Translate

lunedì 14 aprile 2014

Il partigiano Milton

Le parole di fuoco della custode della villa di Fulvia incendiano la mente del partigiano Milton e lo spingono alla disperata ricerca della verità. Milton deve sapere ad ogni costo se la sua Fulvia lo ama ancora e se davvero ha avuto una relazione intima con l’amico comune Giorgio Clerici, anche lui partigiano.
Il romanzo La questione privata dello scrittore Beppe Fenoglio procede lungo questo filo conduttore con grande intensità emotiva.
Milton non ha più pace. Il tarlo del sospetto gli rode il cervello. Deve sapere direttamente da Giorgio come stanno effettivamente le cose. Attraversa colline, acquitrini, nebbioni e sentieri infangati. Quando apprende che Giorgio è stato fatto prigioniero dai fascisti, cerca di effettuare lo scambio dei prigionieri. Cattura un sergente che, suo malgrado, è costretto ad uccidere, perché tenta di sfuggirgli.
Fulvia, personaggio assente, è sempre presente nei pensieri di Milton, che avverte il rischio di precipitare nella catastrofe e nel vuoto assoluto se perde l’amore della sua  ragazza.
Il partigiano avverte il peso di questa questione privata, di questo sentimento d’amore, che ha la prevalenza sulla questione pubblica dell’impegno della guerra partigiana.
Il romanzo, ambientato ad Alba in Piemonte nel 1944 in piena Resistenza, punta i riflettori sul dramma di Milton, che vive la sua questione privata come una sorta di resistenza esistenziale, come un disperato tentativo di aggrapparsi alle piume della speranza, pur di non essere travolto dalla cruda verità, che lo getterebbe nell’assoluta disperazione.
La narrazione procede ad incastro circolare. Tutto inizia nella villa di Fulvia e si conclude con il ritorno di Milton alla villa. Lì incontra i soldati ed inizia una vertiginosa fuga tra pallottole, salti mortali, scivoloni e corsa forsennata che si conclude in un bosco dove arriva trafelato e lì definitivamente si accascia.
Il romanzo è un vero inno all’amore, che sottolinea con intensità espressiva che ogni uomo riesce a dare un senso alla propria esistenza nella misura in cui riesce a coltivare l’illusione del sentimento d’amore, unico in grado di garantire una vita intensa, piena e meritevole di essere vissuta.
La Resistenza storica dunque  si trasforma così nella resistenza esistenziale, che consiste nella capacità dell’uomo di resistere, aggrappato ai sogni alle illusioni e soprattutto all’amore.


Gaetano Bencivinni

Nessun commento :

Posta un commento