Le parole di fuoco della custode della villa di Fulvia incendiano
la mente del partigiano Milton e lo spingono alla disperata ricerca della
verità. Milton deve sapere ad ogni costo se la sua Fulvia lo ama ancora e se
davvero ha avuto una relazione intima con l’amico comune Giorgio Clerici, anche
lui partigiano.
Il romanzo La questione privata dello scrittore Beppe Fenoglio
procede lungo questo filo conduttore con grande intensità emotiva.
Milton non ha più pace. Il tarlo del sospetto gli rode il
cervello. Deve sapere direttamente da Giorgio come stanno effettivamente le
cose. Attraversa colline, acquitrini, nebbioni e sentieri infangati. Quando
apprende che Giorgio è stato fatto prigioniero dai fascisti, cerca di
effettuare lo scambio dei prigionieri. Cattura un sergente che, suo malgrado, è
costretto ad uccidere, perché tenta di sfuggirgli.
Fulvia, personaggio assente, è sempre presente nei pensieri di
Milton, che avverte il rischio di precipitare nella catastrofe e nel vuoto
assoluto se perde l’amore della sua ragazza.
Il partigiano avverte il peso di questa questione privata, di
questo sentimento d’amore, che ha la prevalenza sulla questione pubblica
dell’impegno della guerra partigiana.
Il romanzo, ambientato ad Alba in Piemonte nel 1944 in piena
Resistenza, punta i riflettori sul dramma di Milton, che vive la sua questione
privata come una sorta di resistenza esistenziale, come un disperato tentativo
di aggrapparsi alle piume della speranza, pur di non essere travolto dalla
cruda verità, che lo getterebbe nell’assoluta disperazione.
La narrazione procede ad incastro circolare. Tutto inizia nella
villa di Fulvia e si conclude con il ritorno di Milton alla villa. Lì incontra
i soldati ed inizia una vertiginosa fuga tra pallottole, salti mortali,
scivoloni e corsa forsennata che si conclude in un bosco dove arriva trafelato
e lì definitivamente si accascia.
Il romanzo è un vero inno all’amore, che sottolinea con intensità
espressiva che ogni uomo riesce a dare un senso alla propria esistenza nella
misura in cui riesce a coltivare l’illusione del sentimento d’amore, unico in
grado di garantire una vita intensa, piena e meritevole di essere vissuta.
La Resistenza storica dunque si trasforma così nella resistenza
esistenziale, che consiste nella capacità dell’uomo di resistere, aggrappato ai
sogni alle illusioni e soprattutto all’amore.
Gaetano Bencivinni
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