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sabato 19 aprile 2014

Effetti collaterali di una società fondata sulla libertà di scelta

Il  mondo   occidentale  è  molto  cambiato  rispetto  a  quello  di  non  molto  tempo  fa :  il progresso ha  rivoluzionato  il  modo  di  vivere.  In  passato  la  società  verticale, soggetta  a  domini oligarchici  e  padronali ,  era  ingessata  dai  divieti  e bloccata  dalle  gerarchie. Negli    ultimi decenni  la  società  democratica  ha  portato  una  libertà  individuale  in  ogni   campo: alla vecchia società  verticale,  basata  sul  rispetto  dei  rapporti   gerarchici ,  si  è  andata  sostituendo un’altra  sempre  più  orizzontale  e  democratica ,  dove  teoricamente  a  tutti  sono  offerte le stesse opportunità. “Dall’uguaglianza dei diritti si è passati  all’uguaglianza delle possibilità (e ovviamente delle responsabilità), dove il successo individuale diventa un obbligo che alimenta il  culto della performance e la corsa alla competizione”, spiega Ehrenberg, già noto in Italia per “La  fatica di essere se stessi .”L’individuo, per affermarsi nel lavoro e perfino nelle relazioni private è  costretto a diventare “l’imprenditore di se stesso“, deve sfruttare le proprie competenze al massimo,  con il  rischio di percepire un insuccesso come una sconfitta personale che rimette in discussione   l’ideale di sé  e la propria autostima. Quindi è soggetto alla depressione, all’ansia e allo stress, che  più del capitalismo sono il prodotto della democrazia, sono gli  effetti collaterali di una società  fondata sulla libertà di scelta e l’eguaglianza dei diritti. E’ questa la  tesi  spiazzante  e  provocatoria  che Alain Ehrenberg propone nel saggio, “La  società  del   disagio”,  che in Francia ha suscitato   appassionate  discussioni, nel  2010.
“Le diverse forme più o meno accentuate di sofferenza psichica sono ormai il tratto dominante  della  condizione contemporanea occidentale“, spiega il sociologo francese, che dirige  il  Centro  di  ricerca  Psicotropi,  Salute mentale e Società dell’ Università Paris–Descartes: “Lo confermano in  modo unanime psicologi, psichiatri e psicanalisti, i quali, per caratterizzare tale evoluzione,  parlano  di  passaggio da  Edipo a  Narciso, vale a dire patologie nate dai divieti a quelle prodotte da una  relazione conflittuale con la propria immagine“.
Marietta   Gallo    

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