia di Costanza, licenziata dal barone
Giacomo dopo la prematura morte della marchesa con i capelli rossi, avvenuta
all’età di 36 anni.
Gaetano Bencivinni
Nessun commento :
Posta un commento